Cristo Re. La solennità che celebra la regalità di Cristo conclude l’anno liturgico. Una festa tra le più importanti, che ci parla di un Re che non è di questo mondo. Nel nostro immaginario un sovrano è una persona potente, vestita con abiti sontuosi, qualcuno da guardare dal basso verso l’alto tanto incute paura.
Gesù ha sì una corona, ma è di spine. E per guardarlo verso l’alto abbiamo dovuto attendere che venisse crocifisso. Come immaginare Cristo Re? Il modo migliore è vederlo vestito con un grembiule, inginocchiato nell’atto di lavare i piedi ai suoi discepoli. Sì, perché Dio è amore e vuole stabilire nel mondo il suo Regno che non è fondato sul potere delle armi, sulla prevaricazione, ma è un Regno di pace, fondato sull’amore. Un Re che, con la sua Parola, con il suo esempio e la sua vita immolata sulla croce ci ha salvato dalla morte.
Un Re che indica la strada all’uomo smarrito, che porta la luce nelle tenebre del nostro cuore attanagliato dal dubbio, dalla paura, appesantito dalle prove di ogni giorno.
(A cura della San Vincenzo de’ Paoli)
Alla fine… resterà solo l’amore.
Sì, tu sei Re, o Signore.
Hai rinunciato ai troni dei cieli per scendere in mezzo a noi.
Per camminare con noi. Per soffrire con noi.
Per guarirci. Per salvarci.
Anche oggi, ti preghiamo, cammina con noi, o Signore.
Elargisci i tuoi doni anche a chi è più lontano,
perché stanco, oppresso o malato.
Prenditi cura di chi ti prega, ma anche di chi non ti ascolta.
Stai vicino anche a chi ti rinnega.
Così che il tuo splendore li contagi.
Sì, fa’ che anche loro si ammalino d’amore!
Fonte | Per gentile concessione dell’Editrice AVE