Camminano, lui e i suoi discepoli.
Il Maestro di Nazaret fa della strada il luogo di un annuncio nuovo, il tempo in cui raccontare un inatteso finale della storia. Già, perché di fronte a quell’uomo straordinario, che guarisce e sfama, tutti pensano al messia tanto atteso, a quel salvatore che finalmente libererà. E invece lui no, parla di un’altra storia e di un altro finale: quel Messia sarà consegnato, tradito, non accolto, ucciso. Ma poi risorgerà.
Gesù lo afferma come se fosse una delle cose più scontate. Ma chi gli sta accanto non crede alle sue orecchie, non capisce… qualcosa stride.
Già… qualcosa di quelle sue parole stridono, contrastano… con cosa?
Con la realtà dei fatti: le folle gli vanno dietro, tutti lo acclamano, la gente ha bisogno di lui. Chi avrebbe voluto vederlo morto? E poi, perché?
Qualcosa stride però anche con i sogni di gloria che coltiva, quasi involontariamente, chi vive notte e giorno accanto a un potente. Frequentando un salvatore, alla fine pensi di esserlo anche tu. Stando con uno che è sempre al centro della scena, inizi a pensare che per forza di cose anche tu ci starai sempre.
Eppure, nonostante quelle parole siano dure e difficili da mandar giù, in realtà accoglierle è ciò che serve, ciò che cambia la vita, ciò che ci rende davvero nuovi, persone nuove capaci di liberare.
Cosa fare allora quando i nostri pensieri vanno oltre e all’opposto di Dio?
Fermarci e, senza alcuna paura, con fiducia e in modo disarmato, accogliere: accogliere i suoi pensieri, le sue proposte, il suo Vangelo… anche quando stride con ciò che vorremmo.
È lì, in quella sua salvezza, in quel suo amore che si nasconde la vita vera.
UNA PREGHIERA COME SOSTEGNO
Accoglierti, Signore
Parole di vita, parole che fanno vivere:
questo è il tuo Vangelo, Signore.
Parole scomode e lontane
dalle nostre più geniali soluzioni,
che preferiremmo tu non dicessi.
Eppure lì, in quel tuo Vangelo fatto
di gesti rivoluzionari e di parole inaudite
si nasconde la vita, quella vera, quella che fa vivere tutti.
Portaci fuori da noi stessi e dai nostri orizzonti miopi.
Insegnaci ad accogliere te,
con la stessa gioia e libertà e premura
con cui si accoglie un bambino. Amen.
LEGGI IL BRANO DEL VANGELO
XXV DOMENICA DEL TEMPO ORDINARIO – Anno B
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- Colore liturgico: Verde
- Sap 2, 12.17-20; Sal.53; Gc 3,16 – 4,3; Mc 9, 30-37
Il Figlio dell’uomo viene consegnato…
Mc 9, 30-37
Dal Vangelo secondo Marco
30Partiti di là, attraversavano la Galilea, ma egli non voleva che alcuno lo sapesse. 31Insegnava infatti ai suoi discepoli e diceva loro: «Il Figlio dell’uomo viene consegnato nelle mani degli uomini e lo uccideranno; ma, una volta ucciso, dopo tre giorni risorgerà». 32Essi però non capivano queste parole e avevano timore di interrogarlo. 33Giunsero a Cafàrnao. Quando fu in casa, chiese loro: «Di che cosa stavate discutendo per la strada?». 34Ed essi tacevano. Per la strada infatti avevano discusso tra loro chi fosse più grande. 35Sedutosi, chiamò i Dodici e disse loro: «Se uno vuole essere il primo, sia l’ultimo di tutti e il servitore di tutti». 36E, preso un bambino, lo pose in mezzo a loro e, abbracciandolo, disse loro: 37«Chi accoglie uno solo di questi bambini nel mio nome, accoglie me; e chi accoglie me, non accoglie me, ma colui che mi ha mandato».
C: Parola del Signore.
A: Lode a Te o Cristo.
- 23 – 29 Settembre 2018
- Tempo Ordinario XXV
- Colore Verde
- Lezionario: Ciclo B
- Anno: II
- Salterio: sett. 1
Fonte: LaSacraBibbia.net
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