SACRA FAMIGLIA DI GESU’, GIUSEPPE E MARIA
Tra tutte le festività liturgiche, la festa di oggi è forse quella che ci fa sentire più prossima la vita di Gesù, Giuseppe e Maria. Vita feriale, fatta di gioie e preoccupazioni, d’intimità domestica e drammi imprevedibili che cambiano la quiete in angoscia. Il disegno di Dio si dipana nell’intreccio di questi eventi: non è ieratica impassibilità di un’esistenza condotta sotto una campana di vetro. Anzi! Dio è e rimane il Dio di Maria sia nella grazia dell’Annunciazione e nel giubilo del Magnificat, sia nell’angoscia della fuga in Egitto. Parlare di fuga non può non farci pensare alle migliaia e migliaia di profughi costretti a lasciare la propria terra in cerca di salvezza e di pace, di incolumità e di dignità, proprio come è accaduto alla Santa Famiglia. Forse alle nostre famiglie sono risparmiati drammi come questi, nondimeno prove più quotidiane quali la perdita della salute, la perdita del lavoro, la fatica delle relazioni, fanno sperimentare che la nostra relazione con Dio passa anche attraverso questi eventi. La festa di oggi è una divina attestazione di vicinanza per le nostre famiglie: non c’è nulla nella nostra vita umana che Dio stesso non abbia voluto fare proprio. Rivolgiamoci dunque con fiducia all’intercessione della Santa Famiglia in tutte le nostre necessità.
PRIMA LETTURA Onora il padre e la madre
Il messaggio che ci raggiunge da questo brano del Siracide è una preziosa attualizzazione del quarto comandamento: Onora il padre a la madre, onora coloro per mezzo dei quali Dio ti ha donato la vita. La vita è un dono indisponibile, gratuito. Onorare il padre e la madre, anche nella loro vecchiaia e malattia, è un comando che porta in sé il profumo della risurrezione perché non permette ai criteri mondani dell’efficienza, della salute, dell’indipendenza di chiuderci nel nostro egoismo. La vita è una parabola che chiede a ciascuno di noi di stare ora dalla parte di colui del quale ci si prende cura, ora dalla parte di colui che si prende cura: ciò che ci caratterizza è il bisogno dell’altro. Beati noi se sapremo vivere questo bisogno alla luce del comando di Dio che ci dice: Onora, ama.
SECONDA LETTURA Il debito dell’amore
È straordinario questo testo di San Paolo che al primato dell’amore ha dedicato pagine stupende (cfr. Rm 8)! Il brano che la liturgia ci propone oggi traduce positivamente, in azione, un’altra parola paolina: Non abbiate alcun debito con nessuno se non quello di un amore vicendevole. Se vivessimo il debito dell’amore a denti stretti (e dobbiamo essere onesti: talora lo viviamo così!) saremmo chiusi nel negativo, nel fallimento. A nessuno di noi piace essere in debito con altri! Questa logica economica si è fatta strada in noi solo perché non vogliamo rischiare di perdere ciò che abbiamo faticosamente conquistato, dimenticando che il debito cristiano nasce dalla sovrabbondante gratuità che ci ha raggiunto attraverso il dono di Cristo che ci partecipa i suoi sentimenti di bontà, mansuetudine, pazienza, sopportazione. Il nostro debito è proporzionato al tesoro che ci è stato dato affinché lo spendessimo.
VANGELO
In questa festa l’evangelista Matteo mette in risalto la figura di Giuseppe. Anche questa volta egli riceve il messaggio di Dio in sogno, per mezzo di un angelo: Alzati! Gli viene chiesto qualcosa di improvviso e di urgente: deve alzarsi nel cuore della notte. Matteo fa notare che Giuseppe si alza e agisce immediatamente. Come doveva essere vigile Giuseppe, sensibile e aperto anche al minimo cenno di Dio! Non soltanto di giorno ma anche di notte la sua anima era aperta verso l’Alto, in modo che Dio poteva influire in essa con facilità, sicuro della piena corrispondenza. Ricevuto il comando, Giuseppe si scuote all’istante, subito pronto all’azione. Sarà sempre così nella sua vita, come lo è nella vita di chi riempie la propria anima di Dio. Nella storia d’Israele vi era già stata una fuga in Egitto quando la carestia aveva costretto i figli di Giacobbe a discendere nel fertile delta del Nilo. Ora Giuseppe deve prendere la stessa via per salvare la vita del bambino a lui affidato. Ma è bello per noi che questa indicazione sia data a Giuseppe dall’angelo: Dio prepara la salvezza al tempo giusto, senza che noi ce ne preoccupiamo anzitempo. Dopo la morte di Erode è ancora l’angelo che ordina a Giuseppe di tornare nella terra d’Israele, precisamente in Galilea. La vita della Santa Famiglia è quindi contrassegnata da un continuo esodo: uscire, lasciare e partire sono i verbi che danno compimento alla volontà di Dio. Non dobbiamo dunque temerli perché la mèta del nostro cammino sta davanti a noi. La nostra ferialità è vera solo quando ci fa compiere l’esodo da noi stessi!
Messale festivo 2019 delle Edizioni Messaggero Padova
Il Messale delle domeniche e feste 2019 è pensato per aiutare a partecipare attivamente alla liturgia, servendosi anche delle accurate introduzioni alle singole feste. Contiene tutti i testi liturgici del Messale e del Lezionario delle domeniche e feste, dal primo gennaio fino all’ultima domenica di dicembre 2019, con un ampio approfondimento liturgico-pastorale per chi vuole preparare o continuare a casa la riflessione sulla Parola.
Introduzioni alle celebrazioni, presentazioni e commenti alle letture del Vangelo sono curate delle suore clarisse del Monastero San Damiano di Borgo Valsugana (TN) * preghiere dei fedeli a cura della Comunità di Bose
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Letture della
SANTA FAMIGLIA DI GESÙ MARIA E GIUSEPPE – ANNO A – Festa
Colore liturgico: BIANCO
Prima Lettura
Chi teme il Signore onora i genitori.
Dal libro del Siràcide
Sir 3,3-7.14-17a
Il Signore ha glorificato il padre al di sopra dei figli
e ha stabilito il diritto della madre sulla prole.
Chi onora il padre espìa i peccati e li eviterà
e la sua preghiera quotidiana sarà esaudita.
Chi onora sua madre è come chi accumula tesori.
Chi onora il padre avrà gioia dai propri figli
e sarà esaudito nel giorno della sua preghiera.
Chi glorifica il padre vivrà a lungo,
chi obbedisce al Signore darà consolazione alla madre.
Figlio, soccorri tuo padre nella vecchiaia,
non contristarlo durante la sua vita.
Sii indulgente, anche se perde il senno,
e non disprezzarlo, mentre tu sei nel pieno vigore.
L’opera buona verso il padre non sarà dimenticata,
otterrà il perdono dei peccati, rinnoverà la tua casa.
Parola di Dio
Salmo Responsoriale
Dal Sal 127
R. Beato chi teme il Signore e cammina nelle sue vie.
Beato chi teme il Signore
e cammina nelle sue vie.
Della fatica delle tue mani ti nutrirai,
sarai felice e avrai ogni bene. R.
La tua sposa come vite feconda
nell’intimità della tua casa;
i tuoi figli come virgulti d’ulivo
intorno alla tua mensa. R.
Ecco com’è benedetto
l’uomo che teme il Signore.
Ti benedica il Signore da Sion.
Possa tu vedere il bene di Gerusalemme
tutti i giorni della tua vita! R.
Seconda Lettura
Vita familiare cristiana, secondo il comandamento dell’amore.
Dalla lettera di san Paolo apostolo ai Colossési
Col 3,12-21
Fratelli, scelti da Dio, santi e amati, rivestitevi di sentimenti di tenerezza, di bontà, di umiltà, di mansuetudine, di magnanimità, sopportandovi a vicenda e perdonandovi gli uni gli altri, se qualcuno avesse di che lamentarsi nei riguardi di un altro.
Come il Signore vi ha perdonato, così fate anche voi. Ma sopra tutte queste cose rivestitevi della carità, che le unisce in modo perfetto. E la pace di Cristo regni nei vostri cuori, perché ad essa siete stati chiamati in un solo corpo. E rendete grazie!
La parola di Cristo abiti tra voi nella sua ricchezza. Con ogni sapienza istruitevi e ammonitevi a vicenda con salmi, inni e canti ispirati, con gratitudine, cantando a Dio nei vostri cuori. E qualunque cosa facciate, in parole e in opere, tutto avvenga nel nome del Signore Gesù, rendendo per mezzo di lui grazie a Dio Padre.
Voi, mogli, state sottomesse ai mariti, come conviene nel Signore. Voi, mariti, amate le vostre mogli e non trattatele con durezza. Voi, figli, obbedite ai genitori in tutto; ciò è gradito al Signore. Voi, padri, non esasperate i vostri figli, perché non si scoraggino.
Parola di Dio
Vangelo
Prendi con te il bambino e sua madre e fuggi in Egitto.
Dal Vangelo secondo Matteo
Mt 2,13-15.19-23
I Magi erano appena partiti, quando un angelo del Signore apparve in sogno a Giuseppe e gli disse: «Àlzati, prendi con te il bambino e sua madre, fuggi in Egitto e resta là finché non ti avvertirò: Erode infatti vuole cercare il bambino per ucciderlo».
Egli si alzò, nella notte, prese il bambino e sua madre e si rifugiò in Egitto, dove rimase fino alla morte di Erode, perché si compisse ciò che era stato detto dal Signore per mezzo del profeta: «Dall’Egitto ho chiamato mio figlio».
Morto Erode, ecco, un angelo del Signore apparve in sogno a Giuseppe in Egitto e gli disse: «Àlzati, prendi con te il bambino e sua madre e va’ nella terra d’Israele; sono morti infatti quelli che cercavano di uccidere il bambino».
Egli si alzò, prese il bambino e sua madre ed entrò nella terra d’Israele. Ma, quando venne a sapere che nella Giudea regnava Archelao al posto di suo padre Erode, ebbe paura di andarvi. Avvertito poi in sogno, si ritirò nella regione della Galilea e andò ad abitare in una città chiamata Nàzaret, perché si compisse ciò che era stato detto per mezzo dei profeti: «Sarà chiamato Nazareno».
Parola del Signore