Il racconto evangelico è uno dei brani più conosciuti, vivaci e riusciti di Marco. Un vero capolavoro narrativo e teologico, che può aiutare anche noi a meglio conoscere il Signore Gesù e a crescere nella fede.
Ci troviamo a Gerico, ultima tappa del cammino verso Gerusalemme. Gesù vi giunge con i discepoli ma subito vi riparte. Sembra non vi sia nulla di significativo da raccontare: tutto e tutti hanno lo sguardo – e il passo – allungati verso la città santa. Ma, forse per contrasto, all’evangelista non sfugge la presenza di un uomo seduto, proprio lungo l’itinerario della comitiva, a mendicare. È un cieco, la sua sussistenza dipende solo dalla generosità altrui: sa molto bene che non può darsi salvezza e vita da sé e quindi non c’è situazione o avvenimento che possano distoglierlo dalla sua preoccupazione fondamentale, quella di racimolare denaro per procacciarsi del cibo e una qualità di vita un po’ meno infelice.
Ai nostri giorni, in una società essenzialmente dell’immagine, la condizione di cecità comporta la rinuncia forzata a diverse opportunità; ai tempi di Gesù la vita non era certo meno dura, soprattutto perché questa malattia implicava un’emarginazione sociale e religiosa difficile da espungere: il cieco era – la sua malattia era lì a testimoniarlo – un peccatore e non è mai bene stare troppo vicino a chi è tale… (cfr. Gv 9,1-3). Ciononostante, le orecchie sono buone e su una strada si possono cogliere le declinazioni della vita da un differente punto di… ‘vista’! Evidentemente la fama di Gesù ha preceduto il suo arrivo a Gerico e quando anche Bartimeo viene a conoscenza della ravvicinata presenza di questo guaritore, di questo inviato messianico («Figlio di Davide», v. 47), di questo profeta, non può perdere l’occasione per tentare di incontrarlo. Deve aver pensato qualcosa di simile alla donna che da molto tempo aveva perdite di sangue: «Se riuscirò anche solo a toccare le sue vesti, sarò salvata» (Mc 5,28). Ma un cieco non può agire autonomamente: come può avvicinarsi, raggiungere, toccare Gesù? Quest’uomo comprende, forse amaramente, che, per le ragioni socio-religiose sopra enunciate, non sarebbe una strategia vincente chiedere una collaborazione alle altre persone presenti. E il seguito del racconto conferma la validità dell’intuizione (cfr. v. 48). Se la donna prim’anzi ricordata aveva potuto contare, almeno inizialmente, su di un’azione discreta e silenziosa (cfr. 5,25-34), a Bartimeo non resta che la propria voce, attivata ripetutamente e a pieno volume, per dare corpo alla propria speranza. Grida, grida la propria disperazione ma anche la propria fiducia: una preghiera bellissima – «Figlio di Davide, Gesù, abbi pietà di me!» (v. 47) – che avrà lungo corso nella storia della spiritualità cristiana.
Proviamo ora a metterci nei panni di Gesù. Sta passando tra due ali di folla per Gerico, acclamato e osannato come benefattore. Essere accompagnato da un gruppo che testimoni le sue gesta potrebbe essere un ottimo biglietto da visita per gli abitanti della città di Davide. È ‘politicamente corretto e utile’ prendersi cura di un cieco in un momento come questo? Non è un rischio e un fastidio da evitare? Nessun dubbio su come avrebbe agito un potente dei nostri giorni. Ma, ‘grazie a Dio’, Dio non è così! Dio non fa calcoli dal respiro breve.
In un baleno Bartimeo si trova di fronte a Gesù, da lui stesso convocato. Bellissima la domanda che Gesù gli pone, rispettosa della dignità e del desiderio dell’interlocutore: «Che cosa vuoi che io faccia per te?» (v. 51). Forse ricordiamo che questa è la medesima domanda posta da Gesù, la scorsa settimana, ai due figli di Zebedeo, Giacomo e Giovanni (cfr. 10,36), e a cui i «figli del tuono» (3,17) avevano replicato con una richiesta di ‘potere politico’. Qui Bartimeo, che ha evidentemente apprezzato la convocazione e la franchezza di Gesù, risponde con intimità confidenziale, «Rabbunì, – ovvero, maestro mio – che io veda di nuovo!» (v. 51). Che diversità di richieste! Che qualità esistenziale differente!
La finale del racconto è un capolavoro. L’accoglienza benevola della richiesta di Bartimeo – la guarigione dalla cecità – non è quasi narrata e solo per intuizione si può capire chi la attua. Quello che è detto chiaramente è che essa avviene solo dopo che Gesù ha allontanato da sé il cieco, lo ha rimandato alla sua città, che ora può incontrare senza più essere umiliato e discriminato. Come era avvenuto dopo la guarigione dell’indemoniato di Gerasa (cfr. 5,1-20), che peraltro aveva esplicitamente chiesto di poter stare stabilmente con Gesù, l’ordine era stato quello del ritorno al proprio ambiente: «Va’ nella tua casa, dai tuoi, annuncia loro ciò che il Signore ti ha fatto e la misericordia che ha avuto per te» (5,19). Gesù non agisce per interesse, per avere ‘un soldato in più nelle sue fila’!
Ma Bartimeo ha comunque capito che Gesù non è solo un guaritore, un operatore di miracoli, uno che distribuisce il bene con discrezione e verità. E allora, liberamente decide di inserirsi nel gruppo di coloro che seguono Gesù verso Gerusalemme, divenendo modello di ogni credente che ha sperimentato la salvezza. Che sia anche il nostro cammino!
Fonte: Monastero Dumenza
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XXX DOMENICA DEL TEMPO ORDINARIO – Anno B
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- Colore liturgico: Verde
- Ger 31, 7-9; Sal 125; Eb 5, 1-6; Mc 10, 46-52
Dal Vangelo secondo Marco
Mc 10, 46-52
46E giunsero a Gerico. Mentre partiva da Gerico insieme ai suoi discepoli e a molta folla, il figlio di Timeo, Bartimeo, che era cieco, sedeva lungo la strada a mendicare. 47Sentendo che era Gesù Nazareno, cominciò a gridare e a dire: «Figlio di Davide, Gesù, abbi pietà di me!». 48Molti lo rimproveravano perché tacesse, ma egli gridava ancora più forte: «Figlio di Davide, abbi pietà di me!». 49Gesù si fermò e disse: «Chiamatelo!». Chiamarono il cieco, dicendogli: «Coraggio! Àlzati, ti chiama!». 50Egli, gettato via il suo mantello, balzò in piedi e venne da Gesù. 51Allora Gesù gli disse: «Che cosa vuoi che io faccia per te?». E il cieco gli rispose: «Rabbunì, che io veda di nuovo!». 52E Gesù gli disse: «Va’, la tua fede ti ha salvato». E subito vide di nuovo e lo seguiva lungo la strada.
C: Parola del Signore.
A: Lode a Te o Cristo.
- 28 Ottobre – 03 Novembre 2018
- Tempo Ordinario XXX
- Colore Verde
- Lezionario: Ciclo B
- Anno: II
- Salterio: sett. 2
Fonte: LaSacraBibbia.net
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