Commento al Vangelo di domenica 8 luglio 2012 – padre Bruno Secondin

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In questa 14.ma Domenica del Tempo ordinario, la liturgia ci presenta il passo del Vangelo in cui Gesรน insegna nella sinagoga della sua Nazaret, tra lโ€™incredulitร  di quanti lo conoscono. Tanto che non compie alcun prodigio: guarisce solo pochi malati. Gesรน dice ai suoi concittadini:ย 

ยซUn profeta non รจ disprezzato se non nella sua patria, tra i suoi parenti e in casa suaยป.ย 

Su questo brano del Vangelo, ascoltiamo il commento del carmelitano, padre Bruno Secondin, docente di Teologia spirituale alla Pontificia Universitร  Gregoriana:

Cinque domande a raffica oggi nel Vangelo per mostrare tutta la diffidenza dei compaesani di Nazareth verso il giovane rabbรฌ Gesรน. Si salta dalla meraviglia alla incredulitร , anzi Marco parla addirittura di โ€œmotivo di scandaloโ€. Non รจ possibile, anzi รจ assurdo che un figlio di carpentiere, con una famiglia normale, parentela a tutti nota, possa essere profeta e compiere dei prodigi con le sue mani callose. Impossibile che Dio sia tanto normale, umile, debole: tranquillamente uno come noi. Gesรน era fin troppo normale, non poteva essere profeta di Dio: ne resta sorpreso Gesรน stesso per tanta ostinazione. Ma vuole lo stesso fare qualcosa per i suoi paesani: stende le mani sulla carne ferita dei malati e li guarisce. E poi se ne va deluso. Ma i cuori restano chiusi e diffidenti: la normalitร  diffida della profezia, se non รจ ammantata di clamore e splendore. Eppure proprio in questa semplicitร  di legami e lavoro, in questa cerchia di familiaritร  allargata, Dio ha voluto rivelarsi, ha voluto abitare tra noi, seminare sapienza e aprire gli orizzonti. Perchรฉ vogliamo sradicare Dio dalla vita, dalle relazioni di lavoro e di famiglia, dalle strade quotidiane che percorriamo? La nostra fede รจ basata proprio sulla rivelazione di Dio che si fa corpo di fraternitร .

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