Nel Vangelo di Matteo, Gesù inizia la sua attività pubblica con il cosiddetto Discorso della Montagna. Si chiama così perché, stando alle indicazioni fornite dal testo, Gesù lo pronuncia da un’altura.
Le beatitudini, Magna charta del messaggio evangelico, possono essere considerate come la cornice nella quale inserirsi per riuscire a comprendere il significato di quanto Gesù è venuto a fare e a insegnare. Qual è infatti il sentimento che Gesù prova mentre guarda le folle?
Che cosa sentiva il Figlio di Dio nel profondo del suo cuore quando i suoi occhi si posavano su quella moltitudine seduta ai piedi del monte? Egli sentiva una grande compassione, un affetto profondo, un’immensa tenerezza, un fremito che lo commuoveva.
Gesù nel descrivere chi è il “beato” dice che è il volto stesso di Dio: semplice e povero nello spirito, che piange le sorti dell’uomo, che ha fame e sete di giustizia, misericordioso, puro di cuore, che opera la pace, che sarà perseguitato fino a salire su una croce.
Cristo stesso, in questa circostanza, si pone come beatitudine per quelli che erano lì, che avevano camminato ed erano arrivati ultimi, e non avevano neppure mangiato; la sua persona era la risposta esauriente al loro bisogno, alla loro domanda, al loro desiderio. Questo desiderio è di origine divina; Dio stesso l’ha messo nel cuore dell’uomo per attirarlo a sé, perché Egli solo lo può colmare.
Le beatitudini sono, dunque, un modo rivoluzionario e sovversivo rispetto al modo solito di sentire la vita. I beati sono coloro che pongono la loro fiducia in Dio, sono mendicanti di Lui, sanno che è Dio che risponde al loro desiderio, essi conoscono il segreto della vera speranza in Dio perché è solo Lui che può soddisfare il bisogno di bene che si ha nel cuore.
I beati sono liberi perché ripongono la loro speranza nel Dio che viene. Inizia così a fiorire il Regno di Dio, un modo più vero e più libero di godere le cose, nella prospettiva dell’eterno. Le beatitudini sono la strada che Dio indica come risposta al desiderio di felicità insito nell’uomo, sono il ritratto di Gesù, la sua forma di vita e sono la via della vera felicità, che anche noi possiamo percorrere con la grazia che Gesù ci dona.
Esse svelano la mèta dell’esistenza umana, il fine ultimo cui tendono le azioni umane: Dio ci chiama alla sua beatitudine.
Tale vocazione è rivolta a ciascuno personalmente, ma anche all’insieme della Chiesa, popolo nuovo di coloro che hanno accolto la promessa e vivono nella fede di essa.
O Dio misericordioso,
che hai promesso ai poveri e agli umili
la gioia del tuo regno,
fa’ che gli uomini possano riconoscere
che tutto viene da te,
fa’ che possano avere fame e sete di te,
unico sommo bene,
fa’ che possano consolare e accogliere
gli emarginati della terra
affinché venga il tuo regno di giustizia e di pace.
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IV Domenica del Tempo Ordinario – Anno A
- Colore liturgico: verde
- Sof 2,3; 3, 12-13; Sal.145; 1 Cor 1, 26-31; Mt 5, 1-12
Mt 5, 1-12
Dal Vangelo secondo Matteo
In quel tempo, vedendo le folle, Gesù salì sul monte: si pose a sedere e si avvicinarono a lui i suoi discepoli. Si mise a parlare e insegnava loro dicendo:
«Beati i poveri in spirito,
perché di essi è il regno dei cieli.
Beati quelli che sono nel pianto,
perché saranno consolati.
Beati i miti,
perché avranno in eredità la terra.
Beati quelli che hanno fame e sete della giustizia,
perché saranno saziati.
Beati i misericordiosi,
perché troveranno misericordia.
Beati i puri di cuore,
perché vedranno Dio.
Beati gli operatori di pace,
perché saranno chiamati figli di Dio.
Beati i perseguitati per la giustizia,
perché di essi è il regno dei cieli.
Beati voi quando vi insulteranno, vi perseguiteranno e, mentendo, diranno ogni sorta di male contro di voi per causa mia. Rallegratevi ed esultate, perché grande è la vostra ricompensa nei cieli».
C: Parola del Signore.
A: Lode a Te o Cristo.
- 29 Gennaio – 04 Febbraio 2017
- Tempo Ordinario IV, Colore verde
- Lezionario: Ciclo A | Salterio: sett. 4
Fonte: LaSacraBibbia.net
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