Commento al Vangelo di domenica 22 aprile 2018 – p. Alessandro Cortesi op

La figura del pastore nel IV vangelo si delinea in contrapposizione a tre diverse e opposte figure, il ladro, l’estraneo e il mercenario.

Gesù è il pastore che da’ la sua vita per le sue pecore. In queste parole sta il riferimento alla figura del servo di Jahwè che ‘non ha apparenza né bellezza per attirare i nostri sguardi, non splendore per provare in lui diletto…si è caricato delle nostre sofferenze, si è addossato i nostri dolori… Egli è stato trafitto per i nostri delitti, schiacciato per le nostre iniquità. Il castigo che ci dà salvezza si è abbattuto su di lui, per le sue piaghe noi siamo stati guariti… era come agnello condotto al macello (Is 53,3-7). Paradossalmente la figura di colui che è sfigurato, davanti al quale ci si copre il volto, è presa per indicare il volto di Gesù, pastore bello. La sua bellezza manifesta la gratuità che segna la sua vita, il dono della sua esistenza….

 

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Il pastore indicato nel IV vangelo porta in sé infatti i tratti sconcertanti della figura del servo che si offre per tutti. Il mercenario, presta servizio fino al momento in cui può ricavare utilità. non si coinvolge in una relazione con gli altri, ne cerca solo vantaggio e utile. Gesù ha fatto della sua vita un dono per tutti. Vive un rapporto unico come quello del pastore con il suo gregge.

Il pastore conosce le sue pecore: conoscere nel IV vangelo indica una relazione nella reciprocità: così anche le pecore conoscono… e le mie pecore ‘conoscono me’. C’è una relazione particolare che conduce chi ha incontrato Gesù ad entrare nell’amore che lega il Figlio con il Padre: ‘come il Padre conosce me e io conosco il Padre’.

‘Non vi chiamo più servi, ma vi ho chiamati amici’. Incontrare Gesù è cammino di amicizia, chiamata ad un amore che coinvolge l’esistenza. E’ il dono ed il progetto di vita che viene proposto a chi si apre all’incontro con Gesù.

La conoscenza tra il Figlio e il Padre è dono e di accoglienza di amore che circola e di reciprocità di vita; così il ‘conoscere’ che lega Gesù a noi. E’ dono perché Gesù offre la vita per noi e conoscere lui è entrare in una intimità di vita per compiere scelte come le sue.

L’immagine del pastore apre a guardare oltre i confini: ‘ho altre pecore che non di quest’ovile; e anche queste io devo condurre; ascolteranno la mia voce e diventeranno un solo gregge e un solo pastore’. Gesù attua un raduno nel donare la sua vita: la sua testimonianza è forza che genera la possibilità di un incontro nuovo e di una unificazione nella diversità laddove c’era dispersione e lontananza.

Lo sguardo di Gesù va oltre ogni ovile che tiene chiuso il gregge in una situazione di tranquillità. La sua vita è non per il privilegio di qualcuno, ma per la condivisione. La radice di un tale sguardo che si allarga sta nella sua libertà, attitudine che si esprime nel donarsi: ‘io offro la mia vita, per poi riprenderla di nuovo. Nessuno me la toglie, ma la offro da me stesso, poiché ho il potere di offrirla e il potere di riprenderla di nuovo’.

La bellezza del pastore è la gratuità e la libertà con cui offre la sua vita. Nel dono di questa libertà nell’incontro è situato il percorso della nostra vita. il disegno di salvezza del Padre ha di mira una comunità nuova, un gregge oltre ogni confine, che sta in altri ovili. Siamo chiamati a testimoniare che solo la bellezza – frutto della gratuità e della libertà del dono di sè – può salvare il mondo.

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IV Domenica del Tempo di Pasqua

Puoi leggere (o vedere) altri commenti al Vangelo di domenica 22 Aprile 2018 anche qui.

Gv 10, 11-18
Dal Vangelo secondo Giovanni

11Io sono il buon pastore. Il buon pastore dà la propria vita per le pecore. 12Il mercenario – che non è pastore e al quale le pecore non appartengono – vede venire il lupo, abbandona le pecore e fugge, e il lupo le rapisce e le disperde; 13perché è un mercenario e non gli importa delle pecore. 14Io sono il buon pastore, conosco le mie pecore e le mie pecore conoscono me, 15così come il Padre conosce me e io conosco il Padre, e do la mia vita per le pecore. 16E ho altre pecore che non provengono da questo recinto: anche quelle io devo guidare. Ascolteranno la mia voce e diventeranno un solo gregge, un solo pastore. 17Per questo il Padre mi ama: perché io do la mia vita, per poi riprenderla di nuovo. 18Nessuno me la toglie: io la do da me stesso. Ho il potere di darla e il potere di riprenderla di nuovo. Questo è il comando che ho ricevuto dal Padre mio».

C: Parola del Signore.
A: Lode a Te o Cristo.

  • 22 – 28 Aprile 2018
  • Tempo di Pasqua IV
  • Colore Bianco
  • Lezionario: Ciclo B
  • Anno: II
  • Salterio: sett. 4

Fonte: LaSacraBibbia.net

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