Il biblista don Fabio Rosini commenta il Vangelo di domenica 29 Luglio 2018 – Diciassettesima domenica del Tempo Ordinario – Anno B, dai microfoni di Radio Vaticana e dalle pagine di Famiglia Cristiana.
LA NOSTRA POVERTÀ NELLE MANI DI DIO
Il racconto di Giovanni della moltiplicazione dei pani e dei pesci ha due peculiarità. Una, appena accennata, è la menzione della Pasqua. L’altra è evidente: mentre in altri Vangeli il problema parte dai discepoli, qui è Gesù che, con fine pedagogia, porta i suoi discepoli dentro il problema della fame delle folle. Il testo dice: «Egli infatti sapeva quello che stava per compiere». La situazione non gli capita addosso, Lui la seleziona e la gestisce.
Domanda a Filippo dove si possa trovare il cibo per quella folla. E Filippo deve constatare di non avere le risorse. Poi viene fuori che c’è un ragazzo che ha cinque pani e due pesci. «Ma che cos’è questo per tanta gente?»
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Era qui che Gesù li voleva portare: farli misurare con quel che li supera. Gli altri Vangeli raccontano che i discepoli propongono di congedare le folle prima che si ponga il problema del cibo. Ad impossibilia nemo tenetur, antico detto latino che parla della impossibilità oggettiva. Con questo detto si possono dribblare molti problemi.
A meno che…
A meno che non sia Pasqua, quando Dio si manifesta.
Se la Chiesa è solo il luogo del possibile, a cosa ci serve riferirci a un uomo risorto da morte? Quanto è possente la tentazione di leggere tutto come una morale, come una serie di precetti etici da applicare per essere nel giusto! Restiamo nel campo dei possibilia, e tiriamo diritto.
Ma la Chiesa è il corpo di Cristo, dove si fa esperienza della vita eterna, quella che non si misura sulle nostre forze. Niente di ciò che è cristiano è alla portata della sola buona volontà, perché ciò che è cristiano è sempre un incontro tra l’uomo e Dio, tra la povertà umana e la gloria di Dio. Lui ama manifestarsi nei nostri limiti.
Nelle nostre mani cinque pani e due pesci sono poca roba, ma nelle mani di Cristo sono ben altro! Diventano la manifestazione della sua Pasqua, quando si trae la vita dalla morte, il molto dal poco, l’abbondanza dalla scarsezza.
LA POTENZA DEL PADRE. Ogni vita cristiana è una chiamata all’esperienza di vedere la povertà che diviene ricchezza per la potenza del Padre. Il sacramento del matrimonio, il servizio, la paternità e la maternità, la fraternità ecclesiale, sono tutte chiamate all’esperienza della potenza di Dio. Ma…
Ma occorre consegnare i pani e i pesci a Cristo. Che lui li spezzi a piacimento, allora diventeranno tanti da avanzare.
Perché i matrimoni si sfaldano, il servizio è faticoso, i figli perdono la fede e le comunità ecclesiali possono essere inguardabili? Perché nessuno molla la presa.
Mi dica Dio cosa devo fare, e io lo faccio. Da solo. Risultato: mediocrità.
Ma se qualcuno lascia il volante e consegna tutto quel che è ed ha nelle mani di Cristo, allora si vola.
Per sfamare questo mondo ferito non abbiamo bisogno di essere dotati chissà quanto, ma di saperci consegnare. Il mondo ha bisogno di cristiani che svuotino il tascapane nelle mani di Cristo, per poter mangiare la Sua opera, non la nostra. Per mezzo del nostro poco.
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di don Fabio Rosini
LEGGI IL BRANO DEL VANGELO
XVII DOMENICA DEL TEMPO ORDINARIO – Anno B
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- Colore liturgico: Verde
- 2 Re 4, 42-44; Sal. 144; Ef 4, 1-6; Gv 6, 1-15
Dal Vangelo secondo Giovanni
Gv 6, 1-15
In quel tempo, Gesù passò all’altra riva del mare di Galilea, cioè di Tiberìade, e lo seguiva una grande folla, perché vedeva i segni che compiva sugli infermi. Gesù salì sul monte e là si pose a sedere con i suoi discepoli. Era vicina la Pasqua, la festa dei Giudei.
Allora Gesù, alzàti gli occhi, vide che una grande folla veniva da lui e disse a Filippo: «Dove potremo comprare il pane perché costoro abbiano da mangiare?». Diceva così per metterlo alla prova; egli infatti sapeva quello che stava per compiere. Gli rispose Filippo: «Duecento denari di pane non sono sufficienti neppure perché ognuno possa riceverne un pezzo».
Gli disse allora uno dei suoi discepoli, Andrea, fratello di Simon Pietro: «C’è qui un ragazzo che ha cinque pani d’orzo e due pesci; ma che cos’è questo per tanta gente?». Rispose Gesù: «Fateli sedere». C’era molta erba in quel luogo. Si misero dunque a sedere ed erano circa cinquemila uomini.
Allora Gesù prese i pani e, dopo aver reso grazie, li diede a quelli che erano seduti, e lo stesso fece dei pesci, quanto ne volevano.
E quando furono saziati, disse ai suoi discepoli: «Raccogliete i pezzi avanzati, perché nulla vada perduto». Li raccolsero e riempirono dodici canestri con i pezzi dei cinque pani d’orzo, avanzati a coloro che avevano mangiato.
Allora la gente, visto il segno che egli aveva compiuto, diceva: «Questi è davvero il profeta, colui che viene nel mondo!». Ma Gesù, sapendo che venivano a prenderlo per farlo re, si ritirò di nuovo sul monte, lui da solo.
C: Parola del Signore.
A: Lode a Te o Cristo.
- 29 Luglio – 04 Agosto 2018
- Tempo Ordinario XVII
- Colore Verde
- Lezionario: Ciclo B
- Anno: II
- Salterio: sett. 1
Fonte: LaSacraBibbia.net
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