Commento al Vangelo di domenica 7 Maggio 2017 – don Mauro Manzoni

Don Mauro Manzoni di graficapastorale.it, propone una riflessione sul brano del Vangelo di domenica prossima, 7 maggio 2017, quarta Domenica dopo Pasqua.

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“Io sono la porta – dice Gesù – e chi non entra nel recinto dalla porta, ma vi sale da un’altra parte, è un ladro e un brigante. Io sono la porta”.

La porta è lo spazio di una città, di un edificio, che consente il passaggio, permette l’entrata e l’uscita. Anche in informatica la porta logica di un PC è il punto di riferimento con un collegamento all’esterno attraverso i numeri binari, 1 aperto 0 chiuso.

Ecco allora il significato simbolico della porta, aperta o chiusa. Aperta è accoglienza ed ospitalità, chiusa ostilità e rifiuto. Aperta permette la comunità e assicura l’unità, al contrario la porta chiusa fa fiorire l’egoismo e l’individualismo. Nella Bibbia il termine porta sta all’inizio, alla fine e nel centro. All’inizio, libro della Genesi, c’è una porta che si chiude alle spalle di Adamo e di Eva, alla fine, libro della Apocalisse, c’è una porta che si apre nel cielo. E al centro, nel cuore della storia, c’è Cristo che dice: Io sono la porta.

E’ anche pastore, pastore che conosce le sue pecore e le chiama per nome. Il mio nome sulla Tua bocca, senza aggettivi né qualificativi né determinativi. Conosce il mio nome perché conosce la mia umanità, fragile e debole, spesso egoista e pigliatutto, altre volte proiettata in slanci di solidarietà e fratellanza, ma sempre bisognosa di una guida da seguire e un pastore da tallonare.

Un pastore che è anche agnello, disposto a guidarmi cercando il mio bene e non il proprio interesse, disposto a rimetterci per me anche la vita. Pastore che cammina davanti a me, si fa largo nelle sterpaglie spinose della vita per prepararmi la strada, che mi precede e non è mai a ridosso, che non mette mai paura, ansia, angoscia, ma accoglie e capisce le mie emozioni e i miei sentimenti e dona fiducia e certezze.
Allora vorrei, o Dio, che accanto al mio nome Tu aggiungessi un aggettivo: tuo, o Signore, aggettivo possessivo.

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IV Domenica del Tempo di Pasqua

Gv 10, 1-10
Dal Vangelo secondo Giovanni

1«In verità, in verità io vi dico: chi non entra nel recinto delle pecore dalla porta, ma vi sale da un’altra parte, è un ladro e un brigante. 2Chi invece entra dalla porta, è pastore delle pecore. 3Il guardiano gli apre e le pecore ascoltano la sua voce: egli chiama le sue pecore, ciascuna per nome, e le conduce fuori. 4E quando ha spinto fuori tutte le sue pecore, cammina davanti a esse, e le pecore lo seguono perché conoscono la sua voce. 5Un estraneo invece non lo seguiranno, ma fuggiranno via da lui, perché non conoscono la voce degli estranei». 6Gesù disse loro questa similitudine, ma essi non capirono di che cosa parlava loro. 7Allora Gesù disse loro di nuovo: «In verità, in verità io vi dico: io sono la porta delle pecore. 8Tutti coloro che sono venuti prima di me, sono ladri e briganti; ma le pecore non li hanno ascoltati. 9Io sono la porta: se uno entra attraverso di me, sarà salvato; entrerà e uscirà e troverà pascolo. 10Il ladro non viene se non per rubare, uccidere e distruggere; io sono venuto perché abbiano la vita e l’abbiano in abbondanza.

C: Parola del Signore.
A: Lode a Te o Cristo.

  • 07 – 13 Maggio 2017
  • Tempo di PasquaVII, Colore – Bianco
  • Lezionario: Ciclo A | Salterio: sett. 4

Fonte: LaSacraBibbia.net

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