Commento al Vangelo di domenica 29 Aprile 2018 – don Fabio Rosini

Il biblista don Fabio Rosini commenta il Vangelo di domenica 29 aprile 2018 – Quinta Domenica dopo Pasqua – Anno B, dai microfoni di Radio Vaticana e dalle pagine di Famiglia Cristiana.

ACCOGLIERE LA VITA COME DIO CE LA DONA

Sin dalla Genesi l’uomo sente l’appello a portare frutto, a crescere, a lasciar traccia positiva di sé. E si lancia con fatica a cercare di conseguire risultati. Ma chiunque sia un po’ onesto con sé stesso non potrà evitare di ricordare le proprie sconfitte e le proprie sterilità. E anche i nostri successi sfociano spesso nell’insoddisfazione, così frequente nel nostro cuore. Anche se abbiamo fatto tutto quel che volevamo e abbiamo raggiunto quel che cercavamo, siamo incompleti. Ci manca un pezzo.

Abbiamo bisogno di accogliere questa diagnosi che la storia ha dato a ogni svolta, e che ogni autentico contatto con il nostro cuore ci ha ribadito: siamo incompleti, insufficienti, carenti. Noi non bastiamo a noi stessi.

[better-ads type=”banner” banner=”84722″ campaign=”none” count=”2″ columns=”1″ orderby=”rand” order=”ASC” align=”right” show-caption=”1″][/better-ads]

Ma chi ha detto che questo è un errore? Chi ha detto che dovevamo trovare un altro risultato? Finché aspettiamo di essere completamente autonomi, saremo insoddisfatti di noi stessi, e gli altri sottolineeranno con le loro aspettative la tragedia di questa illusione. Noi cerchiamo in noi stessi le risposte su noi stessi, ma non sono in noi.

Ecco che gioiosamente, limpidamente questo Vangelo proclama un’altra prospettiva, quella della vita che porta frutto. Non è un’esistenza autonoma, ma ha le sue radici in un Altro. È la poderosa fecondità di chi “rimane” in Cristo. Il quale è radicato nel Padre.

La vita cristiana non è costruita su energia e qualità proprie. È l’arte di lasciarsi salvare e poter dare tanto perché molto di più si è ricevuto. La vita si accoglie da Dio, e finché l’uomo cerca la vita in sé stesso getta le basi delle sue tragedie. Non si vive della propria fragile sostanza, ma della meravigliosa capacità che Dio ci ha donato di poter ricevere la vita da Lui.

Ci sono pseudocristiani che passano il tempo a sbandierare le loro opere e a vantare le loro virtù. Nascondendo disprezzo per gli altri e ansia per la propria immagine. Che consolazione quando si riceve la testimonianza di qualcuno che mostra un’opera di Dio, che sveli le sorprendenti vie della Provvidenza, che ci mostri la signoria di Cristo nella sua storia!

PORTARE FRUTTO. Cosa vuoi che mi importi che tu sia bravo? Di questo a me non serve niente. Ma se nella tua esperienza mi sai mostrare la potenza e la misericordia di Dio, questo sì che mi interessa, perché allora Dio può salvare anche me.

Gesù svela il segreto e le strategie del portare frutto: il Padre taglia ciò che è sterile e pota quel che porta frutto. Dio Padre ci cura con tagli e potature. Assecondare la sua opera è molto più importante che essere capaci di non so cosa. Abbiamo visto uomini e donne dotatissimi ma involuti in loro stessi, e abbiamo conosciuto persone fragili, difettose o malate, capaci di sbocciare in atti di abbandono che illuminavano il mondo. Accogliere la vita come Dio ce la dona è più fecondo di mille opere di produzione propria.

Ci sono persone grandiose svanite dalla memoria, e c’è una ragazza umile e povera che dice: «Avvenga per me secondo la tua parola». E quanto è benedetto il frutto del suo seno!

Qui tutti i commenti di don Fabio Rosini

LEGGI IL BRANO DEL VANGELO
V DOMENICA DI PASQUA – ANNO B

Puoi leggere (o vedere) altri commenti al Vangelo di domenica 29 Aprile 2018 anche qui.

Gv 15, 1-8
Dal Vangelo secondo Giovanni

1«Io sono la vite vera e il Padre mio è l’agricoltore. 2Ogni tralcio che in me non porta frutto, lo taglia, e ogni tralcio che porta frutto, lo pota perché porti più frutto. 3Voi siete già puri, a causa della parola che vi ho annunciato. 4Rimanete in me e io in voi. Come il tralcio non può portare frutto da se stesso se non rimane nella vite, così neanche voi se non rimanete in me. 5Io sono la vite, voi i tralci. Chi rimane in me, e io in lui, porta molto frutto, perché senza di me non potete far nulla. 6Chi non rimane in me viene gettato via come il tralcio e secca; poi lo raccolgono, lo gettano nel fuoco e lo bruciano. 7Se rimanete in me e le mie parole rimangono in voi, chiedete quello che volete e vi sarà fatto. 8In questo è glorificato il Padre mio: che portiate molto frutto e diventiate miei discepoli.

C: Parola del Signore.
A: Lode a Te o Cristo.

  • 29 Aprile – 05 Maggio 2018
  • Tempo di Pasqua V
  • Colore Bianco
  • Lezionario: Ciclo B
  • Anno: II
  • Salterio: sett. 1

Fonte: LaSacraBibbia.net

LEGGI ALTRI COMMENTI AL VANGELO

Read more

Local News