Don Mauro Manzoni di graficapastorale.it, propone una riflessione sul brano del Vangelo di domenica prossima, 6 Gennaio 2019.
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La profezia di Isaia della prima lettura si realizza: ciò che era nascosto diventa realtà. La luce si oppone alle tenebre, luce che unifica e attrae tutte le genti. Ma questo avviene in altri modi.
Teniamo presente i personaggi che occupano la scena descritta dal Vangelo: la città è costruita sulla potenza, Erode, sulla sicurezza del sapere, gli Scribi, sulle tradizioni religiose, i Sacerdoti. Ma Dio non sta al centro di questa città. Si colloca fuori, al di là delle mura, al di là dei testi sacri, al di là delle abitudini.
Dio non accetta di fare da supporto alla sicurezza del potere e del sapere. Gli Scribi e i sommi sacerdoti sono nella più perfetta ortodossia, ma non nella verità. Erode, gli Scribi, la popolazione risultano vicinissimi all’avvenimento della nascita di Cristo, lo sfiorano, eppure non lo raggiungono, rimangono estranei, addirittura esclusi. Sono i lontani che vengono ammessi a scoprire e vivere il mistero.
“Siamo venuti per adorare”. Lo scopo principale di quei tre personaggi misteriosi è l’adorazione e non l’offerta dei doni. “Siamo venuti per adorare”. Ma sulla strada della ricerca non ci sono solo i Magi, c’è anche Erode, che cerca per ucciderlo.
Se oggi, e tutti i giorni della nostra vita non sentiamo la necessità e l’urgenza di cercare Gesù, siamo Erode. Siamo Erode se ci sentiamo forti della nostra intelligenza, della nostra salute, dei nostri beni. Siamo Erode se non sentiamo la necessità di rispettare gli altri, di aver bisogno di loro, di comunicare per dare e ricevere.
Siamo Erode se con la nostra vita quotidiana non diamo trasparenza alla nostra fede. Chi vogliamo essere?
Leggi il brano del Vangelo
Mt 2, 1-12
Dal Vangelo secondo Matteo
Nato Gesù a Betlemme di Giudea, al tempo del re Erode, ecco, alcuni Magi vennero da oriente a Gerusalemme e dicevano: «Dov’è colui che è nato, il re dei Giudei? Abbiamo visto spuntare la sua stella e siamo venuti ad adorarlo». All’udire questo, il re Erode restò turbato e con lui tutta Gerusalemme. Riuniti tutti i capi dei sacerdoti e gli scribi del popolo, si informava da loro sul luogo in cui doveva nascere il Cristo. Gli risposero: «A Betlemme di Giudea, perché così è scritto per mezzo del profeta: “E tu, Betlemme, terra di Giuda, non sei davvero l’ultima delle città principali di Giuda: da te infatti uscirà un capo che sarà il pastore del mio popolo, Israele”».
Allora Erode, chiamati segretamente i Magi, si fece dire da loro con esattezza il tempo in cui era apparsa la stella e li inviò a Betlemme dicendo: «Andate e informatevi accuratamente sul bambino e, quando l’avrete trovato, fatemelo sapere, perché anch’io venga ad adorarlo».
Udito il re, essi partirono. Ed ecco, la stella, che avevano visto spuntare, li precedeva, finché giunse e si fermò sopra il luogo dove si trovava il bambino. Al vedere la stella, provarono una gioia grandissima. Entrati nella casa, videro il bambino con Maria sua madre, si prostrarono e lo adorarono. Poi aprirono i loro scrigni e gli offrirono in dono oro, incenso e mirra. Avvertiti in sogno di non tornare da Erode, per un’altra strada fecero ritorno al loro paese.
C: Parola del Signore.
A: Lode a Te o Cristo.