Domenica scorsa abbiamo lasciato gli apostoli col naso all’insù mentre vedevano Gesù ascendere al cielo. Ora li ritroviamo di nuovo riuniti nel cenacolo, lì dove si erano rintanati per paura poco dopo la morte del Maestro. Ma stavolta è diverso. Sappiamo che sono riuniti in preghiera, insieme alla Vergine Maria. La preghiera diventa, così, un modo per dilatare la presenza di Gesù in mezzo a loro e alimentare la speranza. Gli apostoli pregano per chiedere al Signore come andare avanti ora, soprattutto dopo che hanno saputo che ci sono molte cose che ancora non conoscono perché al momento non sono in grado di portarne il peso. Ma diciamoci la verità: anche delle cose che Gesù ha già detto non siamo capaci di portarne il peso!
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Tutto il messaggio di Gesù è, in un certo senso, pesante: amatevi gli uni gli altri, perdonate sempre, siate ultimi se volete essere primi, prendete la vostra croce e seguitemi… Solo per fare alcuni esempi. Nel breve lasso di tempo della sua esperienza terrena, Gesù ha consegnato ai suoi, a noi, un “insegnamento nuovo” che ha cambiato la storia dell’umanità per sempre e ora, come i suoi apostoli, sentiamo tutta la nostra piccolezza dinanzi alla grandezza di questo messaggio.
Ma ecco che si compie la promessa di Gesù: io sarò sempre con voi. Vi manderò lo Spirito: il Consolatore perfetto; il Vivificatore che ridona vita alle parti mortificate del nostro cuore; il Paraclito che ci difende dalle insidie del mondo ma anche dalle scelte sbagliate della vita.
Questo Spirito irrompe nella vita degli apostoli, i quali avvertono dentro di loro una gioia immensa e un potere che non riescono a contenere, perché lo Spirito è una specie di “amplificatore” che non parla da se stesso, ma riferisce al cuore tutto l’amore che ha udito dal Padre e dal Figlio. E infatti gli apostoli escono fuori, perché lo Spirito è dinamismo, perché lo Spirito è come il vento: non sta fermo. Grazie allo Spirito gli apostoli escono dalle loro paure e si mettono in movimento. I cristiani non sono alberi che mettono radici e restano fermi in un solo luogo, ma sono uomini e donne in movimento, testimoni di quella gioia, di quella consolazione, di quella forza che solo lo Spirito può dare. Questa testimonianza è rivolta a tutti e lo Spirito ci dona la capacità di poterci esprimere in modo che tutti possano comprenderci.
Abbiamo ascoltato che c’era tanta gente a Gerusalemme in occasione della Pentecoste ebraica, la festa del dono della Torah, e molti sono ebrei di nazioni e lingue diverse, eppure tutti comprendono il messaggio degli apostoli. Non si tratta di parlare tutte le lingue del mondo ma di raggiungere tutti con il linguaggio universale dell’amore. L’amore è tutto quello che Gesù ci lascia ed è tutto ciò di cui abbiamo bisogno. Per questo lo Spirito è un dono di amore ed è il principio di tutte le cose. Lo Spirito è presente fin dall’inizio della storia del mondo e dell’umanità, quando aleggiava sulle acque e, insieme al Padre e al Figlio, creava, plasmava e dava vita al primo uomo. Lo Spirito è all’inizio della storia della nostra salvezza quando ha abitato il grembo della Vergine Maria donando a noi il Salvatore. È opera dello Spirito la risurrezione di Gesù che ci ha donato la speranza della vita eterna. Così come lo Spirito è all’inizio della nostra vita di fede, quando mediante il Battesimo moriamo alla vita vecchia e nasciamo alla vita nuova.
Carissimi, in questa solennità di Pentecoste, lasciamoci prendere per mano dallo Spirito; Egli ci condurrà alla verità di Dio e di noi stessi. Viviamo secondo lo Spirito portando, come ci ricorda oggi San Paolo, frutti di amore, gioia, pace, magnanimità, benevolenza, bontà, fedeltà, mitezza, dominio di sé. Che il fuoco dello Spirito possa posarsi sempre sul nostro cuore e sulla nostra testa così da metterci passione e intelligenza nella testimonianza della nostra fede e nella vita di tutti i giorni. A noi cristiani, con l’aiuto dello Spirito, spetta il compito di essere luce per il mondo, di lavare ciò che è sordido, di bagnare ciò che è arido, di sanare ciò che sanguina, di piegare ciò che è rigido, di scaldare ciò che è gelido, di drizzare ciò che è sviato. Non ne possiamo fare a meno, così come non possiamo fare a meno di respirare. Lo Spirito, infatti, è il respiro di Dio in noi. Come senza respirare non potremmo vivere, così senza lo Spirito non possiamo dirci davvero vivi. Allo stesso modo non possiamo dimenticarci di respirare ma ahimè ci dimentichiamo troppo spesso di invocare lo Spirito, eppure senza di Lui nulla avrebbe un senso così come nulla ha un senso quando manca l’amore.
Accendete l’amore nei vostri cuori, siate piromani di santità nel mondo.
Buona Pentecoste a tutti voi!
Buon cammino, insieme al Risorto!
LEGGI IL BRANO DEL VANGELO
DOMENICA di PENTECOSTE (Messa del giorno)
Puoi leggere (o vedere) altri commenti al Vangelo di domenica 20 Maggio 2018 anche qui.
- Colore liturgico: Rosso
- At 2, 1-11; Sal.103; Gal 5, 16-25; Gv 15, 26-27; 16, 12-15
Gv 15,26-27; 16,12-15
Dal Vangelo secondo Giovanni
In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli:
«Quando verrà il Paràclito, che io vi manderò dal Padre, lo Spirito della verità che procede dal Padre, egli darà testimonianza di me; e anche voi date testimonianza, perché siete con me fin dal principio.
Molte cose ho ancora da dirvi, ma per il momento non siete capaci di portarne il peso. Quando verrà lui, lo Spirito della verità, vi guiderà a tutta la verità, perché non parlerà da se stesso, ma dirà tutto ciò che avrà udito e vi annuncerà le cose future. Egli mi glorificherà, perché prenderà da quel che è mio e ve lo annuncerà. Tutto quello che il Padre possiede è mio; per questo ho detto che prenderà da quel che è mio e ve lo annuncerà».
C: Parola del Signore.
A: Lode a Te o Cristo.
- 20 – 26 Maggio 2018
- Tempo Pasquale Pentecoste
- Colore Rosso
- Lezionario: Ciclo B
- Anno: II
- Salterio: sett. 4
Fonte: LaSacraBibbia.net
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