Padre Alberto Maggi commenta il Vangelo di domenica prossima, 20 ottobre 2019 – XXIX domenica del Tempo Ordinario.
DIO FARÀ GIUSTIZIA AI SUOI ELETTI CHE GRIDANO VERSO DI LUI
Il capitolo 18 del vangelo di Luca si apre con un insegnamento di Gesù che non riguarda la preghiera, ma la fede. Non una preghiera insistente, ma la fede. Cosa significa la fede? Avere fiducia, credere profondamente, che Dio realizza il suo progetto. E qual è il progetto di Dio? Il suo regno. Sulla preghiera Gesù già nel capitolo 12 ed altri aveva ampiamente parlato ai suoi discepoli, aveva presentato Dio come un Padre che si prende cura del bene dei suoi figli, un Padre che non va incontro ai loro bisogni, alle loro necessità, ma addirittura li precede. Un Padre che, come aveva detto Gesù, sa ciò di cui avete bisogno.
Quindi non c’è la necessità di elencargli le nostre richieste, perché il Padre già le sa. E Gesù, concludendo questo insegnamento sulla preghiera, aveva detto “Cercate piuttosto il suo regno e queste cose vi saranno date in aggiunta”.
Il regno è l’oggetto della preghiera. Tanto è vero che Gesù nella preghiera del Padre Nostro lo inserirà con la richiesta “Venga il tuo regno”. Cos’è questo regno? Una società alternativa. Allora questo brano che adesso leggiamo – capitolo 18 i primi otto versetti del vangelo di Luca – non è un insegnamento sull’insistenza della preghiera verso un Dio che è sordo e va supplicato. Questo è il Dio dei pagani, non è il Padre di Gesù.
È un insegnamento sulla certezza delle promesse di Dio che vengono realizzate, anche se all’apparenza può sembrare il contrario. Scrive l’evangelista: Diceva loro, quindi Gesù si sta rivolgendo ai discepoli, questi discepoli che hanno dimostrato di non avere un minimo di questa fiducia, una parabola sulla necessità di pregare sempre, senza stancarsi mai. Ecco l’insegnamento non è sulla preghiera, la preghiera è un mezzo, ma l’insegnamento è sulla giustizia.
Infatti il termine giustizia in questo vangelo comparirà per ben quattro volte. È la giustizia del regno, questa società alternativa che Gesù è venuto a proporre.
“In una città viveva un giudice, che non temeva Dio né aveva riguardo per alcuno.” Il ritratto che Gesù fa del giudice è quello di una persona potente e superba. E ci richiama subito l’annunzio che aveva fatto Maria in questo vangelo con il suo canto, di quello che è il progetto di Dio sulla creazione, ma progetto che, per realizzarsi, ha bisogno della collaborazione delle persone. Maria aveva detto che Dio ha disperso i superbi, rovesciato i potenti dai troni – e qui abbiamo un potente che è superbo – innalzato gli umili, ricolmato di beni gli affamati, rimandato i ricchi a mani vuote. Questo è il progetto di Dio. Ed è su questa fiducia che Gesù insiste. È questa la fede che devono avere i suoi discepoli e per la quale devono attivarsi, collaborare.
In quella città c’era anche una vedova. L’immagine della vedova nella Bibbia rappresenta la persona che, non avendo un uomo che pensa a lei, è alla mercé di tutti, è la persona emarginata, senza protezione, la piùbisognosa. E Dio nella Bibbia viene chiamato “il difensore delle vedove”, perché Dio ha a cuore queste creature che sono emarginate. Che andava da lui e gli diceva: “Fammi giustizia contro il mioavversario”.
Ecco per la prima volta appare il termine giustizia, che apparirà per ben quattro volte in questo brano.
Per un po’ di tempo egli non volle; ma poi disse tra sé: “Anche se non temo Dio… “, ecco riconosce di non temere Dio, “… e non ho riguardo per alcuno.. “, il ritratto che Gesù fa del potente è atroce, “… dato che questa vedova mi dà tanto fastidio, le farò giustizia perché non venga continuamente a importunarmi”. Letteralmente “fare un occhio nero” perché fa un danno alla mia reputazione.
E il Signore soggiunse: “Ascoltate ciò che dice il giudice disonesto.” Ed è un invito ai suoi discepoli. Edecco la lezione che Gesù dà. “E Dio non farà forse giustizia ai suoi eletti, che gridano giorno e notte (gridare giorno e notte nei salmi dell’Antico Testamento è immagine del grido degli oppressi) verso di lui? Li farà forse aspettare a lungo? Io vi dico che farà loro giustizia prontamente.” Quindi Gesù garantisce che quel progetto di Dio sull’umanità, il regno, una società alternativa dove ai falsi valoridell’avere, del comandare e del salire, si contrappongano i valori giusti, quelli che creano la fraternità, cioè la condivisione, lo scendere e il servire. Questo è il regno di Dio, la società alternativa. Gesù assicura che questo si realizza.
Ecco perché poi Gesù conclude con un’espressione che sembra carica di amarezza, “Ma il Figliodell’uomo, quando verrà…”. Il Figlio dell’Uomo, cioè Gesù, viene con la distruzione di Gerusalemme. Quando si distrugge Gerusalemme ecco che si annuncia la venuta del Figlio dell’Uomo. “Troverà la fedesulla terra?” E infatti non la trova. Il vangelo di Luca finisce amaramente con i discepoli che, nonostante tutto l’insegnamento di Gesù, nonostante tutto quello che Gesù ha detto, continuano ancora a frequentare il tempio.
Quel covo di ladri che Gesù aveva denunciato e del quale aveva annunciato la distruzione, per il discepoli ancora rappresenta un valore, cioè non hanno rotto con il passato, con l’istituzione ed il potere. E allora se non rompe con questo il regno di Dio, questa società alternativa, non può emergere.
Letture della
XXIX DOMENICA DEL TEMPO ORDINARIO – ANNO C
Prima Lettura
Quando Mosè alzava le mani, Israele prevaleva.
Dal libro dell’Èsodo
Es 17,8-13
In quei giorni, Amalèk venne a combattere contro Israele a Refidìm.
Mosè disse a Giosuè: «Scegli per noi alcuni uomini ed esci in battaglia contro Amalèk. Domani io starò ritto sulla cima del colle, con in mano il bastone di Dio». Giosuè eseguì quanto gli aveva ordinato Mosè per combattere contro Amalèk, mentre Mosè, Aronne e Cur salirono sulla cima del colle.
Quando Mosè alzava le mani, Israele prevaleva; ma quando le lasciava cadere, prevaleva Amalèk. Poiché Mosè sentiva pesare le mani, presero una pietra, la collocarono sotto di lui ed egli vi si sedette, mentre Aronne e Cur, uno da una parte e l’altro dall’altra, sostenevano le sue mani. Così le sue mani rimasero ferme fino al tramonto del sole.
Giosuè sconfisse Amalèk e il suo popolo, passandoli poi a fil di spada.
Parola di Dio
Salmo Responsoriale
Dal Sal 120 (121)
R. Il mio aiuto viene dal Signore.
Alzo gli occhi verso i monti:
da dove mi verrà l’aiuto?
Il mio aiuto viene dal Signore:
egli ha fatto cielo e terra. R.
Non lascerà vacillare il tuo piede,
non si addormenterà il tuo custode.
Non si addormenterà, non prenderà sonno
il custode d’Israele. R.
Il Signore è il tuo custode,
il Signore è la tua ombra
e sta alla tua destra.
Di giorno non ti colpirà il sole,
né la luna di notte. R.
Il Signore ti custodirà da ogni male:
egli custodirà la tua vita.
Il Signore ti custodirà quando esci e quando entri,
da ora e per sempre. R.
Seconda Lettura
L’uomo di Dio sia completo e ben preparato per ogni opera buona.
Dalla seconda lettera di san Paolo apostolo a Timòteo
2 Tm 3,14 – 4,2
Figlio mio, tu rimani saldo in quello che hai imparato e che credi fermamente. Conosci coloro da cui lo hai appreso e conosci le sacre Scritture fin dall’infanzia: queste possono istruirti per la salvezza, che si ottiene mediante la fede in Cristo Gesù.
Tutta la Scrittura, ispirata da Dio, è anche utile per insegnare, convincere, correggere ed educare nella giustizia, perché l’uomo di Dio sia completo e ben preparato per ogni opera buona.
Ti scongiuro davanti a Dio e a Cristo Gesù, che verrà a giudicare i vivi e i morti, per la sua manifestazione e il suo regno: annuncia la Parola, insisti al momento opportuno e non opportuno, ammonisci, rimprovera, esorta con ogni magnanimità e insegnamento.
Parola di Dio
Vangelo
Dio farà giustizia ai suoi eletti che gridano verso di lui.
Dal Vangelo secondo Luca
Lc 18,1-8
In quel tempo, Gesù diceva ai suoi discepoli una parabola sulla necessità di pregare sempre, senza stancarsi mai:
«In una città viveva un giudice, che non temeva Dio né aveva riguardo per alcuno. In quella città c’era anche una vedova, che andava da lui e gli diceva: “Fammi giustizia contro il mio avversario”.
Per un po’ di tempo egli non volle; ma poi disse tra sé: “Anche se non temo Dio e non ho riguardo per alcuno, dato che questa vedova mi dà tanto fastidio, le farò giustizia perché non venga continuamente a importunarmi”».
E il Signore soggiunse: «Ascoltate ciò che dice il giudice disonesto. E Dio non farà forse giustizia ai suoi eletti, che gridano giorno e notte verso di lui? Li farà forse aspettare a lungo? Io vi dico che farà loro giustizia prontamente. Ma il Figlio dell’uomo, quando verrà, troverà la fede sulla terra?».
Parola del Signore