Commento al Vangelo di domenica 20 settembre 2015 – a cura di Ileana Mortari

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Abbiamo giร  avuto modo di incontrare (nei vangeli della 12ยฐ domen. C, 22ยฐ A e 24ยฐ B) un tema caratteristico dei sinottici: i cosiddetti โ€œannunciโ€ (o โ€œpredizioniโ€) della Passione, morte e resurrezione di Gesรน; sono in tutto cinque: tre in forma abbastanza sviluppata (Mc.8,31-33 e paralleli; Mc.9,30-32 e par.; Mc.10,32-34 e par.) e due piรน brevi; di questi uno si trova subito dopo il racconto della Trasfigurazione: โ€œMentre scendevano dal monte, ordinรฒ loro di non raccontare a nessuno ciรฒ che avevano visto, se non dopo che il Figlio dellโ€™uomo fosse risuscitato dai morti.โ€ (Mc.9,9); lโ€™altro รจ ambientato nellโ€™episodio del Getsemani: โ€œEโ€™ venuta lโ€™ora: ecco, il Figlio dellโ€™uomo viene consegnato nelle mani dei peccatoriโ€ (Mc.14,41)

[ads2]Viene spontaneo chiedersi: ma Gesรน sapeva con esattezza quello che gli sarebbe accaduto? Come faceva a conoscere i particolari della sua Passione, che leggiamo ad esempio in Marco 10,33-34 e nei testi paralleli? E come sarebbe vissuto allora: perennemente angosciato? La risposta a tali interrogativi ci consente di chiarire alcuni aspetti della redazione del Nuovo Testamento.

Ricordiamo anzitutto che i vangeli non sono una sorta di โ€œcronistoriaโ€ di Gesรน, ma un racconto steso parecchi anni dopo la sua morte e resurrezione, da redattori che si proponevano di annunciare la Buona novella e catechizzare le comunitร  cristiane.

Ora, la presenza di certi particolari e lโ€™uso frequente degli stessi termini che si trovano anche nel racconto della Passione ci fanno capire che i brani succitati sono stati scritti post eventum, cioรจ alla luce di quanto effettivamente successe al termine della vita di Gesรน. In particolare, i rispettivi โ€œterziโ€ annunci, cosรฌ particolareggiati, sono con ogni probabilitร  una piccola sintesi del catechismo primitivo, il nucleo piรน antico del vangelo, che conteneva i punti essenziali del kerigma cristiano: lโ€™annuncio della passione, morte e resurrezione di Gesรน di Nazareth.

Questo non significa perรฒ che gli โ€œannunciโ€ siano stati arbitrariamente redatti e posti in bocca al Maestro da parte degli evangelisti! tipica dei testi evangelici รจ infatti la compresenza, non sempre facilmente separabile, di uno strato โ€œstoricoโ€ di eventi effettivamente accaduti cosรฌ come dicono le parole, e di una โ€œcostruzione letterariaโ€ ad opera degli autori in funzione di determinati obiettivi.

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Gli esperti hanno stabilito che, con ogni probabilitร , alla base delle varie โ€œpredizioniโ€ sta un unico detto storico originario, molto sintetico e dai tratti semitici, vicinissimo, se non uguale, a quello di Marco 14,41, sopra riportato, o anche a quello di Luca 9, 44: โ€œIl Figlio dellโ€™uomo sta per essere consegnato in mano degli uominiโ€.

Jeremias, Pesch e parecchi altri esegeti considerano anche Marco 9,31 una parola originale di Gesรน, per i seguenti motivi:

  • il genere letterario: un โ€œmashalโ€, cioรจ un detto paradossale o massima enigmatica, modi di parlare familiari di Gesรน
  • la โ€œparonomasiaโ€, cioรจ lโ€™accostamento di parole simili o uguali per far risaltare lโ€™opposizione di significati, o gioco di parole, tipico dellโ€™aramaico, in โ€œbarโ€™anashaโ€ = Figlio dellโ€™uomo e โ€œbenรฉ โ€˜anashaโ€ = figli dellโ€™uomo o uomini
  • il semitismo โ€œdopo tre giorniโ€ (cfr. Osea 6,2; Gen 1,17; 2,10)
  • lโ€™utilizzo del titolo โ€œFiglio dellโ€™uomoโ€, che nei vangeli รจ pronunciato solo da Gesรน per indicare se stesso; su questa espressione ci siamo a lungo soffermati nel commento relativo a domenica scorsa, 24ยฐ dellโ€™anno B; qui aggiungiamo che con ogni probabilitร  Gesรน si identificรฒ con tale figura perchรฉ in Daniele 7,13-14 essa รจ simbolo del resto fedele dei giudei, chiamati โ€œsanti dellโ€™Altissimoโ€ (Dan.7,25), che ebbero molto a soffrire durante la persecuzione di Antioco IV Epifane, ma furono sorretti dalla speranza di essere glorificati da Dio e di ricevere il regno.

Fin dallโ€™inizio del suo ministero Gesรน ebbe a scontrarsi con lโ€™ostilitร  delle autoritร  ebraiche; era dunque ben consapevole dei rischi gravi che correva, soprattutto quando decise di recarsi a Gerusalemme, cuore del giudaismo. Da buon ebreo, conosceva certamente le pagine della Scrittura che descrivono la sorte dellโ€™uomo giusto e fedele a Dio, il quale proprio per questo deve subire insidie e persecuzioni da parte dei malvagi (cfr. Salmi 21/22, 27/28, 30/31, 41/42, etc., Sapienza 1,16-2,24 e soprattutto i 4 โ€œcanti del Servoโ€ della 2ยฐ parte di Isaia).

Perciรฒ il Nazareno ha senza dubbio preso in considerazione anche la possibilitร  di perdere la vita per la causa del Regno e solo nel vangelo di Marco ci sono almeno 16 testi, nei quali Gesรน parla in modo piรน o meno esplicito della sua morte, e in 7 di essi il soggetto รจ il โ€œFiglio dellโ€™uomoโ€. Ad esempio Egli dice: โ€œSta scritto: – Percuoterรฒ il pastore e le pecore saranno disperse-โ€œ (Mc.14,27); โ€œVerranno i giorni in cui sarร  loro tolto lo sposoโ€ (Mc.2,20); โ€œPotete bere il calice che io bevo, o ricevere il battesimo con cui io sono battezzato?โ€ (Mc.10,38); โ€œIl Figlio dellโ€™uomo รจ venuto per servire e dare la propria vita in riscatto per moltiโ€ (Mc.10,45).

Dunque di fatto, storicamente, il Signore ad un certo punto ha capito con chiarezza quale sarebbe stata la sua sorte – una morte violenta – e ha cercato di conseguenza di coglierne il significato, di inserirla nel suo messaggio sul Regno di Dio, di vederla alla luce del piano di divino. E anche per questo gli venivano in soccorso le parole della Scrittura, nelle quali si attribuisce alla morte del giusto e del martire unโ€™efficacia espiatrice e di riconciliazione: โ€œEgli si รจ caricato delle nostre sofferenze, si รจ addossato i nostri doloriโ€ฆ.. รจ stato trafitto per i nostri delitti, schiacciato per le nostre iniquitร . Il castigo che ci dร  salvezza si รจ abbattuto su di lui; per le sue piaghe noi siamo stati guariti..โ€ฆ.sebbene non avesse commesso violenza, nรฉ vi fosse inganno nella sua boccaโ€ฆ..โ€ฆ.il giusto mio servo giustificherร  molti, egli si addosserร  la loro iniquitร .โ€ (Isaia 53, 4-11 passim)

Che cosa allora lo avrร  sorretto, quale conforto o aiuto poteva sperare davanti ad una tale terribile prospettiva? Lo possiamo vedere anche dalla 1ยฐ lettura di oggi, tratta dal libro della Sapienza: โ€œCondanniamolo a una morte infame, perchรฉ, secondo le sue parole, il soccorso gli verrร โ€ (Sap. 2,20)

Gli stessi passi della Scrittura che parlano di persecuzioni, sofferenze e morte del giusto e dellโ€™innocente, infatti, dicono anche sempre immancabilmente che egli non รจ abbandonato da Dio. Cosรฌ il โ€œCanto del Servoโ€ di Isaia prima citato dice pure: โ€Ecco, il mio servo avrร  successo, sarร  onorato, esaltato e molto innalzatoโ€ฆโ€ฆ.โ€ (Is. 52,13); โ€œDopo il suo intimo tormento vedrร  la luce e si sazierร  della sua conoscenzaโ€ฆio gli darรฒ in premio le moltitudiniโ€ฆโ€ฆ..โ€ (Is. 53,11-12)

Certo, dal momento che Gesรน era vero uomo (e non un โ€œsuperman – robotโ€ dotato di matematica preveggenza!), probabilmente non sapeva in che modo preciso sarebbe morto e come esattamente Dio lo avrebbe soccorso, ma ne aveva la certezza dentro di sรฉ e, come sappiamo dai vangeli, fino allโ€™ultimo confidรฒ nel Padre; per questo le frasi che storicamente ha pronunciato sono generiche, mentre le โ€œcostruzioni letterarieโ€ degli evangelisti contengono i particolari dedotti post eventum, come si vede chiaramente se si confronta Luca 9,44 e Marco 14,41 con Marco 10,33-34 e i passi paralleli.

Ileana Mortari

XXV Domenica del Tempo Ordinario – Anno B

Dal Vangelo secondo Marco

In quel tempo, Gesรน e i suoi discepoli attraversavano la Galilea, ma egli non voleva che alcuno lo sapesse. Insegnava infatti ai suoi discepoli e diceva loro: ยซIl Figlio dell’uomo viene consegnato nelle mani degli uomini e lo uccideranno; ma, una volta ucciso, dopo tre giorni risorgerร ยป. Essi perรฒ non capivano queste parole e avevano timore di interrogarlo.
Giunsero a Cafร rnao. Quando fu in casa, chiese loro: ยซDi che cosa stavate discutendo per la strada?ยป. Ed essi tacevano. Per la strada infatti avevano discusso tra loro chi fosse piรน grande. Sedutosi, chiamรฒ i Dodici e disse loro: ยซSe uno vuole essere il primo, sia l’ultimo di tutti e il servitore di tuttiยป.
E, preso un bambino, lo pose in mezzo a loro e, abbracciandolo, disse loro: ยซChi accoglie uno solo di questi bambini nel mio nome, accoglie me; e chi accoglie me, non accoglie me, ma colui che mi ha mandatoยป.

C: Parola del Signore.
A: Lode a Te o Cristo.

  • 20 – 26 Settembre 2015
  • Tempo Ordinario XXV, Colore verde
  • Lezionario: Ciclo B | Anno I, Salterio: sett. 1

Fonte: LaSacraBibbia.net