Commento al Vangelo di domenica 22 Gennaio 2023 – Comunità Kairos

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L’impianto narrativo del brano di questa settimana, che dà il via  all’attività pubblica di Gesù, si articola in due nuclei  ognuno  dei  quali,  al  di  là  della narrazione, ci consegna un tassello della relazione tra Gesù e il Padre e tra Gesù e gli uomini: il primo, in cui Gesù si sposta nella Galilea per annunciare la buona novella e adempiere le scritture (vv 12-17) e il secondo in cui viene narrata la chiamata dei primi discepoli (vv 18-23).

La contestualizzazione con il brano  immediatamente  precedente  a  quello odierno, l’inizio del capitolo 4 con le tentazioni di Gesù nel deserto, ci permette di notare come l’inaugurazione del ministero pubblico di Gesù nel Vangelo di Matteo prenda le mosse dalla sua ricerca di comprendere la volontà del Padre.

Gesù, osservando gli eventi che si succedono, tra i quali la consegna  di Giovanni, riconosce i segni dei tempi e capisce che è venuto il momento per diffondere al mondo la buona notizia. In ciò si manifesta il suo essere obbediente al Padre e il suo portare a compimento la Parola di Dio contenuta nelle Scritture dell’Antico Testamento.

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Come scelta di obbedienza alla Parola di Dio, Gesù decide di diffondere il suo annuncio a partire dai margini del mondo ebraico dell’epoca, ben lontano dal centro della ortodossia religiosa di Gerusalemme. E questa scelta ci illumina sulle caratteristiche del Dio che viene annunciato: un Dio che trova i destinatari del suo messaggio non nei centri del potere e in coloro che si sentono depositari della verità, ma negli abitanti di una realtà cosmopolita, “lontana” e umiliata, quegli ultimi che possono riconoscere nell’annuncio di Gesù l’adempiersi della profezia di Isaia: “Il popolo che camminava nelle tenebre ha visto una grande luce […]” (Is 9,1). Tra queste genti Gesù proclama così come Giovanni (Mt. 3,2) un messaggio di conversione che si fonda nella vicinanza del Regno che si è fatto storia grazie alla presenza di Gesù nel mondo.

La buona notizia della salvezza per tutti gli uomini si concretizza nel momento stesso in cui gli uomini lasciano spazio all’azione di grazia che agisce destrutturando l’uomo vecchio e il suo modo di pensare Dio.

Proprio per dar forza all’importanza della conversione per aprirsi alla relazione con Dio, nella seconda  parte  del  brano  viene  narrata  la  chiamata  dei  primi quattro discepoli.

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Lo stesso dinamismo si ripete sia per la prima che per la seconda coppia di fratelli: Gesù “vede” con il suo sguardo d’amore e chiama, li invita a seguirlo dando un nuovo senso alla loro esistenza “vi farò pescatori di uomini” (v. 19).

La prima mossa è sempre di Gesù ed esige una risposta senza indugi (“Ed essi subito […] lo seguirono” v. 20 e v. 22) che implica un lasciare (le attività quotidiane, professionali, la famiglia).

Nell’essenzialità del racconto di Matteo non possiamo non cogliere la forza dirompente che ha nell’ esistenza la chiamata di Dio che ci raggiunge anche nell’ordinarietà del nostro essere peccatori.

A questo punto si apre  la  libertà  della  risposta  dell’uomo  che  può  rimanere nella comodità delle sue certezze o accogliere la possibilità di uscire dalla propria autoreferenzialità per entrare in relazione con  Dio,  sentendosi  profondamente amato da Lui.


A cura di Luisa per la Comunità Kairos.

Immagine di Dimitris Vetsikas da Pixabay