Splendida parabola, quella con cui il Vangelo secondo Luca, segna questa quarta domenica di Quaresima. Parabola del Padre buono, parabola della misericordia, parabola del ritorno a casa, parabola che palesa quanto immenso e gratuito sia l’amore di Dio, che attende e accoglie anche chi non si è mai pentito. Perché non venite a dirmi che il figlio minore lo abbia fatto! E se lo pensate, siate consapevoli che Luca non l’ha scritto. Il ragazzo torna solo perché affamato.
Ma oggi, lo zoom lo vorrei fare sugli scribi e i farisei mormoratori, ben rappresentati dal buono e giusto figlio maggiore: sempre così presente, sempre così fedele, giusto e disponibile.
Vi state chiedendo il perché di questa scelta? Semplice: perché il dialogo che chiude il brano sembra la precisa risposta offerta a chi all’inizio del brano era impegnato a mormorare: scribi e farisei, appunto. Persone fedeli a Dio che trovano nella mormorazione l’unica risposta a ciò che i loro occhi vedono: peccatori e pubblicani si avvicinano a quel Gesù di Nazaret che si spaccia per figlio di Dio e tutti guarisce e accoglie, anche in giorno di sabato, anche sfidando e sacre leggi sulla purità.
UNA PREGHIERA COME SOSTEGNO
Convertici a te, Signore
Convertici a te, Signore.
Convertici all’amore del Padre.
Guarisci il nostro cuore dalla miopia di cui soffre,
cura i nostri desideri da quelle catene interiori
che impediscono di gioire per il bene,
per il perdono, per la salvezza che tu offri.
Padre buono e grande nell’amore,
abbraccia anche noi, che crediamo di essere giusti,
noi che apparentemente non ci siamo mai allontanati,
noi che pensiamo di poter difendere e annunciare il Vangelo.
Abbracciaci e convertici alla gratuità
e immensità del tuo amore. Amen.