Commento al Vangelo di domenica 1 maggio 2016 – p. Enzo Bianchi

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Lo Spirito santo, il Consolatore, vi insegnerร  ogni cosa

In questo tempo pasquale la chiesa continua a offrirci i โ€œdiscorsi di addio e di arrivederciโ€ di Gesรน (cf. Gv 13,31-16,33), collocati nellโ€™ultima cena ma parola di Gesรน glorificato, del Signore risorto e vivente che si rivolge alla sua comunitร  aprendole gli occhi sul suo presente nella storia, una volta avvenuto il suo esodo di Figlio da questo mondo al Padre (cf. Gv 13,1).

In quel contesto di ultimo incontro tra Gesรน e i suoi, qualche discepolo gli pone delle domande: Pietro innanzitutto (cf. Gv 13,36-37), poi Tommaso (cf. Gv 14,5), infine Giuda, non lโ€™Iscariota, il traditore. Costui gli chiede: โ€œSignore, come รจ accaduto che devi manifestarti a noi, e non al mondo?โ€ (Gv ย 14,22). รˆ una domanda che deve aver causato anche sofferenza nei discepoli: tutta quella avventura insieme a Gesรน per anni, poi alla fine Gesรน se ne va e sembra che nulla sia veramente cambiato nella vita del mondo, che tutto resti come primaโ€ฆ Una piccola e sparuta comunitร  ha capito qualcosa perchรฉ Gesรน si รจ manifestato a essa, ma il grande mondo, gli altri, non hanno visto e non vedono nulla. A cosa si riduce quella venuta del Figlio dellโ€™uomo sulla terra, quella vita in attesa del regno di Dio imminente che Gesรน proclamava? Tutto qui?

[ads2]Gesรน allora risponde: โ€œSe uno mi ama, osserverร  la mia parola e il Padre mio lo amerร  e noi verremo a lui e faremo dimora presso di luiโ€. Ecco perchรฉ Gesรน non si manifesta al mondo che non crede in lui, che gli รจ ostile perchรฉ non riesce ad amarlo: per avere la manifestazione di Gesรน occorre amarlo! Ogni volta che leggo queste parole, tremo e sono turbato in profonditร : Gesรน, figlio di Maria e di Giuseppe, uomo come noi, non ci chiede solo di essere suoi discepoli, di osservare il suo insegnamento, ma anche di amarlo, perchรฉ amandolo si compie ciรฒ che lui vuole e facendo ciรฒ che lui vuole lo si ama. In ogni caso, qui lโ€™amore viene definito necessario per la relazione con Gesรน. Amare, parola grossa, eppure รจ cosรฌ: Gesรน legge la relazione con il discepolo non solo nella fede, nellโ€™obbedienza allโ€™insegnamento, nella sequela, ma anche nellโ€™amore. Possiamo dire che questo amore non รจ lโ€™amore erotico, di desiderio dellโ€™altra persona, come desideriamo amarci tra noi umani?

Questa dichiarazione di Gesรน a volte fa vacillare la mia affermazione secondo cui Gesรน chiede amore verso di sรฉ come osservanza del suo comandamento nuovo (cf. Gv 13,34; 15,12). Qui Gesรน dice che chi lo ama, nellโ€™amore per lui resterร  fedele alla sua parola, sarร  amato dal Padre, cosรฌ che il Padre e il Figlio verranno a mettere dimora presso di lui: inabitazione di Dio in chi ama Gesรน! Se manca lโ€™amore, non ci sarร  riconoscimento di questa presenza quando Gesรน sarร  โ€œassenteโ€; dopo la sua vicenda terrena, infatti, una volta salito presso il Padre (cf. Gv 20,17), Gesรน sarร  assente, e tuttavia, se cโ€™รจ amore, sarร  presente nel suo discepolo. Di fronte a queste parole comprendiamo veramente poco. Ci puรฒ perรฒ venire in soccorso lโ€™esperienza vissuta in una relazione di amore, quando lโ€™amato/a รจ assente ma noi facciamo una certa esperienza della sua presenza in noi, nellโ€™attesa che lโ€™amato/a ritorni e con la sua presenza faccia a faccia rinnovi la relazione dโ€™amore e la riempia.

Questa รจ unโ€™esperienza dellโ€™assente che possono conoscere solo gli amanti, e Gesรน la promette indicandola perรฒ nello spazio della fedeltร  alla sua parola, della realizzazione dei suoi comandi. Per questo qui specifica che la sua parola, quella data ai discepoli e alle folle in tutta la sua vita, non era parola sua, ma parola di Dio, del Padre che lo aveva inviato nel mondo. Questa parola ormai consegnata ai credenti, parola che resta, รจ capace di far sentire la presenza di Gesรน quando sarร  letta, meditata, ascoltata e realizzata dal cristiano; sarร  un segno, un sacramento efficace, che genera la Presenza del Signore. Gesรน non รจ piรน tra di noi con la sua presenza fisica, in quanto glorificato, risuscitato dallo Spirito e vivente presso il Padre, ma la sua parola, conservata nella chiesa, lo rende vivente nellโ€™assemblea che lo ascolta, Presenza divina che fa di ogni ascoltatore la dimora di Dio. Quella โ€œParola (Lรณgos)โ€ che โ€œsi รจ fatta carne (sรกrx)โ€ (Gv ย 1,14) in Gesรน di Nazaret si รจ fatta voce (phonรฉ) e quindi lรณgos, parola degli umani, e in ogni credente si fa Presenza di Dio (Shekinร ), si fa carne (sรกrx) umana del credente, continuando a dimorare nel mondo (cf. Gv 17,18).

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Ma di tutta questa dinamica di presenza รจ assolutamente artefice lo Spirito di Dio che รจ anche lo Spirito di Cristo.

รˆ lโ€™altro Inviato dal Padre,
รจ lโ€™altro Maestro inviato dal Padre,
รจ lโ€™altro Consolatore inviato dal Padre.

Gesรน sale al Padre e lo Spirito santo, che era suo compagno inseparabile, da Cristo scende su tutti i credenti come un Paraclito, chiamato accanto quale difensore e consolatore; sarร  proprio lui a insegnare ogni cosa, facendo ricordare tutte le parole di Gesรน e, nel contempo, rinnovandole nellโ€™oggi della chiesa. Cโ€™รจ una sola differenza tra Gesรน e il Consolatore: Gesรน parlava di fronte ai discepoli che lo ascoltavano, mentre il Consolatore, che con il Figlio e il Padre viene ad abitare nel credente, parla come un โ€œmaestro interioreโ€, con piรน forza, potremmo direโ€ฆ Non siamo orfani, non siamo stati lasciati soli da Gesรน, e quel Dio che dovevamo scoprire fuori di noi, davanti a noi, ora dobbiamo scoprirlo in noi come presenza che ha messo in noi la sua tenda, la sua dimora.

Certo, nellโ€™andarsene Gesรน vede la sua opera, quella che umanamente ha realizzato in obbedienza al Padre, โ€œincompiutaโ€, perchรฉ i discepoli non capiscono ancora, perchรฉ la veritร  nella sua pienezza non รจ ancora rivelabile e lui stesso avrebbe ancora molte parole da dire, molti insegnamenti da dare, molte cose da rivelareโ€ฆ Eppure ecco che Gesรน ci insegna lโ€™arte di โ€œlasciare la presaโ€: se ne va senza ansia per la sua comunitร  e per il suo destino, ma anzi con la fiducia che cโ€™รจ lo Spirito, il Consolatore e Difensore,

il quale agirร  nella comunitร  da lui lasciata;
insegnerร  molte cose necessarie e che egli stesso, Gesรน, si era inibito di insegnare
perchรฉ la comunitร  non era pronta a recepirle e a comprenderle;
e soprattutto darร  ai discepoli una forza e tanti doni che essi non possedevano.

โ€œLo Spirito santo vi insegnerร  ogni cosa e vi farร  ricordare tutto ciรฒ che io vi ho dettoโ€: promessa, questa, che vediamo realizzata nella vita della chiesa e nella nostra vita, nelle nostre storie. Oggi il Vangelo lo comprendiamo piรน di ieri, piรน di mille anni fa. Per la salvezza degli uomini e delle donne di ieri era sufficiente quella comprensione, ma per noi oggi รจ necessaria unโ€™altra comprensione, dovuta al vivere del Vangelo nella storia, perchรฉ in essa il Vangelo si dilata e la chiesa lo approfondisce, lo comprende meglio e di piรน. La fede di Atanasio di Alessandria รจ ancora la fede della chiesa di oggi, ma molto piรน approfondita. Il Vangelo letto al concilio di Trento รจ lo stesso Vangelo letto da noi oggi, ma oggi lo comprendiamo meglio, come diceva papa Giovanni. Siamo nel tempo in cui lo Spirito santo, che รจ sempre Spirito del Padre, procedendo da lui, ma anche Spirito del Figlio, perchรฉ suo โ€œcompagno inseparabileโ€, รจ presente nelle vie della chiesa e agisce quando essa lo invoca e gli obbedisce.

Cosรฌ nella chiesa cโ€™รจ la pace, lo shalom, la vita piena lasciata da Gesรน, non la pace mondana, ma una pace sorretta dalla speranza, perchรฉ Gesรน ha detto ancora: โ€œMe ne vado ma ritornerรฒ a voi!โ€. โ€œSe nโ€™รจ andato il nostro pastoreโ€, abbiamo cantato nello straordinario responsorio del sabato santo; ma in questo tempo pasquale che dura fino al giorno del Signore possiamo cantare: โ€œEcco, ritorna il nostro Pastoreโ€, perchรฉ viene a noi ogni giorno in questa discesa del Padre e del Figlio nella forza syn-kata-batica, ac-con-discendente, dello Spirito santo. Viene con la Parola, fedelmente; viene con gli eventi della storia nei quali, al di lร  delle evidenze, รจ sempre operante; viene nella nostra carne che fatica e lotta, ma per essere trasfigurata dalla sua gloriosa venuta.

Ma noi amiamo Gesรน? Perchรฉ, secondo le sue affermazioni ascoltate e interpretate, se non lo amiamo non siamo capaci di restare fedeli alla sua parola. Su questo amore per Gesรน dobbiamo dunque interrogarci senza stancarci e anche senza essere certi di cosa significhi tale espressione: amare Gesรน come amante o come amato? Amarlo realizzando la sua parola fedelmente? Amare Dio per amare lui o amare lui per amare Dio? รˆ il tormento dellโ€™amore, al quale chi ama non puรฒ sfuggire.

p. Enzo Bianchi

Fonte: Monastero di Bose
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VI Domenica del Tempo di Pasqua

Gv 14, 23-29
Dal Vangelo secondo Giovanni

In quel tempo, Gesรน disse [ai suoi discepoli]:
ยซSe uno mi ama, osserverร  la mia parola e il Padre mio lo amerร  e noi verremo a lui e prenderemo dimora presso di lui. Chi non mi ama, non osserva le mie parole; e la parola che voi ascoltate non รจ mia, ma del Padre che mi ha mandato.
Vi ho detto queste cose mentre sono ancora presso di voi. Ma il Parร clito, lo Spirito Santo che il Padre manderร  nel mio nome, lui vi insegnerร  ogni cosa e vi ricorderร  tutto ciรฒ che io vi ho detto.
Vi lascio la pace, vi do la mia pace. Non come la dร  il mondo, io la do a voi. Non sia turbato il vostro cuore e non abbia timore.
Avete udito che vi ho detto: “Vado e tornerรฒ da voi”. Se mi amaste, vi rallegrereste che io vado al Padre, perchรฉ il Padre รจ piรน grande di me. Ve l’ho detto ora, prima che avvenga, perchรฉ, quando avverrร , voi crediateยป.

C: Parola del Signore.
A: Lode a Te o Cristo.

  • 01 – 07 Maggio 2016
  • Tempo di Pasqua VI, Colore bianco
  • Lezionario: Ciclo C, Salterio: sett. 2

Fonte: LaSacraBibbia.net

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