Commento al Vangelo di domenica 28 gennaio 2018 โ€“ ElleDiCi

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GESร™ IL PROFETA

Alcuni Padri della Chiesa, seguiti da scrittori piรน tardi, amavano elencare e commentare i vari โ€œnomiโ€ con cui nella Bibbia รจ designato Gesรน. Tra questi รจ da sottolineare il nome di โ€œprofetaโ€. Gesรน se lo attribuisce quando dice, parlando della propria morte: โ€œNon รจ possibile che un profeta muoia fuori di Gerusalemmeโ€ (Lc 13,33).

ta, nel linguaggio biblico, non รจ in primo luogo uno che predice il futuro, ma uno che parla a nome di Dio, un portavoce di Dio. E Gesรน si presenta come tale: โ€œSe dico la veritร , perchรฉ non mi credete? Chi รจ da Dio ascolta le parole di Dioโ€ (Gv 8,46.47); โ€œIo non ho parlato da me, ma il Padre che mi ha mandato, egli stesso mi ha ordinato che cosa devo dire e annunziare. E io so che il suo comandamento รจ vita eterna. Le cose dunque che io dico, le dico come il Padre le ha dette a meโ€ (Gv 12,49-50). รˆ lui il profeta che Mosรจ promette al popolo ripetendo ciรฒ che gli ha detto il Signore: โ€œIo susciterรฒ loro un profeta in mezzo ai loro fratelli e gli porrรฒ in bocca le mie parole ed egli dirร  loro quanto io gli comanderรฒโ€. Lo proclamerร  Pietro, appellandosi alle parole ora riportate (cf At 3,22-23).
Gesรน parla a nome del Padre che lโ€™ha inviato; ma poichรฉ egli e il Padre sono una cosa sola (cf Gv 10,30), egli insegna โ€œcome uno che ha autoritร โ€, con grande stupore dei suoi uditori, abituati allโ€™insegnamento degli scribi, i quali riferivano semplicemente ciรฒ che leggevano dalla Bibbia.

esรน non si limita a fare una proposta alla quale si puรฒ aderire o no senza conseguenze, ma esige piena fede alle sue parole: โ€œChi crede in lui (nel Figlio mandato dal Padre) non รจ condannato; ma chi non crede รจ giร  stato condannato, perchรฉ non ha creduto nel nome dellโ€™unigenito Figlio di Dioโ€ (Gv 3,18); โ€œChi crede nel Figlio ha la vita eterna; chi non obbedisce al Figlio non vedrร  la vita, ma lโ€™ira di Dio incombe su di luiโ€ (Gv 3,36).

Gesรน รจ profeta. Il potere sui demoni, dimostrato nel fatto riferito qui da Marco, come gli altri miracoli che lโ€™evangelista racconterร , sono una prova della sua missione profetica. Gesรน รจ il Messia, il Figlio di Dio, il liberatore degli uomini dal dominio del male e del peccato. Gesรน รจ profeta sempre, in tutto ciรฒ che insegna. รˆ troppo comune il vezzo di prendere dal Vangelo quello che risponde ai propri gusti, alle proprie preferenze di carattere sia religioso sia politico sia moralistico, o semplicemente quello che fa piรน comodo. Cโ€™รจ chi accetta senza difficoltร  lโ€™invito: โ€œVenite a me, โ€ฆe io vi ristorerรฒโ€ (Mt 11,28), ma mette volentieri fra parentesi il: โ€œVia, lontano da me, maledetti, nel fuoco eternoโ€ (Mt 25,41).

Cโ€™รจ chi non contesta la preghiera, tanto raccomandata da Gesรน, e preferisce ignorare il โ€œBeati voi poveriโ€ e โ€œGuai a voi, o ricchiโ€ (Lc 6,20-24). Cโ€™รจ chi, mentre Gesรน dice ben chiaro che il primo e piรน grande comandamento รจ: โ€œAmerai il Signore Dio tuoโ€, e il secondo: โ€œAmerai il prossimo tuoโ€ (Mt 22,37-38), afferma con tutta disinvoltura che lโ€™unico dovere del cristiano รจ la solidarietร  con gli altri e la lotta di classe.

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Tutti profeti?

Risponde il Concilio: โ€œIl popolo santo di Dio (cioรจ tutti i battezzati) partecipa allโ€™ufficio profetico di Cristoโ€ (Lumen Gentium, 12). Ogni fedele deve โ€œrendere testimonianza di Gesรน con spirito di profeziaโ€ (Ad gentes, 2).
In qual senso tutti i cristiani sono chiamati a essere profeti? Col rendere a Cristo โ€œuna viva testimonianza, soprattutto per mezzo di una vita di fede e di caritร โ€ (Lumen Gentium, 12). Dunque, prima che con la parola, con la vita. Come possono anche i laici essere profeti?

Risponde Charles de Foucauld: โ€œVerso tutti quelli coi quali sono in rapporto, con la bontร , lโ€™affetto fraterno, lโ€™esempio, lโ€™umiltร , la mitezza. Con alcuni, senza mai dir loro una parola su Dio e la religione, pazientando come pazienta Dio, essendo buoni comโ€™รจ buono Dio, mostrandosi loro fratelli e pregando. Con altri, parlando di Dio nella misura in cui sono in grado di accettarlo, e, appena hanno in mente di ricercare la veritร  con lo studio della religione, mettendoli in contatto con un prete scelto molto beneโ€ฆ Soprattutto, bisogna vedere in ogni essere umano un fratelloโ€.

Ma cโ€™รจ anche il carisma dei โ€œprofetiโ€, che parlano a nome di Dio per una grazia speciale ricevuta da lui. Questo carisma, presente nelle comunitร  del Nuovo Testamento, non รจ andato perduto nella Chiesa. Spesso si manifesta in forma semplice e modesta, altre volte si presenta come qualcosa di straordinario, con โ€œrivelazioniโ€, โ€œapparizioniโ€, โ€œvociโ€, โ€œmessaggiโ€ di Dio, di Cristo, della Madonna. Oggi, forse piรน che ieri, questi tipi di โ€œprofetiโ€ sono piuttosto frequenti โ€“ ne ricevo in media uno ogni settimana โ€“. Il dubbio se siano autentici viene naturalmente, anche quando la stramberia non salta immediatamente allโ€™occhio.

Gesรน ci mette in guardia dai โ€œfalsi profetiโ€ (Mt 7,15). Sin dai primi tempi la Chiesa conoscerร , accanto allโ€™autentico carisma profetico, quelli che, pretendendosi profeti, semineranno lโ€™errore e lo scisma. Attenzione, dunque. E ricordiamo lโ€™avvertimento del Concilio, eco delle parole di Paolo: il giudizio sulla genuinitร  dei carismi โ€œe sul loro esercizio ordinato appartiene a quelli che presiedono nella Chiesa, ai quali spetta specialmente, non di estinguere lo Spirito, ma di esaminare tutto e ritenere ciรฒ che รจ buono (cf 1 Ts 5,12 e 19-21)โ€ (Lumen Gentium, 12).
Paolo pone il carisma dei โ€œprofetiโ€ subito dopo quello degli โ€œapostoliโ€ (1 Cor 12,28-29; Ef 2,20; 4,11). Ma se profeta รจ colui che parla a nome di Dio, tale รจ certamente anche Paolo, inviato da Cristo ad annunziarlo ai pagani e portare il suo nome โ€œdinanzi ai popoli, ai re e ai figli di Israeleโ€ (At 9,15). Per questo anche oggi, come spessissimo nella liturgia della parola, abbiamo ascoltato la sua voce, la quale ci dร  una lezione (che non รจ certo familiare ai piรน), quando, confrontando la situazione di chi รจ sposato con chi non lo รจ, dichiara che questi si trova in una condizione di vantaggio rispetto a chi lo รจ, perchรฉ non รจ diviso e โ€œsi preoccupa delle cose del Signore, come possa piacere al Signoreโ€.

Cosรฌ della donna sposata. Linguaggio senza senso per chi pone il sesso al centro della vita e non ammette freni e limiti al godimento sessuale; linguaggio difficile anche per il cristiano che, accettando il sesto e il nono comandamento, considera il matrimonio condizione indispensabile per la piena espansione della personalitร  e non vede come si giustifichi la scelta del celibato, della verginitร . Linguaggio difficile, certo: lโ€™aveva giร  detto Gesรน, presentando con altre parole lo stesso insegnamento: โ€œNon tutti possono capirlo, ma solo coloro ai quali รจ stato concessoโ€ (Mt 19,11). Paolo a sua volta ha detto poco prima: โ€œCiascuno ha il proprio dono da Dio, chi in un modo, chi in un altroโ€ (1 Cor 7,7).

Nessuna svalutazione dellโ€™amore e del matrimonio, in cui Paolo stesso ravvisa un โ€œmistero grandeโ€, come figura dellโ€™unione di Cristo con la Chiesa (Ef 5,32). Ma, nel quadro dโ€™una gerarchia di valori che afferma il primato di Dio sullโ€™uomo, dellโ€™eterno su ciรฒ che passa, lโ€™apostolo vede in tutte le realtร  del mondo (si ricordi anche la 2ยช lettura della scorsa domenica) una tappa verso il Regno che verrร  nella sua pienezza. In questo senso s. Massimo di Torino, citando questo testo, si domanda: โ€œCome potrebbe uno che si preoccupa del mondo impegnarsi veramente per Cristo?โ€.

Non bisogna dimenticare, dโ€™altra parte, che tutto lโ€™impegno nelle cose terrene, quando sia vissuto nella fede, puรฒ e devโ€™essere orientato a Dio, divenire autentico atto di amore per lui. รˆ ancora Paolo che lo afferma in questa stessa lettera: โ€œSia che mangiate, sia che beviate, sia che facciate qualsiasi altra cosa, fate tutto per la gloria di Dioโ€ (1 Cor 10,31). Del resto, il dono di se stesso a Dio, per chi, avuto il carisma del celibato, lo vive unicamente per amore, non puรฒ non dilatare il cuore allโ€™amore disinteressato e operoso, alla dedizione per i fratelli, poichรฉ consente di attingere sempre piรน abbondantemente al cuore di quel Dio che รจ amore (cf 1 Gv 4,8-16).

 Fonte

Tratto da โ€œOmelie per un anno 1 e 2 โ€“ Anno Aโ€ โ€“ a cura di M. Gobbin โ€“ LDC

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Terza domenica del Tempo Ordinario โ€“ Anno B

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Mc 1, 14-20
Dal Vangelo secondo Marco

14Dopo che Giovanni fu arrestato, Gesรน andรฒ nella Galilea, proclamando il vangelo di Dio, 15e diceva: ยซIl tempo รจ compiuto e il regno di Dio รจ vicino; convertitevi e credete nel Vangeloยป. 16Passando lungo il mare di Galilea, vide Simone e Andrea, fratello di Simone, mentre gettavano le reti in mare; erano infatti pescatori. 17Gesรน disse loro: ยซVenite dietro a me, vi farรฒ diventare pescatori di uominiยป. 18E subito lasciarono le reti e lo seguirono. 19Andando un poco oltre, vide Giacomo, figlio di Zebedeo, e Giovanni suo fratello, mentre anchโ€™essi nella barca riparavano le reti. 20E subito li chiamรฒ. Ed essi lasciarono il loro padre Zebedeo nella barca con i garzoni e andarono dietro a lui.

C: Parola del Signore.
A: Lode a Te o Cristo.

  • 21 โ€“ 27 Gennaio 2018
  • Tempo Ordinario III
  • Colore Verde
  • Lezionario: Ciclo B
  • Anno: II
  • Salterio: sett. 3

Fonte: LaSacraBibbia.net

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