La convinzione di essere giusti comporta necessariamente il disprezzo degli altri uomini? Gesù ci racconta questa parabola per denunciare il comportamento di alcuni , tra di noi, che dall’alto della propria autogiustificazione non hanno che disprezzo per il resto dell’umanità da cui si estraniano non essendo come loro. La salvezza che Gesù è venuto ad annunciare è diversa e vale per ogni uomo, per tutti gli uomini. Per tutto l’uomo.
La salvezza non esclude nessuno! Questa affermazione riduce a nulla la posizione dei farisei che per le loro pratiche e lo loro opere si distinguevano dagli altri uomini, separandosi dall’umanità peccatrice. In radicale opposizione si può ricordare Gesù, la figura del Giusto per eccellenza, che si è fatto vicino, solidale, dei poveri, dei piccoli, dei peccatori e degli esclusi.
Non ha perso niente della sua giustizia ma ha espresso con la sua presenza, la sua attenzione e il suo amore che ogni uomo è beneficiario della tenerezza e della vicinanza di Dio. E gli uomini non si sono sbagliati: hanno riconosciuto in Lui il Salvatore. Il peccato non è l’unica dimensione umana che interessa a Dio: il peccato è fatto per essere perdonato.
Se il peccatore riconosce umilmente la sua situazione e domanda la misericordia, Dio ama i peccatori il cui cuore fa questa opera di verità e va verso di Lui offrendogli la giustificazione. Una cosa è aver contattato personalemnte Gesù durante la sua vita terrena altra cosa è comprendere che Gesù , col suo sacrificio, si dona per la salvezza di tutti gli uomini.
San Paolo e la salvezza.
La salvezza vale per ogni uomo. Niente di ciò che è umano è estraneo all’opera salvifica di Dio. San Paolo lo sa bene, lui che si è gettato interamente nell’annuncio del Vangelo di Gesù Cristo.
Nessuna traccia, aldilà di un po’ di stupore nei riguardi di coloro che non sono giustificati come lui ma un immenso desiderio di condividere il Vangelo e far partecipare a questa grazia che ha ricevuto non per se stesso ma per essere apostolo.
IL segno essenziale della salvezza in San Paolo è nell’assoluta fiducia in Gesù Cristo, da cui attende la ricompensa e il perdono verso coloro che gli hanno fatto del male.
“Dio non fa differenza tra le persone”. Sono gli uomini che fanno la differenza secondo la ricchezza, la povertà la potenza o la debolezza, la vera o la falsa religione. Non si tratta di un egalitarismo ma di considerare ciascuno appartenente all’unica umanità, oggetto della salvezza in Gesù Cristo.
Se tutti sono chiamati alla salvezza colui che ha la grazia di avere la fede in Gesù Cristo ha su tutti i fratelli in umanità uno sguardo simile a quello che Dio ha su di lui, uno sguardo pieno di misericordia e di compassione.
Tutti e due, pubblicani e farisei vengono a pregare nello stesso tempio ma pregano lo stesso Dio? Unendo l’amore di Dio e l’amore del prossimo Dio ci ricorda che la relazione con Dio spesso si esprime con la relazione col prossimo. Una preghiera che si rivolge a Dio ma che ha insieme il disprezzo del prossimo non è cristiana. Mentre una preghiera che parte dalla povertà radicale dell’uomo, che tiene conto della propria situazione di peccatore e che è aperta al prossimo, questa preghiera, come quella del povero e del giusto attraversa le nubi e raggiunge il suo obiettivo, la compassione di Dio.
Fonte – il sito di mons. Giuseppe Mani
Letture della
XXX DOMENICA DEL TEMPO ORDINARIO – ANNO C
Prima Lettura
La preghiera del povero attraversa le nubi
Dal libro del Siràcide
Sir 35,15b-17.20-22a
Il Signore è giudice
e per lui non c’è preferenza di persone.
Non è parziale a danno del povero
e ascolta la preghiera dell’oppresso.
Non trascura la supplica dell’orfano,
né la vedova, quando si sfoga nel lamento.
Chi la soccorre è accolto con benevolenza,
la sua preghiera arriva fino alle nubi.
La preghiera del povero attraversa le nubi
né si quieta finché non sia arrivata;
non desiste finché l’Altissimo non sia intervenuto
e abbia reso soddisfazione ai giusti e ristabilito l’equità.
Parola di Dio
Salmo Responsoriale
Dal Sal 33 (34)
R. Il povero grida e il Signore lo ascolta.
Benedirò il Signore in ogni tempo,
sulla mia bocca sempre la sua lode.
Io mi glorio nel Signore:
i poveri ascoltino e si rallegrino. R.
Il volto del Signore contro i malfattori,
per eliminarne dalla terra il ricordo.
Gridano e il Signore li ascolta,
li libera da tutte le loro angosce. R.
Il Signore è vicino a chi ha il cuore spezzato,
egli salva gli spiriti affranti.
Il Signore riscatta la vita dei suoi servi;
non sarà condannato chi in lui si rifugia. R.
Seconda Lettura
Mi resta soltanto la corona di giustizia.
Dalla seconda lettera di san Paolo apostolo a Timòteo
2 Tm 4,6-8.16-18
Figlio mio, io sto già per essere versato in offerta ed è giunto il momento che io lasci questa vita. Ho combattuto la buona battaglia, ho terminato la corsa, ho conservato la fede. Ora mi resta soltanto la corona di giustizia che il Signore, il giudice giusto, mi consegnerà in quel giorno; non solo a me, ma anche a tutti coloro che hanno atteso con amore la sua manifestazione.
Nella mia prima difesa in tribunale nessuno mi ha assistito; tutti mi hanno abbandonato. Nei loro confronti, non se ne tenga conto. Il Signore però mi è stato vicino e mi ha dato forza, perché io potessi portare a compimento l’annuncio del Vangelo e tutte le genti lo ascoltassero: e così fui liberato dalla bocca del leone.
Il Signore mi libererà da ogni male e mi porterà in salvo nei cieli, nel suo regno; a lui la gloria nei secoli dei secoli. Amen.
Parola di Dio
Vangelo
Il pubblicano tornò a casa giustificato, a differenza del fariseo.
Dal Vangelo secondo Luca
Lc 18,9-14
In quel tempo, Gesù disse ancora questa parabola per alcuni che avevano l’intima presunzione di essere giusti e disprezzavano gli altri:
«Due uomini salirono al tempio a pregare: uno era fariseo e l’altro pubblicano.
Il fariseo, stando in piedi, pregava così tra sé: “O Dio, ti ringrazio perché non sono come gli altri uomini, ladri, ingiusti, adùlteri, e neppure come questo pubblicano. Digiuno due volte alla settimana e pago le decime di tutto quello che possiedo”.
Il pubblicano invece, fermatosi a distanza, non osava nemmeno alzare gli occhi al cielo, ma si batteva il petto dicendo: “O Dio, abbi pietà di me peccatore”.
Io vi dico: questi, a differenza dell’altro, tornò a casa sua giustificato, perché chiunque si esalta sarà umiliato, chi invece si umilia sarà esaltato».
Parola del Signore