Commento al Vangelo di domenica 27 Giugno 2021 – mons. Giuseppe Mani

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La tua fede ti ha salvata

Le domeniche precedenti abbiamo visto gli effetti della fede: ci fa riconoscere Dio in tutte le cose e ci libera dalla paura. Questa domenica ci troviamo dinanzi ad un episodio che esprime la dinamica della fede, come nasce la fede. Proprio su questo ci fermeremo anche se saremo tentati di andare subito alla conclusione: “Figlia, la tua fede ti ha salvato”.

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Siamo dinanzi ad una donna che “aveva udito parlare di Gesù”. Questa “donna era malata da dodici anni” e delusa dei “medici con i quali aveva speso tutti i suoi averi senza averne nessun vantaggio”. Sentito parlare di Gesù, lo raggiunse alle sue spalle e toccò il suo mantello con la convinzione che “se riuscirò a toccare il suo mantello sarò guarita”. Lo toccò e Gesù, dopo averla individuata, le disse: “Figlia, la tua fede ti ha salvata”.

Stupisce il discorso di Gesù: era stato Lui guarirla o la fede di lei? E, se era stata la fede, naturalmente in Gesù, da dove era venuta non appartenendo al seguito di Gesù e non avendolo ancora mai visto? La storia dell’emorroissa ci offre l’occasione per leggere la storia della fede.

Dio dona a tutti la fede. Gesù ha redento tutti e tutti gli uomini sono stati salvati. Anche la donna in questione aveva ricevuto la fede che si traduceva nella fede nella vita, nel far di tutto per vivere. Questa fede l’aveva ricevuta come creatura e la esercitava facendo di tutto per guarire. La donna insieme alla fede viveva un’altra esperienza, quella della sofferenza e della malattia. L’esperienza della fragilità l’ha spinta a cercare aiuto in qualcuno che potesse salvarla, magari in quel Gesù “di cui aveva udito parlare” e, spinta dal desiderio di guarire e dal desiderio di essere liberata dalla malattia, si incontra con Gesù col cuore pieno di fiducia, cioè sorge la fede in Gesù ed è proprio questa fede che la salva, perché è l’elemento che la mette in rapporto col suo Salvatore, quel Salvatore che non conosce, ma che cerca e che appena intravede gli va incontro e lo scopre come il Suo Salvatore.

In questa pagina di vangelo c’è la storia di tutti, l’itinerario di salvezza di ogni uomo. Dio non crea dei dannati, dei destinati alla dannazione, ma alla salvezza e in Gesù salva ogni creatura che esce dalle sue mani. In Cristo sono state create e redente tutte le creature. Ogni uomo è portatore e frutto della grazia di Cristo, “Gratia Christi”, che si manifesta attraverso l’amore per la vita, il desiderio di continuare a vivere di quel dono che Dio gli ha dato. Ciò che fa scoprire all’uomo la necessità di un Salvatore è la sua fragilità, la sua miseria che si manifesta in mille modi, ma soprattutto attraverso la malattia e le prove della vita. E’ questa condizione che fa cercare un Salvatore, “dopo aver speso tutti i propri averi senza alcun vantaggio”. Qui interviene il vangelo annunziato dai fratelli che, nel caso che ancora non lo avesse ricevuto, porta al Battesimo che introduce “nella vita intima di Dio”, che offre la possibilità di conoscere le “imperscrutabili ricchezze di Cristo” e ricevere quella salvezza che scaturisce dal contatto con Lui, come per la donna del Vangelo che tocca il mantello di Cristo.

Il Vangelo di oggi è la Buona Novella che ci impone la visione di tutti coloro che incontriamo. Ogni uomo è salvato da Gesù Cristo, lavato dal suo sangue, atteso nella casa del Padre per organizzare la festa del ritorno. Ogni uomo è caratterizzato da un proprio segno distintivo: la propria Croce. Non esiste persona senza la Croce. Ed è proprio la Croce il punto di partenza per la coscienza e l’incontro formale con Gesù Cristo unico Salvatore dell’uomo. La persona ha anche la triste possibilità di rifiutare la ricerca di Qualcuno che la salvi, rifiutare un salvatore, chiudersi in se stessa e morire nella propria miseria. Ma solitamente l’incontro con la Croce è sempre determinante per l’incontro e la scoperta del Cristo. A questo punto c’è chi obietta che la religione è la condizione dei deboli; basta individuare e identificare finalmente la debolezza con la Croce che fa parte essenziale dell’esperienza dell’uomo. La religione è sicuramente la manifestazione della debolezza dell’uomo, perché l’uomo è veramente debole e solo quando prende coscienza di se stesso diventa davvero uomo.

A questo punto scatta il dovere del cristiano di testimoniare e annunciare Gesù come Unico Salvatore dell’uomo. Non si tratta di far proselitismo tra i deboli, ma di testimoniare come Cristo è il Nostro, il Mio Salvatore e può essere anche il Tuo.

Quanta gente è nascosta tra la folla cercando di toccare almeno il mantello di Cristo. Mi ha impressionato la testimonianza di un uomo politico, neppur battezzato, che avendo incontrato un vero testimone del vangelo, mi disse di aver incontrato quel cristiano che stava cercando da tutta la vita. Forse il cristiano di cui Gesù vuol servirsi sei proprio tu.

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