Pietro e la (parentesi chiusa)
Avevano messo l’amore tra parentesi. Una storia d’affetti – colossale, fuor di misura, imbarazzante – mandata a marcire per sempre tra parentesi: “E’ stato tutto un sogno. Un’infatuazione (Amen). Facciam così: non parliamone più tra di noi. Chissà che il tempo smorzi il dispiacere. Io torno a pescare”. Fecero proprio così: coi due legni della croce innalzarono una parentesi, vi chiusero dentro la loro storia con Lui. Ciascuno ritornò ai vecchi mestieri degli inizi. A pescar pesci visto che pescare uomini s’era rivelato un emerito abbaglio giovanile. A rompere il ghiaccio è Simon Pietro: «Io vado a pescare». Ch’era come dire: “Se resto qui senza far niente, mi vien da disperare pensando a Lui. A me”. Lo seguono tutti, la sua leadership è forza motrice: «Veniamo anche noi con te». Per poggiarsi l’uno all’altro, per spartirsi la mestizia, dividersi le ilarità dei detrattori: “Cosa vi avevam detto quel giorno a Tiberiade? Avete peccato di gioventù”. Giù a ridere. Il peccato? Aver alzato l’asticella del cuore: l’azzardo d’andare a pescare uomini invece che annoiarsi pescando pesci. “Lasciate che dicano quello che vogliono – dev’essere stata l’indicazione del capitan Simone -, non reagiamo agli sfottò”. Il mare li attendeva, come un tempo: pur abbandonato, li riaccolse in grembo.
Anche la notte li attendeva: notte bugiarda, luna sorniona, pesci funamboli. Tant’è che «quella notte non presero nulla». Qualcuno ricordò un’altra notte: era quella degli inizi. Anche quella notte non presero nulla, poi la barca si capottò di pesci, di sorpresa: arrivò Lui, boccheggiarono i pesci, s’accese la vita nelle loro occhiaie smunte d’amarezza. Partirono, quella volta. Stavolta, però, tutto tace. Il ricordo si è acceso come un lampo, ma l’ordine è di non fare nessun cenno alla storia passata: tacere, pensano loro, aiuterà a scordarsi, a far morire di asfissia ciò ch’è andato a finir tra parentesi. Sono delusi tutti. Lui di loro, loro di Lui: «La delusione dell’uomo e di Dio è la storia di una delusione reciproca» (E. Cioran). Non tace Lui, il Risorto: “Han deluso, sono scappati tutti nell’attimo del bisogno, mi hanno mandato a morire da solo come un cane. Però, Padre, guardali: sono ancora troppo nostri per vivere tra parentesi”.
Lui è troppo grande per accettare di vederli vivere tra parentesi. Non ha mai avuto, in vita, una tana per poggiare il capo come l’hanno le volpi. Per sfidare la morte, però, è furbo come una volpe: «Figlioli, avete nulla da mangiare?» Come quella volta: a ficcare le mani dentro la ferita, a giocarsi la carta del cuore, a rimettere mano ai brogliacci della loro storia. Per sentirsi urlare in silenzio: «No». E rispondere “sì, invece”: «Gettate la rete dalla parte destra della barca e troverete». Pietro lo guarda, gli trema tutto, lo riconosce. Quello sguardo, stavolta, è la spallata di uno screanzato: “Fammici infilare dentro questa parentesi, Pietro. Fatemi spazio, come l’altra volta”. Pietro trema: «E’ il Signore!». Non fosse pazzo, nessuno Gli andrebbe dietro così.
Ci sono parentesi che quando le apri sai già che rimarrai incastrato dentro: «Simone, mi ami più di costoro?» Detto sottovoce, in disparte, perchè ci sono cose che non si possono discutere in pubblico come fossero affari soliti, hanno bisogno del massimo della segretezza, del sommo della confidenza: «Non lo disse ad alta voce perchè sapeva che a dirle le cose belle non succedono» (E. Hemingway). Una volta, due, tre: il Risorto, apparendo loro, diventa l’esponente che accresce il numero chiuso tra parentesi. Così bello non l’aveva mai veduto, così affamato di pesci e d’amore era proprio il suo Maestro. Così forte d’avere fatto le fusa alla Morte: «Signore, tu conosci tutto». Eccolo: il Dio-tessitore ha (ri)cucito lo strappo dell’adulterio perpetrato attorno al fuoco. La pietra, Pietro, è tornata robusta, è tornato ad essere di carne. Adesso è tutto pronto, per un’altra (ri)partenza: «Seguimi». E la parentesi, aperta, diventa sorriso: il Risorto sorride alla Pietra. Li ama, per-davvero: mai accetterà di vederli vivere tra parentesi.
don Marco Pozza
(Qui tutti i precedenti commenti al Vangelo di don Marco)
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