Commento al Vangelo di domenica 7 Luglio 2019 – mons. Giuseppe Mani

Mancanza di operai

La chiesa è nata in stato di mancanza e vive in una beata dipendenza. La mancanza delle vocazioni risale ai tempi di Gesù. La penuria dei servi del Vangelo risale alle origini della chiesa. La chiesa è nata in stato di mancanza. Questa è la sua condizione.

Sperimenta sempre la sua povertà dinanzi alla vastità del suo compito e la precarietà dei suoi mezzi. Ogni volta che se ne è dimenticata le cose son finite male: ha tradito la sua missione prendendo mezzi e potere che sono quelli del mondo. Mancanza di mezzi e penuria del personale sono ostacoli per una impresa umana. Per la Chiesa è tutto diverso: povertà e penuria ci invitano ad aver fiducia nel Signore: è Lui il padrone della messe. “La messe è molta ma gli operai sono pochi” Gesù invita i discepoli a pregare il Padrone della messe.

Ci ricorda così che tutto dipende dal Padre. La Chiesa, sua messe, i suoi servitori vengono dal cuore di Dio. La crescita della Chiesa passa, sicuramente, attraverso molti intermediari ma nella misura in cui sono recettivi e docili al soffio dello Spirito. L’umiltà è senza dubbio il segreto della fecondità dell’annuncio del vangelo. Il Signore ridice a ciascuno ciò che disse all’apostolo Paolo “Ti basta la mia grazia. La mia potenza si manifesta pienamente nella debolezza”(2Cor 12,9).

Non dobbiamo aver paura dei nostri limiti. La nostra vita cristiana è attraversata da dei paradossi, ne ricordo tre: la forza nella debolezza, la gioia nella sofferenza, la realtà offerta attraverso l’utopia. La forza nella debolezza. La forza dell’apostolo è nell’accettazione della sua debolezza. San Paolo nella seconda lettura ci ha detto: “Quanto a me non ci sia altro vanto che nella Croce del Signore Nostro Gesù Cristo”.

Non dimentichiamo lo scandalo della Croce. In un primo tempo la Croce fu simbolo del fallimento, basta pensare ai sentimenti dei discepoli di Emmaus. Ma Cristo si è mostrato obbediente “fino alla morte e alla morte di Croce e per questo Dio lo ha esaltato e gli ha dato un nome superiore ad ogni altro nome”. C’è da chiedersi se sia questo l’argomento più adatto per un periodo di estate e di vacanze: Ma la liturgia ha il compito di richiamarci al reale. La gioia al di la della sofferenza.

Gioia e sofferenza si incontrano ancora nel Vangelo di oggi. Secondo la Bibbia la messe è un tempo di gioia abbondante ma dopo aver seminato nel dolore, come dice il salmo “Chi semina nelle lacrime mieterà con giubilo”. Gioia della messe ma anche prospettive di sofferenza: “Vi mando come pecore in mezzo ai lupi”. Nella vita dell’apostolo l’uno e l’altra sono inseparabili. San Paolo ci parla della “gioia dello Spirito Santo in mezzo a grandi prove”. Questo paradosso è quello dell’amore.

Amore si può chiamare anche “Passione” e così designa l’amore accompagnato alla sofferenza. La realtà offerta dall’utopia. Il Regno di Dio è il cuore della predicazione di Gesù e gli apostoli dicono che il Regno di Dio è vicino. Che dire? Sembra un ideale impossibile, una utopia. Eppure il, Regno è già presente nella realtà nuova presente nel mondo. Pace, guarigioni, liberazione dal male sono i primi segni secondo il Vangelo. Questa fragile libertà ancora in germe è offerta alla libertà dell’uomo.

Il Regno di Dio è come un germe, ignorato dalla maggior parte. Oggi questa utopia continua a trasformare il mondo nella misura in cui accogliamo la presenza di Dio che fa nuove tutte le cose. Questa utopia ci conduce al più reale della nostra vita e diviene programma di azione. La salvezza è opera di Dio e opera dell’uomo. Tutto dipende da Dio e tutto dipende dall’uomo in una misteriosa complementarietà. Beati coloro che partecipano a questo meraviglioso dialogo che è la storia stessa della salvezza. In questa opera congiunta il discepolo di Cristo trova la sua gioia e la sua felicità.

Fonte – il sito di mons. Giuseppe Mani

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Letture della
XIV DOMENICA DEL TEMPO ORDINARIO – ANNO C

Prima Lettura

Io farò scorrere verso di essa, come un fiume, la pace.

Dal libro del profeta Isaìa
Is 66,10-14c

Rallegratevi con Gerusalemme,
esultate per essa tutti voi che l’amate.
Sfavillate con essa di gioia
tutti voi che per essa eravate in lutto.
Così sarete allattati e vi sazierete
al seno delle sue consolazioni;
succhierete e vi delizierete
al petto della sua gloria.
 
Perché così dice il Signore:
«Ecco, io farò scorrere verso di essa,
come un fiume, la pace;
come un torrente in piena, la gloria delle genti.
Voi sarete allattati e portati in braccio,
e sulle ginocchia sarete accarezzati.
Come una madre consola un figlio,
così io vi consolerò;
a Gerusalemme sarete consolati.
Voi lo vedrete e gioirà il vostro cuore,
le vostre ossa saranno rigogliose come l’erba.
La mano del Signore si farà conoscere ai suoi servi».

Parola di Dio

Salmo Responsoriale

Dal Salmo 65 (66)
R. Acclamate Dio, voi tutti della terra.

Acclamate Dio, voi tutti della terra,
cantate la gloria del suo nome,
dategli gloria con la lode.
Dite a Dio: «Terribili sono le tue opere!». R.
 
«A te si prostri tutta la terra,
a te canti inni, canti al tuo nome».
Venite e vedete le opere di Dio,
terribile nel suo agire sugli uomini. R.
 
Egli cambiò il mare in terraferma;
passarono a piedi il fiume:
per questo in lui esultiamo di gioia.
Con la sua forza domina in eterno.
 
Venite, ascoltate, voi tutti che temete Dio,
e narrerò quanto per me ha fatto.
Sia benedetto Dio,
che non ha respinto la mia preghiera,
non mi ha negato la sua misericordia. R.

Seconda Lettura

Porto le stigmate di Gesù sul mio corpo.

Dalla lettera di san Paolo apostolo ai Gàlati
Gal 6,14-18

 
Fratelli, quanto a me invece non ci sia altro vanto che nella croce del Signore nostro Gesù Cristo, per mezzo della quale il mondo per me è stato crocifisso, come io per il mondo.
 
Non è infatti la circoncisione che conta, né la non circoncisione, ma l’essere nuova creatura. E su quanti seguiranno questa norma sia pace e misericordia, come su tutto l’Israele di Dio.
 
D’ora innanzi nessuno mi procuri fastidi: io porto le stigmate di Gesù sul mio corpo.
 
La grazia del Signore nostro Gesù Cristo sia con il vostro spirito, fratelli. Amen.

Parola di Dio

Vangelo

La vostra pace scenderà su di lui.

Dal Vangelo secondo Luca
Lc 10,1-12.17-20

 
In quel tempo, il Signore designò altri settantadue e li inviò a due a due davanti a sé in ogni città e luogo dove stava per recarsi.
 
Diceva loro: «La messe è abbondante, ma sono pochi gli operai! Pregate dunque il signore della messe, perché mandi operai nella sua messe! Andate: ecco, vi mando come agnelli in mezzo a lupi; non portate borsa, né sacca, né sandali e non fermatevi a salutare nessuno lungo la strada.
 
In qualunque casa entriate, prima dite: “Pace a questa casa!”. Se vi sarà un figlio della pace, la vostra pace scenderà su di lui, altrimenti ritornerà su di voi. Restate in quella casa, mangiando e bevendo di quello che hanno, perché chi lavora ha diritto alla sua ricompensa. Non passate da una casa all’altra.
 
Quando entrerete in una città e vi accoglieranno, mangiate quello che vi sarà offerto, guarite i malati che vi si trovano, e dite loro: “È vicino a voi il regno di Dio”. Ma quando entrerete in una città e non vi accoglieranno, uscite sulle sue piazze e dite: “Anche la polvere della vostra città, che si è attaccata ai nostri piedi, noi la scuotiamo contro di voi; sappiate però che il regno di Dio è vicino”. Io vi dico che, in quel giorno, Sòdoma sarà trattata meno duramente di quella città».
 
I settantadue tornarono pieni di gioia, dicendo: «Signore, anche i demòni si sottomettono a noi nel tuo nome». Egli disse loro: «Vedevo Satana cadere dal cielo come una folgore. Ecco, io vi ho dato il potere di camminare sopra serpenti e scorpioni e sopra tutta la potenza del nemico: nulla potrà danneggiarvi. Non rallegratevi però perché i demòni si sottomettono a voi; rallegratevi piuttosto perché i vostri nomi sono scritti nei cieli».

Parola del Signore
 
Oppure forma breve:
La vostra pace scenderà su di lui.

Dal Vangelo secondo Luca
Lc 10,1-9

 
In quel tempo, il Signore designò altri settantadue e li inviò a due a due davanti a sé in ogni città e luogo dove stava per recarsi.
 
Diceva loro: «La messe è abbondante, ma sono pochi gli operai! Pregate dunque il signore della messe, perché mandi operai nella sua messe! Andate: ecco, vi mando come agnelli in mezzo a lupi; non portate borsa, né sacca, né sandali e non fermatevi a salutare nessuno lungo la strada.
 
In qualunque casa entriate, prima dite: “Pace a questa casa!”. Se vi sarà un figlio della pace, la vostra pace scenderà su di lui, altrimenti ritornerà su di voi. Restate in quella casa, mangiando e bevendo di quello che hanno, perché chi lavora ha diritto alla sua ricompensa. Non passate da una casa all’altra.
 
Quando entrerete in una città e vi accoglieranno, mangiate quello che vi sarà offerto, guarite i malati che vi si trovano, e dite loro: “È vicino a voi il regno di Dio”».

Parola del Signore

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