“ VOCE DI UNO CHE GRIDA nel deserto: preparate la via del Signore, raddrizzate i suoi sentieri! Ogni burrone sarà riempito, ogni monte sarà abbassato; le vie tortuose diverranno diritte e quelle impervie, spianate” (Lc 3, 4-5).
“Preparate la via del Signore”. La voce del profeta irrompe nel silenzio e squarcia il velo delle passeggere sicurezze e delle effimere certezze. Se anche tutto sembra ingessato e vincolato da un destino ineludibile, viene data una possibilità: di trasformare, cambiare le sorti, guardare all’alternativa con fiducia. Chi opera meraviglie è Dio, certamente, ma un Dio che domanda e stimola la collaborazione dell’uomo e per questo verrà nel vagito e nella carne: “fatto uomo”.
“Caro salutis cardo”, la carne di Cristo è il cardine della salvezza, in essa la salvezza si compie e in essa solamente vi è l’alternativa trasformante la realtà: “ogni burrone sarà riempito, ogni monte sarà abbassato”. Nell’Avvento
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il silenzio del “già detto” e del “già fatto” viene spezzato dalla novità della trasformazione: nella logica di Dio ogni cosa può essere rinnovata, trasformata, soprattutto quei burroni e quei monti sinonimo dell’umana fragilità ma anche di sorprendente possibilità, di grazia e di salvezza.