XXVI Domenica del Tempo Ordinario – Anno B
- Colore liturgico: verde
- Nm 11, 25-29; Sal.18; Gc 5, 1-6; Mc 9,38-43.45.47-48
Dal Vangelo secondo Marco
[ads2]In quel tempo, Giovanni disse a Gesù: «Maestro, abbiamo visto uno che scacciava demòni nel tuo nome e volevamo impedirglielo, perché non ci seguiva». Ma Gesù disse: «Non glielo impedite, perché non c’è nessuno che faccia un miracolo nel mio nome e subito possa parlare male di me: chi non è contro di noi è per noi.
Chiunque infatti vi darà da bere un bicchiere d’acqua nel mio nome perché siete di Cristo, in verità io vi dico, non perderà la sua ricompensa.
Chi scandalizzerà uno solo di questi piccoli che credono in me, è molto meglio per lui che gli venga messa al collo una macina da mulino e sia gettato nel mare. Se la tua mano ti è motivo di scandalo, tagliala: è meglio per te entrare nella vita con una mano sola, anziché con le due mani andare nella Geènna, nel fuoco inestinguibile. E se il tuo piede ti è motivo di scandalo, taglialo: è meglio per te entrare nella vita con un piede solo, anziché con i due piedi essere gettato nella Geènna. E se il tuo occhio ti è motivo di scandalo, gettalo via: è meglio per te entrare nel regno di Dio con un occhio solo, anziché con due occhi essere gettato nella Geènna, dove il loro verme non muore e il fuoco non si estingue».
C: Parola del Signore.
A: Lode a Te o Cristo.
- 27 settembre – 03 ottobre 2015
- Tempo Ordinario XXVI, Colore verde
- Lezionario: Ciclo B | Anno I, Salterio: sett. 2
Fonte: LaSacraBibbia.net
Commento
In nome della comunità, Giovanni impedisce che un altro possa fare una buona azione. Per il fatto di essere discepolo, egli pensava di essere il padrone di Gesù e, per questo, voleva proibire che altri usassero il suo nome per fare il bene. Le parole del Maestro sono un invito alla tolleranza e alla comprensione. Il nome di Gesù, non è un monopolio della comunità (1Cor12,3). Per Gesù, l’importante non è se la persona faccia parte o no della comunità, ma se fa il bene che la comunità deve fare. Gesù aveva una mentalità ecumenica.
Gesù sta andando a Gerusalemme per dare la sua vita.
Gesto di grande donazione. Però Egli non dimentica i piccoli gesti di donazione nella vita di ognuno: un bicchiere d’acqua, un gesto di accoglienza, un’elemosina, una parola. Inoltre, scandalo è una parola greca e indica qualcosa che fa inciampare e cadere. Il tema è la fede. L’aggravante è che si tratta dei “piccoli che credono”. Questo spiega la gravità della pena.
Gesù avverte che la fede è un dono così grande e importante che chi cerchi di attaccarla o distruggerla perderà tutto.
Lo scandalo esiste quando c’è nella comunità chi pretende di essere più grande, di essere servito invece di servire (10,45), mettendosi sopra gli altri come superiore ad essi. Questa ambizione mette in pericolo l’adesione dei «piccoli» a Gesù.
Bisogna fare delle scelte, per quanto dolorose esse siano, perché sono scelte tra il successo e il fallimento dell’esistenza: ogni attività (simbolizzata dalla mano), condotta (il piede) o aspirazione (l’occhio), che cerchi prestigio e superiorità, è viziata e bisogna sopprimerla, perché mette in pericolo la fedeltà al messaggio e blocca lo sviluppo personale.
La radicalità a cui ci richiama il Vangelo ci porterà a dire dei sani «NO» a ciò che ci appesantisce, ma anche dei precisi «SÌ» a ciò che è vita buona.
La nuova evangelizzazione chiama tutti e si realizza fondamentalmente in tre ambiti: quello della pastorale ordinaria, quello delle «persone battezzate che però non vivono le esigenze del battesimo», e quello verso coloro che non conoscono Gesù Cristo o lo hanno sempre rifiutato.(EG14)