È fico solo chi porta frutto
Gesù si rifà a due fatti realmente accaduti, e rimasti impressi nell’immaginario collettivo, per affermare un concetto chiaro: la sofferenza non è mai una punizione divina. L’idea di un Dio che semina dolore a casaccio, quasi divertendosi nel farlo, non appartiene alla nostra fede.
Purtroppo i contemporanei di Gesù, così come i nostri, sono convinti che le disgrazie della vita, le malattie, i lutti, sono la conseguenza diretta di un peccato nei confronti di Dio che, in questo modo, punisce i disobbedienti. Visione di Dio terribile, che può avere una sua logica ma che certamente non invita a ricercare momenti di confidenza e di amicizia con Lui! Gesù, però, rifacendosi alle due disgrazie, ribadisce l’estraneità di Dio: la morte dei giudei nel tempio è frutto del sistema violento del potere mentre la morte dei poveretti periti nel crollo della torre a Siloe è colpa dell’imperizia dei costruttori. Dio non spiega le ragioni del dolore ma assume su di sé la sofferenza del mondo e la salva, la redime. Dio non ce l’ha con noi, mai, e non è Lui il burattinaio della storia, che muove i fili delle nostre scelte e degli avvenimenti.
Gesù ci dice, invece, che l’atteggiamento di Dio è un altro: è quello del vignaiolo che, dinanzi alla richiesta del padrone di tagliare il fico che non porta frutti, preferisce impegnarsi ancora di più affinché questi finalmente fiorisca e fruttifichi. Quello zappare intorno al fico richiama l’azione di Dio di preparare per noi un terreno fertile, concimandolo con il suo amore e la sua misericordia. Possiamo fiorire e portare frutto, sempre. A noi la scelta se accettare queste cure e portare frutti di pace, giustizia e bontà o se lasciarci tagliare fuori dalla logica del mondo.
La Quaresima ci invita alla conversione ma anche a convertire il mondo con le nostre scelte, con i nostri atteggiamenti, le nostre azioni. Dio ci dona una nuova possibilità e ci mette a disposizione tutto quello che serve per cambiare e migliorare la nostra vita e quella degli altri. Prima che sia troppo tardi.
Buon cammino quaresimale, insieme.
don Ivan Licinio – il suo blog