Padre Fernando Armellini, biblista Dehoniano, commenta il Vangelo di domenica prossima.
Dal Vangelo di Gesù Cristo secondo Luca 1,57-66.80.Â
Per Elisabetta si compì il tempo del parto e diede alla luce un figlio.Â
I vicini e i parenti udirono che il Signore aveva esaltato in lei la sua misericordia, e si rallegravano con lei.Â
All’ottavo giorno vennero per circoncidere il bambino e volevano chiamarlo col nome di suo padre, Zaccaria.Â
Ma sua madre intervenne: «No, si chiamerà Giovanni».Â
Le dissero: «Non c’è nessuno della tua parentela che si chiami con questo nome».Â
Allora domandavano con cenni a suo padre come voleva che si chiamasse.Â
Egli chiese una tavoletta, e scrisse: «Giovanni è il suo nome». Tutti furono meravigliati.Â
In quel medesimo istante gli si aprì la bocca e gli si sciolse la lingua, e parlava benedicendo Dio.Â
Tutti i loro vicini furono presi da timore, e per tutta la regione montuosa della Giudea si discorreva di tutte queste cose.Â
Coloro che le udivano, le serbavano in cuor loro: «Che sarà mai questo bambino?» si dicevano. Davvero la mano del Signore stava con lui.
Il fanciullo cresceva e si fortificava nello spirito. Visse in regioni deserte fino al giorno della sua manifestazione a Israele.Â