Commento al Vangelo di domenica 29 ottobre 2017 – mons. Valentino Vecchi

SOLO CHI HA SPERIMENTATO SU DI SÈ L’AMORE GRATUITO DI DIO PUÃ’ AMARE GRATIS, AMICI E NEMICI

È il massimo comandamento. Ma l’amore non può essere un comando, una legge, perchè non esiste nella costrizione ma nella libertà. La motivazione dell’amore unico e totale sta nell’essere. stati amati per primi da Dio: noi forestieri, poveri, miseri, peccatori. L’amore è gratuito e solo chi ha sperimentato su di sè l’amore gratuito di Dio può essere in condizione di amare gratis: amici e nemici, santi e peccatori. L’originalità della risposta di Gesù non sta nel ripetere una legge già nota agli ebrei, ma nella semplificazione e radicalizzazione. Tutta la legge si riassume in due, anzi in un solo comando, perchè la natura dell’amore è unica. Questo non era noto ai rabbini: Dio e il prossimo allo stesso livello! Non Dio solo: menzogna; non l’uomo solo: filantropia, che non salva tutti gli uomini. Amare, dunque, non è sentimento, ma azione, comportamento, stile nuovo. Porre Dio al di sopra di tutto nell’uomo. Amare come Lui, beneficare, soccorrere, donare e perdonare, guardare con lo sguardo di Dio. Non è una legge, ma un dono; è l’anima della legge, il fondamento. L’amore è il gancio che tiene uniti un cumulo di precetti: se manca, crolla tutto; se c’è, esiste comunità e comunione. Se non c’è, domina l’egoismo. Non ci sono due amori, ma ci sono modi diversi di realizzare l’unico amore. C’è chi sa, seguendo Cristo, che amare il prossimo è amare Dio; e c’è chi non lo saprà mai, come il Buon Samaritano. O lo saprà solo alla fine: «Quando ti abbiamo incontrato, Signore? » (Mt. 23, 31). Ed ecco ancora la Buona Novella, forse la più buona: «Voi avete amato Cristo nel fratello, senza accorgervi». Non si può chiudere la porta a nessuno: neppure ai laicisti, agli anticlericali, ai miscredenti, che fuggono inorriditi dalla chiesa ma poi aiutano i fratelli. Nel Vangelo ci sono anche Nicodemo (che incontra Gesù di notte); Giuseppe di Arimatea (che Lo incontra di nascosto); Gamaliele (un maestro sapiente e santo anche se non discepolo). La misura è l’amore testimoniato. La nostra forza non sta nel metterci contro, ma «insieme» ai fratelli. Oggi l’amore non ci è consigliato come la strada migliore, ma come una necessità assoluta di salvezza.

SI RAGGIUNGE DIO ATTRAVERSO IL PROSSIMO, PERCHÈ IL FRATELLO È MISTERO DI DIO E SUA RIVELAZIONE

Nella pagina dell’Esodo c’è già l’accostamento fra Dio e il prossimo, ma solo in forma giuridica e vendicativa: chi non ama e non è giusto viene punito.  Prepara, tuttavia, a capire la sintesi eloquente fatta da Gesù dei due amori, formulati in modo positivo, dilatati a tutti e a tutto, con tutto il cuore. Per noi è tutto chiaro, almeno a parole. L’amore cristiano si fonda sulla natura umana (Esodo), ma proviene da Dio: la sua motivazione è divina, il suo valore è massimo, la sua ricompensa è Dio stesso. Dunque, si raggiunge Dio attraverso il prossimo, perchè il fratello è un «mistero» di Dio e Sua rivelazione. Chiaro! Ma il dottore della legge ha dubbi. La povera gente non ne ha, perchè, senza concettualismi, vive nel mistero. La tentazione è presente ovunque, anche nello studio della religione, ed è più insinuante. Il dotto, il teologo, oggi più che mai, si scandalizzano del modo di comportarsi di Dio. e Lo vorrebbero più logica che amore. Hanno costruito le cattedrali di pietra; costruiscono le «somme», le teorie, le cattedrali di idee, ma il popolo di Dio, la folla, è quella che capisce. Se Gesù interrogasse la povera gente, questa saprebbe rispondere come Lui attende. Ci sono altre cattedrali senza pietre, fatte di opere buone e di umile preghiera; di buoni samaritani.

Questa è la vera ignoranza religiosa: vivere senza fiamma, senza amore; con distacco, più che dalla dottrina, dalla carità. Oggi gli uomini sono concreti: cercano meno dottori della legge e più uomini dalla vita testimoniata; meno cose da sapere e più cose vissute. Pietro ha saputo dare la definizione di Cristo e poi è fuggito. Per riabilitarlo Cristo gli chiese poi tre volte un atto di amore.

NELL’AMORE STA IL COMPIMENTO DI TUTTO

Il comandamento dell’amore, per Gesù, è il riassunto di tutta la legge e i profeti; regolamentazione dei rapporti con Dio e tra gli uomini. Se si osserva questo comandamento, non c’è altro da fare.

Si tratta di un principio non speculativo, ma operativo: la conoscenza comporta esperienza, non è solo teorica. Solo chi ama sa cos’è l’amore. Chi non ama, di fatto non può saperlo. Quindi non basta studiare: bisogna vivere, meditare, immergersi nell’amore. C’è un salto di qualità fra quello che intende il mondo e perfino il Vecchio Testamento, e il Vangelo, dove il discorso ritorna: nelle applicazioni del discorso della Montagna; nella parabola dell’ultimo giudizio: avevo fame…; nel Buon Samaritano, che Luca collega alla domanda del dottore della legge.

Peculiare di Matteo è l’aggiunta: nell’amore sta il compimento di tutto!

Oggi è tutt’altro che superflua la cosa. Di amore ha bisogno il mondo, la Chiesa, ogni comunità, la famiglia, la fabbrica, l’ospedale, la scuola. Bisogna predicare di nuovo e sempre: amatevi, amiamoci. È l’esigenza dell’ora. Solo dall’amore e per l’amore viene salvezza. Le illusioni illuministiche — logica e ragione, scienza e tecnica — non ci hanno salvato. Le lotte sociali, la rabbia, lo scontento sono cresciuti: guerre e guerriglie. È il risultato dí una dissennata seminagione di odio; è un rifiuto dei valori; un affermarsi di egoismi; una distruzione di ideali. Per anni sono andati in processione (scusate, in corteo), chiedendo lavoro, giustizia, salario, studio, impegno, con slogans del tipo: padroni a testa in giù; professori al muro; cloro al clero (cacofonia); à morte! E poi i fatti… Il Vangelo ci ripete che è vano invocare la fine del terrorismo se non si opera alla base contro la scuola dell’odio e della violenza. A cominciare dai cristiani, chiamati a creare una civile convivenza con una massiccia offensiva di amore. Domandiamoci se non siamo noi il fariseo di turno, che interroga senza fare, senza dare tempo e aiuto.

Fonte

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XXX Domenica del Tempo Ordinario – Anno A

Mt 22, 34-40
Dal Vangelo secondo  Matteo

34Allora i farisei, avendo udito che egli aveva chiuso la bocca ai sadducei, si riunirono insieme 35e uno di loro, un dottore della Legge, lo interrogò per metterlo alla prova: 36«Maestro, nella Legge, qual è il grande comandamento?». 37Gli rispose: «Amerai il Signore tuo Dio con tutto il tuo cuore, con tutta la tua anima e con tutta la tua mente. 38Questo è il grande e primo comandamento. 39Il secondo poi è simile a quello: Amerai il tuo prossimo come te stesso. 40Da questi due comandamenti dipendono tutta la Legge e i Profeti».

C: Parola del Signore.
A: Lode a Te o Cristo.

  • 29 Ottobre – 04 Novembre 2017
  • Tempo Ordinario XXX
  • Colore Verde
  • Lezionario: Ciclo A
  • Salterio: sett. 2

Fonte: LaSacraBibbia.net

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