Commento al Vangelo di domenica 6 Ottobre 2019 – mons. Giuseppe Mani

L’inizio del cap XVII di Luca l’ho citato qualche domenica fa parlando dei preti pedofili. Gesù parla alla folla e la mette in guardia contro l’occasione di scandalo ma nello stesso tempo chiede di essere accoglienti e uomini di perdono Tutto questo crea tensione: estrema severità e misericordia infinita. Allora coloro che lo seguono e intuendo che tipo di uomini devono diventare lanciano un appello che durante i secoli sale dal cuore di tutti i discepoli: “Aumenta in noi la fede!”.

La fede è la fiducia in una persona che illumina il cammino senza sapere l’itinerario ne il modo di camminare. Andiamo con Lui sulla strada. “Io sono la via”. I discepoli ci hanno trasmesso questo messaggio di Gesù che a volte ci sembra paradossale e qualche volta addirittura contradetto dal Vangelo. “Quando avrete fatto tutto ciò che vi è prescritto dite: Siamo servi inutili, abbiamo fatto tutto ciò che ci era prescritto”. Gesù sembra dire: “ E’ la fede che vi manca, ne avete meno di un granello di senape”. E’ la fede in voi stessi che vi manca. E dopo non prendetevi la gloria perché non avete fatto che il vostro dovere, ciò che la vostra fede vi impegna a vivere”. “Servi inutili” Quale durezza ma anche quale calore affettuoso nei cap. XII, 17, “Beati quei servi che il padrone troverà svegli….

Lui stesso gli servirà a tavola”. Il grano di senape è lo stesso segno preso come immagine del Regno. Quel regno che i settantadue discepoli devono annunciare. Ogni inizio è piccolo come un granello di senape, anche la fede. Gesù gioca sulle parole e le situazioni per far capire il senso e aprire l’intelligenza del cuore. La pedagogia paradossale di Gesù ci squilibra come camminando siamo obbligati a lasciare la stabilità di un piede per rischiare di avanzare con l’altro. Il servitore che alla sera viene trattato come colui che semplicemente ha fatto ciò che doveva fare non è trattato come un servitore ma come un amico…

Lo dice chiaramente San Giovanni quando il Maestro si cinge i fianchi con l’asciugamano e lava i piedi ai suoi discepoli. Alla fine dichiara di aver loro confidato tutto ciò che il Padre gli ha detto: non li chiama più servi ma amici. La fede appare intimamente legata al senso del servizio gratuito. “Non aspetto altra ricompensa che quella di aver fatta la Vostra Santa Volontà” prega Sant’Ignazio. Come il Padre manda il Figlio senza condizioni, il Maestro manda i discepoli per questo amore gratuito che fa dell’uomo l’immagine del suo Creatore. La fede rende liberi di amare senza contraccambio e il servo inutile. Nel Regno niente privilegi, né ranghi d’onore, solo una gerarchia di servizio! “Colui che vuol essere il più grande sia come colui che serve.

C’è molto da fare per mostrare al mondo la realizzazione nella storia delle Chiese e degli uomini. Ma nella fede non c’è spazio per la riconoscenza e la gratitudine?

Fonte – il sito di mons. Giuseppe Mani

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Letture della
XXVII DOMENICA DEL TEMPO ORDINARIO – ANNO C

Prima Lettura

Il giusto vivrà per la sua fede.

Dal libro del profeta Abacuc
Ab 1,2-3;2,2-4

 
Fino a quando, Signore, implorerò aiuto
e non ascolti,
a te alzerò il grido: «Violenza!»
e non salvi?
Perché mi fai vedere l’iniquità
e resti spettatore dell’oppressione?
Ho davanti a me rapina e violenza
e ci sono liti e si muovono contese.
 
Il Signore rispose e mi disse:
«Scrivi la visione
e incidila bene sulle tavolette,
perché la si legga speditamente.
È una visione che attesta un termine,
parla di una scadenza e non mentisce;
se indugia, attendila,
perché certo verrà e non tarderà.
Ecco, soccombe colui che non ha l’animo retto,
mentre il giusto vivrà per la sua fede».
Parola di Dio

Salmo Responsoriale

Dal Sal 94 (95)
R. Ascoltate oggi la voce del Signore.

Venite, cantiamo al Signore,
acclamiamo la roccia della nostra salvezza.
Accostiamoci a lui per rendergli grazie,
a lui acclamiamo con canti di gioia. R.
 
Entrate: prostràti, adoriamo,
in ginocchio davanti al Signore che ci ha fatti.
È lui il nostro Dio
e noi il popolo del suo pascolo,
il gregge che egli conduce. R.
 
Se ascoltaste oggi la sua voce!
«Non indurite il cuore come a Merìba,
come nel giorno di Massa nel deserto,
dove mi tentarono i vostri padri:
mi misero alla prova
pur avendo visto le mie opere». R.

Seconda Lettura

Non vergognarti di dare testimonianza al Signore nostro.

Dalla seconda lettera di san Paolo apostolo a Timòteo
2 Tm 1,6-8.13-14

 
Figlio mio, ti ricordo di ravvivare il dono di Dio, che è in te mediante l’imposizione delle mie mani. Dio infatti non ci ha dato uno spirito di timidezza, ma di forza, di carità e di prudenza.
 
Non vergognarti dunque di dare testimonianza al Signore nostro, né di me, che sono in carcere per lui; ma, con la forza di Dio, soffri con me per il Vangelo.
 
Prendi come modello i sani insegnamenti che hai udito da me con la fede e l’amore, che sono in Cristo Gesù. Custodisci, mediante lo Spirito Santo che abita in noi, il bene prezioso che ti è stato affidato.

Parola di Dio

Vangelo

Se aveste fede!

Dal Vangelo secondo Luca
Lc 17, 5-10

 
In quel tempo, gli apostoli dissero al Signore: «Accresci in noi la fede!».
 
Il Signore rispose: «Se aveste fede quanto un granello di senape, potreste dire a questo gelso: “Sràdicati e vai a piantarti nel mare”, ed esso vi obbedirebbe.
 
Chi di voi, se ha un servo ad arare o a pascolare il gregge, gli dirà, quando rientra dal campo: “Vieni subito e mettiti a tavola”? Non gli dirà piuttosto: “Prepara da mangiare, stríngiti le vesti ai fianchi e sérvimi, finché avrò mangiato e bevuto, e dopo mangerai e berrai tu”? Avrà forse gratitudine verso quel servo, perché ha eseguito gli ordini ricevuti?
 
Così anche voi, quando avrete fatto tutto quello che vi è stato ordinato, dite: “Siamo servi inutili. Abbiamo fatto quanto dovevamo fare”».

Parola del Signore

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