È un brano di incredibile bellezza e profondità, che motiva l’attribuzione al quarto evangelista dell’immagine e del simbolo dell’aquila che può fissare la luce del sole. Giovanni, nel prologo, gioca sul contrasto luce e tenebre. Con la luce esalta la grandezza del verbo di Dio che è “Via, Verità, Vita”; con le tenebre descrive il fallimento umano, dovuto alla menzogna, all’egoismo, al peccato. Ma le tenebre non hanno vinto la luce; è piuttosto vero il contrario: con la venuta di Gesù sono diradate le tenebre del mondo e dell’umanità.
Gesù è il Verbo fatto carne, uno di noi, che, risorto dai morti, continua a stare in mezzo a noi. La “tenda”, in cui dimora, è l’intera umanità e ciascun uomo con la sua storia. Nessuno può essere a lui equiparato, neppure Giovanni Battista che pure, al dire di Gesù stesso, è «il più grande tra i nati da donna». Anche il Battista ha avuto bisogno di essere illuminato da Cristo, perché «non era lui la luce, ma doveva dare testimonianza alla luce»: compito affidato da Gesù alla sua Chiesa, nelle sue diverse articolazioni, e, nella Chiesa, a ogni discepolo, a ciascun cristiano.
Il Natale è lo svelamento del volto di Dio che nessuno ha mai visto né può vedere, ma «il Figlio unigenito che è Dio ed è nel seno del Padre, lo ha rivelato». Gesù Cristo è il volto dell’amore misericordioso del Padre. Guardando a Lui, possiamo “vedere” Dio e, contemporaneamente, possiamo conoscere il progetto di Dio sull’uomo e su ciascuno di noi. La nostra vocazione fondamentale e comune è essere e diventare ogni giorno di più «conformi all’immagine di Gesù» (cfr. Rm 8,29), Figlio unigenito e primogenito tra molti fratelli e sorelle, cioè fra tutti coloro che compongono la grande famiglia umana.
Il Natale è dunque questa festa di luce, di una luce che non acceca, che non si impone perché promana da una mangiatoia e brilla con il fascino e la discrezione di una stella. Una luce che le tenebre non possono vincere. Ecco la Salvezza: nulla può impedire a Dio di amarci.
Signore Gesù,
poni oggi la tua tenda in mezzo a noi.
Donaci di sperimentare la gioia della tua presenza
e di accogliere la chiamata a diventare figli di Dio.
Fa’ che le nostre vite possano diventare tende
capaci di accogliere chi nasce,
chi cerca luce e perdono,
chi spera di essere riconosciuto come fratello.
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Natale del Signore, La messa dei Pastori (di Mezzanotte) (Solennità)
- Colore liturgico: viola
- Is 9, 1-3. 5-6; Sal. 95; Tt 2, 11-14; Lc 2, 1-14
Lc 2, 1-14
Dal Vangelo secondo Luca
In quei giorni un decreto di Cesare Augusto ordinò che si facesse il censimento di tutta la terra. Questo primo censimento fu fatto quando Quirinio era governatore della Siria. Tutti andavano a farsi censire, ciascuno nella propria città.
Anche Giuseppe, dalla Galilea, dalla città di Nàzaret, salì in Giudea alla città di Davide chiamata Betlemme: egli apparteneva infatti alla casa e alla famiglia di Davide. Doveva farsi censire insieme a Maria, sua sposa, che era incinta.
Mentre si trovavano in quel luogo, si compirono per lei i giorni del parto. Diede alla luce il suo figlio primogenito, lo avvolse in fasce e lo pose in una mangiatoia, perché per loro non c’era posto nell’alloggio.
C’erano in quella regione alcuni pastori che, pernottando all’aperto, vegliavano tutta la notte facendo la guardia al loro gregge. Un angelo del Signore si presentò a loro e la gloria del Signore li avvolse di luce.
Essi furono presi da grande timore, ma l’angelo disse loro: «Non temete: ecco, vi annuncio una grande gioia, che sarà di tutto il popolo: oggi, nella città di Davide, è nato per voi un Salvatore, che è Cristo Signore. Questo per voi il segno: troverete un bambino avvolto in fasce, adagiato in una mangiatoia».
E subito apparve con l’angelo una moltitudine dell’esercito celeste, che lodava Dio e diceva:
«Gloria a Dio nel più alto dei cieli
e sulla terra pace agli uomini, che egli ama».
C: Parola del Signore.
A: Lode a Te o Cristo.
- 25 – 31 Dicembre 2016
- Tempo di Natale I, Colore bianco
- Lezionario: Ciclo A | Salterio: sett. 1
Fonte: LaSacraBibbia.net
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