Padre Alberto Maggi commenta il Vangelo di domenica prossima, 11 marzo 2018.
DIO HA MANDATO IL FIGLIO PERCHร IL MONDO SI SALVI PER MEZZO DI LUI
Nel capitolo 3 del suo vangelo Giovanni presenta il dialogo tra Gesรน e Nicodemo il fariseo, ma รจ un dialogo tra sordi perchรฉ Gesรน parla di nuovo e il fariseo, il fariseo lโuomo della tradizione, lโuomo della legge non comprende e non fa altro che obiettare: come puรฒ? Come puรฒ? Ebbene a Nicodemo Gesรน ricorda un episodio famoso che cโรจ nel libro dei Numeri di un castigo che Dio ha dato al popolo che si era rivoltato contro di lui che aveva protestato. Aveva mandato dei serpenti velenosi che mordendo li uccidevano e poi, per intercessione di Mosรจ, aveva fatto innalzare un serpente di rame, di bronzo che li salvava. Si legge nel libro dei Numeri โIl Signore disse a Mosรจ: fatti un serpente e mettilo sopra unโasta; chiunque sarร stato morso e lo guarderร resterร in vitaโ. Ebbene Gesรน si riferisce a questo episodio, ma soltanto per la parte della salvezza, non per la parte del castigo perchรฉ in Gesรน Dio non castiga, ma a tutti offre amore, offre salvezza.
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Allora Gesรน dice a Nicodemo: come Mosรจ innalzรฒ il serpente nel deserto, bisogna che sia innalzato il figlio dellโuomo, Gesรน รจ la pienezza dellโumanitร che coincide con la condizione divina, perchรฉ chiunque crede in lui, in lui chi? Nel figlio dellโuomo, cioรจ chiunque aspira alla pienezza umana che risplende in Gesรน e risplende nel momento della croce, quando Gesรน mostra la pienezza dellโamore suo e del Padre abbia la vita eterna. Gesรน si rivolge a un fariseo, i quali credevano nella vita eterna, ma come un premio nel futuro per la buona condotta tenuta nel presente. Ebbene Gesรน รจ per la prima volta che nel vangelo parla di vita eterna, ma non ne parla come un premio nel futuro, ma con una possibilitร reale nel momento presente. La vita eterna non sarร nel futuro, ma รจ, dice chiunque crede in lui, credere in lui significa aver dato adesione a Gesรน, vivere come lui per il bene dellโuomo, ha la vita eterna. Vita che si chiama eterna non tanto per la durata indefinita, ma una
qualitร indistruttibile, e Gesรน ne parlerร sempre al presente. La vita eterna รจ una possibilitร di pienezza di vita che รจ giร ora a disposizione delle persone.
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Gesรน affermando questo sostituisce la funzione che era attribuita alla legge. Era lโosservanza della legge quella che garantiva poi come premio la vita eterna. Bene con Gesรน non cโรจ piรน lโosservanza a una legge, ma lโadesione a una persona. E continua Gesรน in un crescendo di offerta dโamore. Dio infatti ha tanto amato il mondo da dare il figlio unigenito perchรฉ chiunque crede in lui non vada perduto, ma abbia la vita eterna. Gesรน รจ il dono dโamore di Dio per tutta lโumanitร , un amore che desidera manifestarsi, che desidera comunicarsi.
E Gesรน smentisce quellโimmagine che รจ cara a tutte le religioni di un Dio che giudica, di un Dio che condanna, no. Il Dio di Gesรน, il Padre รจ soltanto amore e offerta dโamore. Sta poi allโuomo accogliere o no questo amore. Infatti afferma Gesรน Dio infatti non ha mandato il figlio del mondo per giudicare, per condannare il mondo, ma perchรฉ il mondo sia salvato per mezzo di lui. Non รจ, come credeva il fariseo Nicodemo, un messia venuto per separare puri da impuri, santi da peccatori, questo furore ideologico che tutte le religioni hanno di dividere lโumanitร , ma unโofferta dโamore a parte di tutti quanti perchรฉ il mondo sia salvo, questo รจ il disegno dโamore di Dio sullโumanitร .
E, afferma Gesรน, che chi crede lui, nel figlio dellโuomo, non va incontro a nessun giudizio e nessuna condanna. Quindi ci si chiede da dove viene questa immagine nefasta di un Dio che giudica, di un Dio che condanna quando Gesรน lo smentisce? Ma chi non crede รจ giร stato giudicato e condannato perchรฉ non ha creduto nel nome dellโunigenito figlio di Dio. Allora รจ chiaro: questo giudizio non viene da Dio, ma รจ lโuomo che, con le scelte che fa, accoglie questa vita o rifiuta questa vita e il rifiuto della vita รจ la pienezza della morte.
Gesรน chiarisce ancora meglio il suo episodio e lo fa con unโimmagine che tutti possono comprendere che il giudizio รจ questo: รจ un giudizio basato sulla luce. La luce รจ positiva, la luce fa bene, la luce allโuomo รจ necessaria per vivere. La luce fa male soltanto quando lโuomo vive nelle tenebre, nel buio. Quando si sta molto tempo al chiuso anche un piccolo spiraglio di luce dร fastidio, fa male. Allora Gesรน afferma il giudizio รจ questo: la luce รจ venuta nel mondo, ma gli uomini hanno amato piรน le tenebre che la luce perchรฉ le loro opere erano malvagie. Allora chi quotidianamente, dando adesione a Gesรน, compie azioni che comunicano vita, restituiscono vita, rallegrano la vita degli altri, diventa una persona splendida, cioรจ luminosa, piena di luce e quando incontra la luce la coglie. Ma chi invece egoisticamente pensa soltanto ai propri bisogni e alle proprie necessitร vive nel suo piccolo mondo ti tenebre e, quando arriva la luce, questa gli dร fastidio e si rintana ancora piรน nelle tenebre.
E conclude Gesรน chiunque infanti fa il male odia la luce, si sa un delinquente detesta la luce, e non viene alla luce perchรฉ le sue opere non vengano riprovate, letteralmente scoperte. Ma in contrapposizione a fare il male Gesรน non parla di fare il bene come ci saremmo aspettati. Invece dice invece chi fa la veritร , la veritร va fatta, la veritร non รจ una dottrina, ma un atteggiamento benevolo dโamore verso gli altri. Quello che separa gli uomini da Dio non รจ una dottrina, ma la condotta. Invece che fa la veritร viene verso la luce perchรฉ appaia chiaramente che le sue opere sono fatte in Dio, perchรฉ รจ Dio che fa il bene dellโuomo.
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LEGGI IL BRANO DEL VANGELO
della IV Domenica del Tempo di Quaresima โ Anno B
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- Colore liturgico: Viola
- 2 Cr 36, 14-16. 19-23; Sal. 136; Ef 2, 4-10; Gv 3, 14-21
Gv 3, 14-21
Dal Vangelo secondo Giovanni
14E come Mosรฉ innalzรฒ il serpente nel deserto, cosรฌ bisogna che sia innalzato il Figlio dellโuomo, 15perchรฉ chiunque crede in lui abbia la vita eterna. 16Dio infatti ha tanto amato il mondo da dare il Figlio unigenito, perchรฉ chiunque crede in lui non vada perduto, ma abbia la vita eterna. 17Dio, infatti, non ha mandato il Figlio nel mondo per condannare il mondo, ma perchรฉ il mondo sia salvato per mezzo di lui. 18Chi crede in lui non รจ condannato; ma chi non crede รจ giร stato condannato, perchรฉ non ha creduto nel nome dellโunigenito Figlio di Dio. 19E il giudizio รจ questo: la luce รจ venuta nel mondo, ma gli uomini hanno amato piรน le tenebre che la luce, perchรฉ le loro opere erano malvagie. 20Chiunque infatti fa il male, odia la luce, e non viene alla luce perchรฉ le sue opere non vengano riprovate. 21Invece chi fa la veritร viene verso la luce, perchรฉ appaia chiaramente che le sue opere sono state fatte in Dioยป.
C: Parola del Signore.
A: Lode a Te o Cristo.
- 11 โ 17 Marzo 2018
- Tempo di Quaresima IV
- Colore Viola
- Lezionario: Ciclo B
- Anno: II
- Salterio: sett. 4
Fonte: LaSacraBibbia.net
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