XXX Domenica del Tempo Ordinario โ Anno C
Un gioco di specchi
Ci sono persone che spendono la loro vita a svalutare gli altri. Per andare avanti hanno bisogno di denigrare, nellโillusione che, abbassando lโaltro, loro stessi si troveranno piรน in alto. In realtร , gli altri ci fanno sempre da specchio e il modo in cui entriamo in relazione svela quello che invece vorremmo nascondere. La vita รจ decisamente un gioco di specchi. Lโevangelista Luca lo sa bene. Nel suo Vangelo infatti propone continuamente dei doppi, persone opposte che, stando lโuna davanti allโaltra, si svelano reciprocamente: Marta e Maria, Simone e la peccatrice, il Fariseo e il Pubblicano.
Il Fariseo, lโuomo che deve mostrare sempre una facciata di perfezione e di correttezza, ha paura di essere un peccatore come il Pubblicano. Il Pubblicano, da parte sua, รจ talmente peccatore che non ha la possibilitร di nascondersi. Per allontanare da sรฉ lo spettro del fallimento e dellโerrore, il Fariseo accentua i suoi comportamenti irreprensibili, fino al punto perรฒ da non vedere piรน nientโaltro che se stesso.
La sfiducia negli altri
Il Fariseo รจ lโuomo ossessionato dal proprio io. ร talmente impegnato a costruire la propria immagine che distrugge ogni possibilitร di relazione. Finisce pian piano con il restare solo, perchรฉ nessuno รจ adeguato a stare alla sua presenza, nemmeno Dio! Nella sua preghiera, il Fariseo si mette al posto di Dio, attribuisce a se stesso il nome che รจ solo di Dio: โIo sonoโ.
Per convincersi della sua perfezione, il Fariseo che รจ dentro di noi deve abbassare gli altri. Un onesto confronto distruggerebbe la sua sicurezza di essere il migliore. Per evitare tale paragone, il Fariseo parte sempre da un presupposto negativo sugli altri: tutti gli altri devono essere considerati cattivi e inaffidabili, perchรฉ questo รจ il solo modo per garantire la sua unicitร .
- Pubblicitร -
E infatti dice di digiunare due volte alla settimana, sebbene la legge prescrivesse di digiunare una sola volta allโanno, nel giorno dellโespiazione (Lv 16,29). Ma il Fariseo digiuna anche per quelli che, secondo lui, non lo fanno. Allo stesso modo dice di pagare la decima su tutto, ma la legge prevedeva la decima solo su quello che viene venduto (Dt 12,17). Il Fariseo paga infatti la decima anche su quello che compra, nellโeventualitร che chi gli ha venduto la merce non lโabbia fatto come avrebbe dovuto.
Nel suo delirio di perfezione, il Fariseo va a coprire tutti i possibili spazi vuoti lasciati dallโimperfezione che egli attribuisce agli altri. Una vita ossessionata dallโimmagine della propria perfezione non puรฒ certo essere una vita riconciliata.
Riconoscere il proprio limite
Al contrario, il Pubblicano vede la sua vita cosรฌ comโรจ. Il suo peccato รจ evidente, non saprebbe dove nasconderlo: le sue mani sono sporche dei soldi delle tasse, raccolte per di piรน in nome degli stranieri che opprimono il suo popolo, e sicuramente approfittando e rubando. Il Pubblicano si lascia vedere anche da Dio cosรฌ comโรจ. Riconosce i suoi limiti, li accoglie, sa chiedere aiuto.
Chi riconosce il suo limite permette alle relazioni di vivere: il Pubblicano si ferma a distanza, cioรจ riconosce di stare alla presenza di un altro. Nel suo linguaggio lโIo lascia il posto al Tu. Riconoscere il proprio peccato, ci mette giร in relazione con Dio. Per questo motivo, la vita del Pubblicano รจ una vita riconciliata.
Il modo in cui entriamo o meno in relazione con gli altri ci rivela, racconta molto di noi, al di lร di quello che diciamo con le parole. La nostra vita parla. Gli altri ci fanno inevitabilmente da specchio e non ci servirร a nulla provare a distruggerli solo per non sentirci dire che non siamo i migliori.
Leggersi dentro
- Sei disposto a riconoscere i tuoi limiti o tendi a nasconderli?
- Quanto sei ossessionato dalla tua immagine?
- Celebri periodicamente il Sacramento del Perdono?
Compagnia di Gesรน (Societas Iesu) โ Fonte
Letture della
XXX DOMENICA DEL TEMPO ORDINARIO โ ANNO C
Prima Lettura
La preghiera del povero attraversa le nubi
Dal libro del Sirร cide
Sir 35,15b-17.20-22a
Il Signore รจ giudice
e per lui non cโรจ preferenza di persone.
Non รจ parziale a danno del povero
e ascolta la preghiera dellโoppresso.
Non trascura la supplica dellโorfano,
nรฉ la vedova, quando si sfoga nel lamento.
Chi la soccorre รจ accolto con benevolenza,
la sua preghiera arriva fino alle nubi.
La preghiera del povero attraversa le nubi
nรฉ si quieta finchรฉ non sia arrivata;
non desiste finchรฉ lโAltissimo non sia intervenuto
e abbia reso soddisfazione ai giusti e ristabilito lโequitร .
Parola di Dio
Salmo Responsoriale
Dal Sal 33 (34)
R. Il povero grida e il Signore lo ascolta.
Benedirรฒ il Signore in ogni tempo,
sulla mia bocca sempre la sua lode.
Io mi glorio nel Signore:
i poveri ascoltino e si rallegrino. R.
Il volto del Signore contro i malfattori,
per eliminarne dalla terra il ricordo.
Gridano e il Signore li ascolta,
li libera da tutte le loro angosce. R.
Il Signore รจ vicino a chi ha il cuore spezzato,
egli salva gli spiriti affranti.
Il Signore riscatta la vita dei suoi servi;
non sarร condannato chi in lui si rifugia. R.
Seconda Lettura
Mi resta soltanto la corona di giustizia.
Dalla seconda lettera di san Paolo apostolo a Timรฒteo
2 Tm 4,6-8.16-18
Figlio mio, io sto giร per essere versato in offerta ed รจ giunto il momento che io lasci questa vita. Ho combattuto la buona battaglia, ho terminato la corsa, ho conservato la fede. Ora mi resta soltanto la corona di giustizia che il Signore, il giudice giusto, mi consegnerร in quel giorno; non solo a me, ma anche a tutti coloro che hanno atteso con amore la sua manifestazione.
Nella mia prima difesa in tribunale nessuno mi ha assistito; tutti mi hanno abbandonato. Nei loro confronti, non se ne tenga conto. Il Signore perรฒ mi รจ stato vicino e mi ha dato forza, perchรฉ io potessi portare a compimento lโannuncio del Vangelo e tutte le genti lo ascoltassero: e cosรฌ fui liberato dalla bocca del leone.
Il Signore mi libererร da ogni male e mi porterร in salvo nei cieli, nel suo regno; a lui la gloria nei secoli dei secoli. Amen.
Parola di Dio
Vangelo
Il pubblicano tornรฒ a casa giustificato, a differenza del fariseo.
Dal Vangelo secondo Luca
Lc 18,9-14
In quel tempo, Gesรน disse ancora questa parabola per alcuni che avevano lโintima presunzione di essere giusti e disprezzavano gli altri:
ยซDue uomini salirono al tempio a pregare: uno era fariseo e lโaltro pubblicano.
Il fariseo, stando in piedi, pregava cosรฌ tra sรฉ: โO Dio, ti ringrazio perchรฉ non sono come gli altri uomini, ladri, ingiusti, adรนlteri, e neppure come questo pubblicano. Digiuno due volte alla settimana e pago le decime di tutto quello che possiedoโ.
Il pubblicano invece, fermatosi a distanza, non osava nemmeno alzare gli occhi al cielo, ma si batteva il petto dicendo: โO Dio, abbi pietร di me peccatoreโ.
Io vi dico: questi, a differenza dellโaltro, tornรฒ a casa sua giustificato, perchรฉ chiunque si esalta sarร umiliato, chi invece si umilia sarร esaltatoยป.
Parola del Signore