Il Signore non segue mai i nostri ragionamenti, Lui ha un altro modo di agire, dettato da quello che a noi manca se non siamo con Lui: la Sapienza e l’amore
Ecco perché Gesù nel Vangelo di Luca di questa domenica ci stupisce. Come può Lui che è giustizia, ci chiediamo, lodare la disonestà, la furbizia dell’amministratore che prima di essere mandato via si procura “amici” falsificando i loro debiti?
Gesù va oltre: nelle Sue parole è nascosto un messaggio per noi. Con questa parabola ci aiuta ad entrare senza moralismi nella nostra realtà esistenziale: in qualche modo ci dice “fatevi furbi…”, proprio come l’amministratore, perché altrimenti rischiate di vivere senza rendervi conto che state sprecando la “vera” ricchezza che Dio vi ha donato.
Nella tua vita sono nascoste delle Grazie meravigliose, spesso proprio dove con gli occhi del mondo non si vedono, anzi al mondo possono anche sembrare “errori di Dio”: il cristiano è quell’uomo che ha ricevuto la capacità di saper leggere i fatti della vita con occhi nuovi, quelli dello Spirito di Cristo, che ha scoperto che la sua storia è una storia di salvezza, in tutto.
Questo significa essere furbi, saper amministrare “i tesori” che ogni giorno Dio ci dona, non sprecando la vita cercando soltanto di accumulare soldi, comprare case e organizzare vacanze, cercare affetto e piacere in tutto.
Questo significa “sperperare” i doni che Dio ci ha regalato; usarli in maniera sbagliata, per costruire non si sa che cosa, forse un po’ vivi…ma in realtà “morti dentro”, perché secchi come alberi che non danno frutti.
Gesù ci invita a scoprire che con Lui è possibile vivere la realtà in un altro modo, diversa da questa che, forse, vivi oggi; una vita di dono verso gli altri, a cominciare da quelli che hai vicino, di perdono, di generosità e di pienezza, di libertà dalla schiavitù dell’accumulo e del possedere.
L’amministratore è l’immagine dell’uomo che è capace di gestire la propria vita, che è capace di guadagnare la felicità, quella vera, che ha scoperto che solo Dio gliela può donare.
Don ANTONIO INTERGUGLIELMI – Cappellano Rai – Saxa Rubra (Roma)
Letture della
XXV DOMENICA DEL TEMPO ORDINARIO – ANNO C
Prima Lettura
Contro coloro che comprano con denaro gli indigenti.
Dal libro del profeta Amos
Am 8,4-7
Il Signore mi disse:
«Ascoltate questo,
voi che calpestate il povero
e sterminate gli umili del paese,
voi che dite: “Quando sarà passato il novilunio
e si potrà vendere il grano?
E il sabato, perché si possa smerciare il frumento,
diminuendo l’efa e aumentando il siclo
e usando bilance false,
per comprare con denaro gli indigenti
e il povero per un paio di sandali?
Venderemo anche lo scarto del grano”».
Il Signore lo giura per il vanto di Giacobbe:
«Certo, non dimenticherò mai tutte le loro opere».
Parola di Dio
Salmo Responsoriale
Dal Sal 112 (113)
R. Benedetto il Signore che rialza il povero.
Lodate, servi del Signore,
lodate il nome del Signore.
Sia benedetto il nome del Signore,
da ora e per sempre. R.
Su tutte le genti eccelso è il Signore,
più alta dei cieli è la sua gloria.
Chi è come il Signore, nostro Dio,
che siede nell’alto
e si china a guardare
sui cieli e sulla terra? R.
Solleva dalla polvere il debole,
dall’immondizia rialza il povero,
per farlo sedere tra i prìncipi,
tra i prìncipi del suo popolo. R.
Seconda Lettura
Si facciano preghiere per tutti gli uomini a Dio il quale vuole che tutti gli uomini siano salvati.
Dalla prima lettera di san Paolo apostolo a Timòteo
1 Tm 2,1-8
Figlio mio, raccomando, prima di tutto, che si facciano domande, suppliche, preghiere e ringraziamenti per tutti gli uomini, per i re e per tutti quelli che stanno al potere, perché possiamo condurre una vita calma e tranquilla, dignitosa e dedicata a Dio. Questa è cosa bella e gradita al cospetto di Dio, nostro salvatore, il quale vuole che tutti gli uomini siano salvati e giungano alla conoscenza della verità.
Uno solo, infatti, è Dio e uno solo anche il mediatore fra Dio e gli uomini, l’uomo Cristo Gesù, che ha dato se stesso in riscatto per tutti. Questa testimonianza egli l’ha data nei tempi stabiliti, e di essa io sono stato fatto messaggero e apostolo – dico la verità, non mentisco –, maestro dei pagani nella fede e nella verità.
Voglio dunque che in ogni luogo gli uomini preghino, alzando al cielo mani pure, senza collera e senza contese.
Parola di Dio
Vangelo
Non potete servire Dio e la ricchezza.
Dal Vangelo secondo Luca
Lc 16, 1-13
In quel tempo, Gesù diceva ai discepoli:
«Un uomo ricco aveva un amministratore, e questi fu accusato dinanzi a lui di sperperare i suoi averi. Lo chiamò e gli disse: “Che cosa sento dire di te? Rendi conto della tua amministrazione, perché non potrai più amministrare”.
L’amministratore disse tra sé: “Che cosa farò, ora che il mio padrone mi toglie l’amministrazione? Zappare, non ne ho la forza; mendicare, mi vergogno. So io che cosa farò perché, quando sarò stato allontanato dall’amministrazione, ci sia qualcuno che mi accolga in casa sua”.
Chiamò uno per uno i debitori del suo padrone e disse al primo: “Tu quanto devi al mio padrone?”. Quello rispose: “Cento barili d’olio”. Gli disse: “Prendi la tua ricevuta, siediti subito e scrivi cinquanta”. Poi disse a un altro: “Tu quanto devi?”. Rispose: “Cento misure di grano”. Gli disse: “Prendi la tua ricevuta e scrivi ottanta”.
Il padrone lodò quell’amministratore disonesto, perché aveva agito con scaltrezza. I figli di questo mondo, infatti, verso i loro pari sono più scaltri dei figli della luce.
Ebbene, io vi dico: fatevi degli amici con la ricchezza disonesta, perché, quando questa verrà a mancare, essi vi accolgano nelle dimore eterne.
Chi è fedele in cose di poco conto, è fedele anche in cose importanti; e chi è disonesto in cose di poco conto, è disonesto anche in cose importanti. Se dunque non siete stati fedeli nella ricchezza disonesta, chi vi affiderà quella vera? E se non siete stati fedeli nella ricchezza altrui, chi vi darà la vostra?
Nessun servitore può servire due padroni, perché o odierà l’uno e amerà l’altro, oppure si affezionerà all’uno e disprezzerà l’altro. Non potete servire Dio e la ricchezza».
Parola del Signore
Oppure forma breve: Lc 16,10-13