All’inizio del Vangelo della IV domenica leggiamo: «Gesù cominciò a dire nella sinagoga: “Oggi si è compiuta questa Scrittura…”». La prima cosa da fare, allora, per capire ciò che segue è riconnettersi con il prima, con i versetti precedenti ascoltati già domenica scorsa.
La Scrittura a cui Gesù si riferisce è un oracolo del profeta Isaia: annuncia la presenza di un «unto del Signore», un consacrato atteso, un messia. È qualcuno che tutti attendono da sempre. È un salvatore in attesa del quale intere generazioni si sono preparate.
Gesù lascia tutti esterrefatti: si presenta come colui nel quale le parole di Isaia si sono realizzate.
Colui che era atteso per «portare ai poveri il lieto annuncio, proclamare ai prigionieri la liberazione e ai ciechi la vista…», ora è lì di fronte ai loro occhi.
Sì, di quel figlio di Giuseppe si erano sentite strane voci di segni straordinari; ma l’Atteso sarebbe dovuto arrivare in un altro modo, forse sulle nubi…, ma non certo come un uomo qualunque, nato e cresciuto come qualsiasi altro essere umano sulla terra. E allora ecco lo sdegno: quello di chi non comprende e non accetta che le cose vadano diversamente da come le aveva sempre capite e accettate.
E in fondo è questo il forte appello che risuona oggi per noi: accogliere il farsi storia della Parola viva, nei modi e nella misura che essa stessa sceglierà; lungo quelle strade che la Parola vorrà spalancare.
Questa è la nostra fede! Questo è credere nel farsi carne del Dio di Gesù Cristo.
Dio ci sorprende. Dio è creativo nell’amore. Dio non segue logiche meccanicistiche. A noi scegliere se fidarci di lui e seguirlo o semplicemente sdegnarci e attendere il manifestarsi del dio che la nostra mente capisce e concepisce.
UNA PREGHIERA COME SOSTEGNO
Oggi la Parola si compie
Oggi, Signore, la tua Parola si compie.
Oggi, come ieri e come in futuro:
la tua Parola attraversa il tempo
e si realizza nella sua pienezza.
Rendici strumenti di questo prodigio
e non sdegnati spettatori.
Donaci quella fede che
accetta il nuovo e ne percorre le vie.
Insegnaci, Signore, a seguire la tua Parola
lungo le vie inedite che aprirà nella storia,
per generare salvezza per l’umanità. Amen.
LEGGI IL BRANO DEL VANGELO
QUARTA SETTIMANA DEL TEMPO ORDINARIO
Puoi leggere (o vedere) altri commenti al Vangelo di domenica 3 Febbraio 2019 anche qui.
Lc 4, 21-30 Dal Vangelo secondo Luca
In quel tempo, Gesù cominciò a dire nella sinagoga: «Oggi si è compiuta questa Scrittura che voi avete ascoltato». Tutti gli davano testimonianza ed erano meravigliati delle parole di grazia che uscivano dalla sua bocca e dicevano: «Non è costui il figlio di Giuseppe?». Ma egli rispose loro: «Certamente voi mi citerete questo proverbio: “Medico, cura te stesso. Quanto abbiamo udito che accadde a Cafàrnao, fallo anche qui, nella tua patria!”». Poi aggiunse: «In verità io vi dico: nessun profeta è bene accetto nella sua patria. Anzi, in verità io vi dico: c’erano molte vedove in Israele al tempo di Elìa, quando il cielo fu chiuso per tre anni e sei mesi e ci fu una grande carestia in tutto il paese; ma a nessuna di esse fu mandato Elìa, se non a una vedova a Sarèpta di Sidòne. C’erano molti lebbrosi in Israele al tempo del profeta Eliseo; ma nessuno di loro fu purificato, se non Naamàn, il Siro». All’udire queste cose, tutti nella sinagoga si riempirono di sdegno. Si alzarono e lo cacciarono fuori della città e lo condussero fin sul ciglio del monte, sul quale era costruita la loro città, per gettarlo giù. Ma egli, passando in mezzo a loro, si mise in cammino. C: Parola del Signore. A: Lode a Te o Cristo.Fonte: LaSacraBibbia.net
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