Commento al Vangelo di domenica 3 Maggio 2020 – p. Alessandro Cortesi op

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Lโ€™immagine del pastore รจ una figura di relazione: la sua esistenza รจ legata al gregge in una condivisione di destino. Nella memoria di Israele la stessa origine del popolo affondava le sue radici nellโ€™esperienza di tribรน nomadi di pastori: nella sua piรน antica tradizione la pasqua stessa, centro della spiritualitร  di Israele, era festa che inaugurava lo spostamento di pastori e greggi allโ€™inizio della primavera nella ricerca di nuovi pascoli. Cosรฌ nei Salmi Dio stesso รจ invocato come pastore: โ€˜Il Signore รจ il mio pastoreโ€ฆ mi rinfranca mi guida per il giusto camminoโ€™ (Sal 23,1.3). Ed anche i profeti parlano dello sguardo di Dio come quello di un pastore che si prende cura, e nel contempo rivolgono una critica radicale ai capi religiosi del popolo che si approfittano del gregge e cercano solo il proprio potere. โ€œEcco io stesso cercherรฒ le mie pecore e ne avrรฒ cura. Come un pastore passa in rassegna il suo gregge quando si trova in mezzo alle sue pecore che erano state disperse, cosรฌ io passerรฒ in rassegna le mie pecore e le radunerรฒ da tutti i luoghi dove erano disperse nei giorni nuvolosi e di caligine.โ€ (Ez 34,11-13) Lโ€™autentico pastore di Israele รจ Dio stesso: va alla ricerca della pecora perduta e riconduce allโ€™ovile quella smarrita, fascia quella ferita e cura quella malata (cfr. Ez 34,16).

Gesรน nel IV vangelo presenta se stesso come pastore e richiama la contrapposizione tra chi ha cura del gregge e i pastori mercenari che sfruttano il gregge come ladri e briganti. Il vero pastore รจ riconosciuto nella sua voce dalle pecore. La grande immagine del pastore e delle pecore rinvia cosรฌ al rapporto personale di ognuno nel popolo di Dio con Gesรน stesso che conosce per nome tutte e tutti coloro che il Padre gli ha dato. Lโ€™immagine richiama cosรฌ alla profonditร  unica di questa relazione. Gesรน chiama i suoi โ€˜piccolo greggeโ€™ (Mt 25,31-32) e tuttavia la sua missione sta nellโ€™aprire percorsi nuovi per far uscire da chiusure e orizzonti limitati, per scorgere accoglienza e apertura ad altri, fuori e oltre confini e ovili, secondo lโ€™orizzonte di una comunione che si allarga: un solo gregge e un solo pastore.

Gesรน presenta se stesso anche come porta delle pecore. La porta รจ il luogo di passaggio, di attraversamento per entrare e uscire. Sottostร  forse un riferimento alla โ€˜porta delle pecoreโ€™ nel tempio di Gerusalemme, un passaggio per entrare nel tempio. Gesรน testimonia di essere lui stesso luogo di passaggio, per un incontro con Dio che si attua nel suo corpo: โ€œDistruggete questo tempio e in tre giorni lo farรฒ risorgereโ€ฆ egli parlava del tempio del suo corpoโ€ (Gv 2,19-22). Eโ€™ Gesรน il nuovo tempio non fatto da mani dโ€™uomo (cfr. Mc 14,58). Dร  la vita per le sue pecore, ha cura per ognuna, soprattutto per le piรน deboli e stanche e guarda anche quelle che non sono di questโ€™ovile: โ€œE ho altre pecore che non sono di questโ€™ovileโ€ฆโ€ (Gv 10,16).

Fonte


p. Alessandro Cortesi op

Sono un frate domenicano. Docente di teologia presso lโ€™Istituto Superiore di Scienze Religiose โ€˜santa Caterina da Sienaโ€™ a Firenze. Direttore del Centro Espaces โ€˜Giorgio La Piraโ€™ a Pistoia. Socio fondatore Fondazione La Pira โ€“ Firenze.