Non c’è altra immagine che in questa domenica io desideri condividere con voi: Gesù, affaticato per il viaggio, si siede pres
Emmaus! Una parola… e non può che venirci in mente delusione, amarezza, nostalgia… I verbi sono al passato perché il cuore si volge al passato. Tutto indietreggia anche il futuro. Quando la delusione prende il posto della speranza si diventa incapaci di guardare avanti, di progettare l’oltre, di sognare un di più, di costruire il futuro. La cosa più facile è ritornare a casa, lì dove i ricordi sembrano i soli capaci di ridonare ossigeno.
È questo ciò che scelgono di fare i due discepoli di cui l’evangelista Luca ci parla, dopo gli eventi di Gerusalemme. Lui, il cuore e la fonte di ogni speranza è morto. Credere alla sua risurrezione, alle sue parole, alle sue promesse richiede un’eccessiva dose di fiducia… eccessiva soprattutto in tempi difficili come questi… come i loro, come i nostri.
La strada verso Emmaus è percorsa con ritmi lenti. I passi sono corti, tentennanti. Il cammino è appesantito dai dubbi e da domande prive di risposte plausibili. La strada verso Emmaus ha un’unica destinazione: la resa. Eppure, proprio lungo questa strada accade l’incredibile, l’impensabile, l’inaudito.
Un incontro. Lui si fa accanto a noi. Sì a noi. Perché quei due in cammino verso Emmaus sono i discepoli delusi di ogni tempo. Lui si fa accanto a noi anche quando i nostri occhi sono incapaci di riconoscerlo. Lui si fa accanto a noi anche quando non siamo disposti ad ascoltare più niente e nessuno. Lui si fa accanto a noi e cammina con il nostro stesso passo scoraggiato anche quando la nostra unica meta è la resa.
Lui cammina con noi, si ferma con noi, spezza il nostro stesso pane, bagnato in lacrime di amarezza, e…
E accade l’incontro. Le sue parole di benedizione ci riaprono alla vita. I suoi gesti di condivisione ci riagganciano al futuro. La sua presenza gratuita e liberante ci riabilita alla speranza.
Ora lui non c’è più, ma la sua presenza è reale in chi quei gesti e quelle parole continua a seminarle. In chi, con la leggerezza e il ritmo della danza sa ritrovare ogni giorno il coraggio di ritornare a Gerusalemme, casa del dono. In chi, in forza del suo amore, sa sempre e comunque volgersi verso il futuro per riconsegnarlo alla vita.
UNA PREGHIERA COME SOSTEGNO
Tu con noi, Pellegrino d’amore
Signore risorto, Pellegrino d’amore,
sosta con noi nelle pause del dubbio,
cammina con noi quando
la strada è appesantita dalla delusione,
entra con noi nelle locande della nostalgia.
Quando tutto è buio,
quando la luce non trova spazio,
quando la speranza è stata messa alla porta,
tu Pellegrino d’amore, spezza per noi il pane della vita,
pronuncia su di noi parole di benedizione.
Il tuo amore sciolga l’amarezza.
Il tuo amore riaccenda la speranza.
Il tuo amore semini in noi la fede.
Così ritorneremo a danzare, leggeri e liberi,
verso nuovi sì capaci di futuro. Amen.
Altre immagini di Sr. Mariangela, sul sito cantalavita.com