Abbiamo giร avuto modo di incontrare (nei vangeli della 12ยฐ domen. C, 22ยฐ A e 24ยฐ B) un tema caratteristico dei sinottici: i cosiddetti โannunciโ (o โpredizioniโ) della Passione, morte e resurrezione di Gesรน; sono in tutto cinque: tre in forma abbastanza sviluppata (Mc.8,31-33 e paralleli; Mc.9,30-32 e par.; Mc.10,32-34 e par.) e due piรน brevi; di questi uno si trova subito dopo il racconto della Trasfigurazione: โMentre scendevano dal monte, ordinรฒ loro di non raccontare a nessuno ciรฒ che avevano visto, se non dopo che il Figlio dellโuomo fosse risuscitato dai morti.โ (Mc.9,9); lโaltro รจ ambientato nellโepisodio del Getsemani: โEโ venuta lโora: ecco, il Figlio dellโuomo viene consegnato nelle mani dei peccatoriโ (Mc.14,41)
[ads2]Viene spontaneo chiedersi: ma Gesรน sapeva con esattezza quello che gli sarebbe accaduto? Come faceva a conoscere i particolari della sua Passione, che leggiamo ad esempio in Marco 10,33-34 e nei testi paralleli? E come sarebbe vissuto allora: perennemente angosciato? La risposta a tali interrogativi ci consente di chiarire alcuni aspetti della redazione del Nuovo Testamento.
Ricordiamo anzitutto che i vangeli non sono una sorta di โcronistoriaโ di Gesรน, ma un racconto steso parecchi anni dopo la sua morte e resurrezione, da redattori che si proponevano di annunciare la Buona novella e catechizzare le comunitร cristiane.
Ora, la presenza di certi particolari e lโuso frequente degli stessi termini che si trovano anche nel racconto della Passione ci fanno capire che i brani succitati sono stati scritti post eventum, cioรจ alla luce di quanto effettivamente successe al termine della vita di Gesรน. In particolare, i rispettivi โterziโ annunci, cosรฌ particolareggiati, sono con ogni probabilitร una piccola sintesi del catechismo primitivo, il nucleo piรน antico del vangelo, che conteneva i punti essenziali del kerigma cristiano: lโannuncio della passione, morte e resurrezione di Gesรน di Nazareth.
Questo non significa perรฒ che gli โannunciโ siano stati arbitrariamente redatti e posti in bocca al Maestro da parte degli evangelisti! tipica dei testi evangelici รจ infatti la compresenza, non sempre facilmente separabile, di uno strato โstoricoโ di eventi effettivamente accaduti cosรฌ come dicono le parole, e di una โcostruzione letterariaโ ad opera degli autori in funzione di determinati obiettivi.
- Pubblicitร -
Gli esperti hanno stabilito che, con ogni probabilitร , alla base delle varie โpredizioniโ sta un unico detto storico originario, molto sintetico e dai tratti semitici, vicinissimo, se non uguale, a quello di Marco 14,41, sopra riportato, o anche a quello di Luca 9, 44: โIl Figlio dellโuomo sta per essere consegnato in mano degli uominiโ.
Jeremias, Pesch e parecchi altri esegeti considerano anche Marco 9,31 una parola originale di Gesรน, per i seguenti motivi:
- il genere letterario: un โmashalโ, cioรจ un detto paradossale o massima enigmatica, modi di parlare familiari di Gesรน
- la โparonomasiaโ, cioรจ lโaccostamento di parole simili o uguali per far risaltare lโopposizione di significati, o gioco di parole, tipico dellโaramaico, in โbarโanashaโ = Figlio dellโuomo e โbenรฉ โanashaโ = figli dellโuomo o uomini
- il semitismo โdopo tre giorniโ (cfr. Osea 6,2; Gen 1,17; 2,10)
- lโutilizzo del titolo โFiglio dellโuomoโ, che nei vangeli รจ pronunciato solo da Gesรน per indicare se stesso; su questa espressione ci siamo a lungo soffermati nel commento relativo a domenica scorsa, 24ยฐ dellโanno B; qui aggiungiamo che con ogni probabilitร Gesรน si identificรฒ con tale figura perchรฉ in Daniele 7,13-14 essa รจ simbolo del resto fedele dei giudei, chiamati โsanti dellโAltissimoโ (Dan.7,25), che ebbero molto a soffrire durante la persecuzione di Antioco IV Epifane, ma furono sorretti dalla speranza di essere glorificati da Dio e di ricevere il regno.
Fin dallโinizio del suo ministero Gesรน ebbe a scontrarsi con lโostilitร delle autoritร ebraiche; era dunque ben consapevole dei rischi gravi che correva, soprattutto quando decise di recarsi a Gerusalemme, cuore del giudaismo. Da buon ebreo, conosceva certamente le pagine della Scrittura che descrivono la sorte dellโuomo giusto e fedele a Dio, il quale proprio per questo deve subire insidie e persecuzioni da parte dei malvagi (cfr. Salmi 21/22, 27/28, 30/31, 41/42, etc., Sapienza 1,16-2,24 e soprattutto i 4 โcanti del Servoโ della 2ยฐ parte di Isaia).
Perciรฒ il Nazareno ha senza dubbio preso in considerazione anche la possibilitร di perdere la vita per la causa del Regno e solo nel vangelo di Marco ci sono almeno 16 testi, nei quali Gesรน parla in modo piรน o meno esplicito della sua morte, e in 7 di essi il soggetto รจ il โFiglio dellโuomoโ. Ad esempio Egli dice: โSta scritto: – Percuoterรฒ il pastore e le pecore saranno disperse-โ (Mc.14,27); โVerranno i giorni in cui sarร loro tolto lo sposoโ (Mc.2,20); โPotete bere il calice che io bevo, o ricevere il battesimo con cui io sono battezzato?โ (Mc.10,38); โIl Figlio dellโuomo รจ venuto per servire e dare la propria vita in riscatto per moltiโ (Mc.10,45).
Dunque di fatto, storicamente, il Signore ad un certo punto ha capito con chiarezza quale sarebbe stata la sua sorte – una morte violenta – e ha cercato di conseguenza di coglierne il significato, di inserirla nel suo messaggio sul Regno di Dio, di vederla alla luce del piano di divino. E anche per questo gli venivano in soccorso le parole della Scrittura, nelle quali si attribuisce alla morte del giusto e del martire unโefficacia espiatrice e di riconciliazione: โEgli si รจ caricato delle nostre sofferenze, si รจ addossato i nostri doloriโฆ.. รจ stato trafitto per i nostri delitti, schiacciato per le nostre iniquitร . Il castigo che ci dร salvezza si รจ abbattuto su di lui; per le sue piaghe noi siamo stati guariti..โฆ.sebbene non avesse commesso violenza, nรฉ vi fosse inganno nella sua boccaโฆ..โฆ.il giusto mio servo giustificherร molti, egli si addosserร la loro iniquitร .โ (Isaia 53, 4-11 passim)
Che cosa allora lo avrร sorretto, quale conforto o aiuto poteva sperare davanti ad una tale terribile prospettiva? Lo possiamo vedere anche dalla 1ยฐ lettura di oggi, tratta dal libro della Sapienza: โCondanniamolo a una morte infame, perchรฉ, secondo le sue parole, il soccorso gli verrร โ (Sap. 2,20)
Gli stessi passi della Scrittura che parlano di persecuzioni, sofferenze e morte del giusto e dellโinnocente, infatti, dicono anche sempre immancabilmente che egli non รจ abbandonato da Dio. Cosรฌ il โCanto del Servoโ di Isaia prima citato dice pure: โEcco, il mio servo avrร successo, sarร onorato, esaltato e molto innalzatoโฆโฆ.โ (Is. 52,13); โDopo il suo intimo tormento vedrร la luce e si sazierร della sua conoscenzaโฆio gli darรฒ in premio le moltitudiniโฆโฆ..โ (Is. 53,11-12)
Certo, dal momento che Gesรน era vero uomo (e non un โsuperman – robotโ dotato di matematica preveggenza!), probabilmente non sapeva in che modo preciso sarebbe morto e come esattamente Dio lo avrebbe soccorso, ma ne aveva la certezza dentro di sรฉ e, come sappiamo dai vangeli, fino allโultimo confidรฒ nel Padre; per questo le frasi che storicamente ha pronunciato sono generiche, mentre le โcostruzioni letterarieโ degli evangelisti contengono i particolari dedotti post eventum, come si vede chiaramente se si confronta Luca 9,44 e Marco 14,41 con Marco 10,33-34 e i passi paralleli.
XXV Domenica del Tempo Ordinario – Anno B
- Colore liturgico: bianco
- Sap 2, 12.17-20; Sal.53; Gc 3,16 – 4,3; Mc 9, 30-37
Dal Vangelo secondo Marco
In quel tempo, Gesรน e i suoi discepoli attraversavano la Galilea, ma egli non voleva che alcuno lo sapesse. Insegnava infatti ai suoi discepoli e diceva loro: ยซIl Figlio dell’uomo viene consegnato nelle mani degli uomini e lo uccideranno; ma, una volta ucciso, dopo tre giorni risorgerร ยป. Essi perรฒ non capivano queste parole e avevano timore di interrogarlo.
Giunsero a Cafร rnao. Quando fu in casa, chiese loro: ยซDi che cosa stavate discutendo per la strada?ยป. Ed essi tacevano. Per la strada infatti avevano discusso tra loro chi fosse piรน grande. Sedutosi, chiamรฒ i Dodici e disse loro: ยซSe uno vuole essere il primo, sia l’ultimo di tutti e il servitore di tuttiยป.
E, preso un bambino, lo pose in mezzo a loro e, abbracciandolo, disse loro: ยซChi accoglie uno solo di questi bambini nel mio nome, accoglie me; e chi accoglie me, non accoglie me, ma colui che mi ha mandatoยป.
C: Parola del Signore.
A: Lode a Te o Cristo.
- 20 – 26 Settembre 2015
- Tempo Ordinario XXV, Colore verde
- Lezionario: Ciclo B | Anno I, Salterio: sett. 1
Fonte: LaSacraBibbia.net