Il brano del Vangelo di Luca che la liturgia ci offre è chiaro fin dall’inizio: «C’era un uomo ricco… e c’era un povero di nome Lazzaro». Primo indizio per capire come funziona il regno dei cieli: i ricchi sono degli anonimi signori, mentre i poveri hanno un nome. E avere un nome significa contare, avere un’identità, poter essere chiamati da qualcuno… e quindi essere capaci di relazione.
E già questo indizio basta per capire quanto siano lontani dal Vangelo i nostri criteri: conosciamo vita, morte e miracoli (e quindi anche il nome) dei più ricchi e potenti, ma questo non ci consente una relazione. Loro in alto, noi in basso.
E poi ci sono i poveri, che non degniamo neppure di uno sguardo… figuriamoci conoscerne il nome.
Sia chiaro per Luca, evangelista della misericordia, il punto non è premiare i poveri e punire i ricchi. Non c’è diretta conseguenza tra povertà – bontà, ricchezza – malvagità. Nel modo più assoluto. Il punto è un altro. Quale?
Vi racconto un aneddoto. Un giorno stavo consegnando una busta-regalo, con calze, biscotti e altri effetti personali, a un’anziana signora senza fissa dimora, che dormiva in un angolo della Stazione Termini, a Roma. Lei mi ha guardata, mi ha ringraziato e poi ha detto: «Sorella, questo pacchetto non lo dia a me. Oggi ho già ricevuto qualcosa. Guardi quel sottoscala. Laggiù c’è un’altra signora. Di lei non si è accorto nessuno».
Ecco, questa donna mi ha insegnato il senso del Vangelo. I veri ricchi, quelli che possono realmente cambiare il mondo sono quelle donne e quegli uomini che hanno gli occhi e il cuore limpidi e trasparenti, capaci di accorgersi dell’altro, chiunque esso sia, e di lenirle le ferite.
UNA PREGHIERA COME SOSTEGNO
Oltre noi…
Signore Gesù, Dio fatto uomo, insegnaci a uscire da noi stessi,
dal nostro mondo protetto, dal guscio delle nostre sicurezze.
Insegnaci ad accorgerci degli altri, delle loro lacrime e dei loro sogni.
Tergi i nostri occhi, perché imparino a vedere oltre.
Allarga lo spazio del nostro cuore, perché sia casa per molti.
Libera le nostre spalle da inutili zavorre,
per essere liberi di farci carico di chi non riesce ad avanzare.
Sciogli le sicurezze che legano le nostre mani,
perché possano offrire bontà.
Tu, Dio fatto uomo, che hai attraversato la morte per amore,
prendici per mano e insegnaci a percorrere
la via dell’amore. Amen.
Altre immagini di Sr. Mariangela, sul sito cantalavita.com
Letture della
XXVI DOMENICA DEL TEMPO ORDINARIO – ANNO C
Prima Lettura
Ora cesserà l’orgia dei dissoluti.
Dal libro del profeta Amos
Am 6,1a.4-7
Guai agli spensierati di Sion
e a quelli che si considerano sicuri
sulla montagna di Samaria!
Distesi su letti d’avorio e sdraiati sui loro divani
mangiano gli agnelli del gregge
e i vitelli cresciuti nella stalla.
Canterellano al suono dell’arpa,
come Davide improvvisano su strumenti musicali;
bevono il vino in larghe coppe
e si ungono con gli unguenti più raffinati,
ma della rovina di Giuseppe non si preoccupano.
Perciò ora andranno in esilio in testa ai deportati
e cesserà l’orgia dei dissoluti.
Parola di Dio
Salmo Responsoriale
Dal Sal 145 (146)
R. Loda il Signore, anima mia.
Il Signore rimane fedele per sempre
rende giustizia agli oppressi,
dà il pane agli affamati.
Il Signore libera i prigionieri. R.
Il Signore ridona la vista ai ciechi,
il Signore rialza chi è caduto,
il Signore ama i giusti,
il Signore protegge i forestieri. R.
Egli sostiene l’orfano e la vedova,
ma sconvolge le vie dei malvagi.
Il Signore regna per sempre,
il tuo Dio, o Sion, di generazione in generazione. R.
Seconda Lettura
Conserva il comandamento fino alla manifestazione del Signore.
Dalla prima lettera di san Paolo apostolo a Timòteo
1 Tm 6,11-16
Tu, uomo di Dio, evita queste cose; tendi invece alla giustizia, alla pietà, alla fede, alla carità, alla pazienza, alla mitezza. Combatti la buona battaglia della fede, cerca di raggiungere la vita eterna alla quale sei stato chiamato e per la quale hai fatto la tua bella professione di fede davanti a molti testimoni.
Davanti a Dio, che dà vita a tutte le cose, e a Gesù Cristo, che ha dato la sua bella testimonianza davanti a Ponzio Pilato, ti ordino di conservare senza macchia e in modo irreprensibile il comandamento, fino alla manifestazione del Signore nostro Gesù Cristo,
che al tempo stabilito sarà a noi mostrata da Dio,
il beato e unico Sovrano,
il Re dei re e Signore dei signori,
il solo che possiede l’immortalità
e abita una luce inaccessibile:
nessuno fra gli uomini lo ha mai visto né può vederlo.
A lui onore e potenza per sempre. Amen.
Parola di Dio
Vangelo
Nella vita, tu hai ricevuto i tuoi beni, e Lazzaro i suoi mali; ma ora lui è consolato, tu invece sei in mezzo ai tormenti.
Dal Vangelo secondo Luca
Lc 16,19-31
In quel tempo, Gesù disse ai farisei:
«C’era un uomo ricco, che indossava vestiti di porpora e di lino finissimo, e ogni giorno si dava a lauti banchetti. Un povero, di nome Lazzaro, stava alla sua porta, coperto di piaghe, bramoso di sfamarsi con quello che cadeva dalla tavola del ricco; ma erano i cani che venivano a leccare le sue piaghe.
Un giorno il povero morì e fu portato dagli angeli accanto ad Abramo. Morì anche il ricco e fu sepolto. Stando negli inferi fra i tormenti, alzò gli occhi e vide di lontano Abramo, e Lazzaro accanto a lui. Allora gridando disse: “Padre Abramo, abbi pietà di me e manda Lazzaro a intingere nell’acqua la punta del dito e a bagnarmi la lingua, perché soffro terribilmente in questa fiamma”.
Ma Abramo rispose: “Figlio, ricòrdati che, nella vita, tu hai ricevuto i tuoi beni, e Lazzaro i suoi mali; ma ora in questo modo lui è consolato, tu invece sei in mezzo ai tormenti. Per di più, tra noi e voi è stato fissato un grande abisso: coloro che di qui vogliono passare da voi, non possono, né di lì possono giungere fino a noi”.
E quello replicò: “Allora, padre, ti prego di mandare Lazzaro a casa di mio padre, perché ho cinque fratelli. Li ammonisca severamente, perché non vengano anch’essi in questo luogo di tormento”. Ma Abramo rispose: “Hanno Mosè e i Profeti; ascoltino loro”. E lui replicò: “No, padre Abramo, ma se dai morti qualcuno andrà da loro, si convertiranno”. Abramo rispose: “Se non ascoltano Mosè e i Profeti, non saranno persuasi neanche se uno risorgesse dai morti”».
Parola del Signore