Commento al Vangelo di domenica 29 gennaio 2017 – mons. Giuseppe Mani

I gesti parlano. Gesù sale su una collina e, come Mosè sul monte riceve la legge del Sinai, Gesù propone la carta magna, la legge costituzionale del Regno che annuncia. Ogni precetto comincia con la parola “Beati”. Immaginate che il nostro codice di diritto civile facesse precedere ogni articolo con la promessa della felicità.

Gesù presenta il suo messaggio come “la buona novella”, un cammino di felicità. Un immenso desiderio di felicità pervade ogni essere umano. La “proposta evangelica” dovrà essere molto interessante. Ma di quale felicità si tratta? Come raggiungerla, come accoglierla?

La felicità di Cristo. Il vangelo ci presenta il cuore di Cristo pieno di riconoscenza e di lode. “Ti ringrazio Padre perché hai nascosto queste cose ai sapienti e agli intelligenti e le hai rivelate ai piccoli”. La sua comunione col Padre era sorgente di una intensa gioia che manifestava ai suoi discepoli: ”Che la mia gioia sia in voi e che la vostra gioia sia piena”.

Le beatitudini sono l’immagine di Gesù. Il messaggio evangelico non è esteriore alla persona di Cristo ma ce lo trasmette come messaggio del Padre. Il regno è lo stesso Cristo. Le beatitudini non dicono altra cosa che il vissuto di Gesù.

Il Figlio del Padre ha voluto situarsi nell’umiltà del cuore e si è fatto dolce e umile, ha pianto per la sofferenza e di compassione, è stato misericordioso con i peccatori ed ha testimoniato coraggiosamente la verità. Ha fatto la pace nel suo sangue sulla croce ed ha subito la persecuzione per la giustizia del Regno fino al dono totale. E ci invita a condividere le beatitudini con Lui. Ne conosce la difficoltà e il prezzo e ci accompagna sul cammino di una difficile felicità senza limiti.

Nel vangelo di Matteo le beatitudini sono al futuro. Gesù prende il rischio di vanificare l’oggi? Ci conviene firmare una cambiale in bianco sulla sola garanzia della sua Parola? Non è stato rimproverato spesso al cristianesimo di essere la religione della rassegnazione aspettando la realizzazione nell’aldilà!

“Il Regno è già in mezzo a voi” E le beatitudini sono più delle felicitazioni che Gesù rivolge ai suoi discepoli: “Beati voi di aver fatto la scelta della semplicità, della dolcezza, della tenerezza e della pace. Voi siete sulla strada del regno!”

Dio rimette le lancette dell’orologio del Regno e anticipa la realizzazione attraverso i suoi che vivono lo stile del Regno, che sono delle Parabole del Regno. Dio è alla sorgente della felicità infinita, della bellezza dell’amore. Le beatitudini si possono riassumere così: ”Beati coloro che amano veramente”

Una felicità che ci impegna. “In cammino”. E’ così che Chouraqui che traduce “beato” secondo la sensibilità ebraica. Le beatitudini evangeliche non sono l’apologia di una tranquillità passiva e beata. Al contrario chiamano ad un impegno concreto proposto come via verso la bontà. La povertà del cuore si traduce come un rifiuto a lasciarsi investire dal possesso materiale, dal potere e dall’orgoglio.

E’ la scelta di vivere libero. La dolcezza evangelica non è da confondere con la semplicioneria naif, è il rigetto della violenza e del disprezzo. E’ accoglienza dell’altro senza debolezza ma anche senza pregiudizi ne gelosia….. Le lacrime non sono quelle della romanticheria ma quelle di una compassione cordiale che fa capire ed entra in simpatia con coloro che soffrono.

La purezza del cuore è sinonimo di trasparenza, fugge la doppiezza e il travestimento della verità. Fare la pace suppone una volontà di realizzare la riconciliazione ad immagine del Figlio. La persecuzione a causa di Gesù è “subita” ed è la conseguenza di una ricerca della giustizia del Regno e l’indice di un impegno da parte del discepolo di “aggiustare “ la sua vita al vangelo malgrado le incomprensioni. Mostrarsi cristiano prevede coraggio e lotta.

Beati coloro che vivono contro corrente le beatitudini perché sono il vero volto del mondo che verrà.

Commento a cura di mons. Giuseppe Mani dal sito www.lamiavocazione.it

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IV Domenica del Tempo Ordinario – Anno A

Mt 5, 1-12
Dal Vangelo secondo Matteo

In quel tempo, vedendo le folle, Gesù salì sul monte: si pose a sedere e si avvicinarono a lui i suoi discepoli. Si mise a parlare e insegnava loro dicendo:
«Beati i poveri in spirito,
perché di essi è il regno dei cieli.
Beati quelli che sono nel pianto,
perché saranno consolati.
Beati i miti,
perché avranno in eredità la terra.
Beati quelli che hanno fame e sete della giustizia,
perché saranno saziati.
Beati i misericordiosi,
perché troveranno misericordia.
Beati i puri di cuore,
perché vedranno Dio.
Beati gli operatori di pace,
perché saranno chiamati figli di Dio.
Beati i perseguitati per la giustizia,
perché di essi è il regno dei cieli.
Beati voi quando vi insulteranno, vi perseguiteranno e, mentendo, diranno ogni sorta di male contro di voi per causa mia. Rallegratevi ed esultate, perché grande è la vostra ricompensa nei cieli».

C: Parola del Signore.
A: Lode a Te o Cristo.

  • 29 Gennaio – 04 Febbraio 2017
  • Tempo Ordinario IV, Colore verde
  • Lezionario: Ciclo A | Salterio: sett. 4

Fonte: LaSacraBibbia.net

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