Commento al Vangelo di domenica 23 Giugno 2019 – p. Giancarlo Bruni

Gesù dimostra la sua premura nel non congedare una folla in difficoltà di cibo.

Una premura attenta a coinvolgere: «Voi stessi date loro da mangiare». Il poco condiviso, in obbedienza alla logica del dono, diviene abbondanza al punto di saziare la fame di molti, fino all’avanzo per altri affamati.

Frutto della condivisione è la moltiplicazione, frutto della non condivisione è la sottrazione. Dio in Cristo si prende cura della fame dell’uomo e i discepoli devono essere il tramite del dono del pane da parte di Dio in Cristo. Un dare pane che diventa il darsi del pane.

La stessa gestualità la ritroviamo nell’ultima cena, ma con una variante decisiva: «Questo è il mio corpo che è dato per voi». Il Dio che in Gesù dà il pane è il Dio che nel corpo e nel sangue di Gesù si fa pane, vita e alleanza amica ad ogni affamato di cibo, di senso alla vita e di vita eterna.

A Dio non basta dare cose buone, ma dà se stesso, spezzandosi per l’uomo e offrendosi in pasto all’uomo per amore dell’uomo.

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