In questa 17.ma Domenica del Tempo ordinario, la liturgia ci presenta il Vangelo della moltiplicazione dei pani. Una gran folla segue Gesù, ma non ha cibo per sfamarsi. Un ragazzo offre i suoi cinque pani d’orzo e due pesci. Il Signore li prende e, dopo aver reso grazie, li fa distribuire. Tutti hanno cibo in abbondanza. Gesù allora dice.
«Raccogliete i pezzi avanzati, perché nulla vada perduto».
Su questo brano del Vangelo, ascoltiamo il commento del carmelitano, padre Bruno Secondin, docente di Teologia spirituale alla Pontificia Università Gregoriana:
Per cinque domeniche sarà il capitolo sesto del Vangelo di Giovanni a guidarci: quello della moltiplicazione dei pani, seguito dal discorso sul pane di vita svolto a Cafarnao. C’è una “grande folla”, con almeno 5000 uomini, senza dire poi delle donne e dei bambini. Non c’è denaro né tempo per comprare pane per tutti: ma c’è un cuore generoso di ragazzo che offre la sua merenda di cinque pani e due pesci. Il pane “comprato” non basterebbe, annota Filippo; ma il pane “donato” sì che basta. E mentre passava dalla mano di Gesù a quella dei presenti, di mano in mano, rimaneva abbondante in ogni mano, segno di una generosità che si moltiplicava, di una condivisione che alimentava la sazietà, fino a lasciare anche dodici canestri pieni del pane sopravanzato. Possiamo ammirare il miracolo della moltiplicazione dei pani e dei pesci. Mi piace pensare a due particolari: Gesù fa accomodare la gente sull’erba, non solo seduti ma ben comodi, cioè con piena dignità. E poi penso anche a quel ragazzino senza nome, ma che ha donato il suo piccolo tesoro custodito per un intero giorno. Era segno dell’affetto premuroso della mamma per il suo figlio; donato a Gesù e benedetto diviene sacramento di fraternità e di condivisione feconda. Gesti umanissimi che fanno intravedere altro, molto di più.
Fonte: RadioVaticana