Commento al Vangelo di domenica 20 Giugno 2021 – mons. Giuseppe Mani

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Siamo nella tempesta

La liturgia di oggi ci propone l’ascolto della pagina del Vangelo in cui Gesù placa la tempesta in mezzo al lago. Questa pagina è stata commentata da Papa Francesco la sera del 27 marzo della scorso anno, in una piazza san Pietro vuota e sotto la pioggia. Potrete facilmente trovare il testo in internet con un commento più efficace del mio, che però vi offro volentieri sulla scia di quello del Papa.

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La nostra vita è la traversata di un lago su una barca. Le acque del lago talvolta sono calme e altre volte, molto spesso, agitate, per cui il lago è anche in tempesta. Qualcuno può dire che la propria vita è una tempesta e spesso è proprio così. Nella mia lunga vita di prete ancora non ho incontrato nessuno che venisse a chiedermi di celebrare una Messa per ringraziare Dio che tutte le cose gli andavano bene, anzi il contrario.

E’ facile ritrovarsi nel racconto evangelico, dice il Papa, e anche nella situazione degli apostoli pieni di paura con Gesù a bordo, ma che dorme.

La Paura. Talvolta si ha la sensazione che sia la regina che guida e governa la vita degli uomini. Mi capita spesso di pensare a questa terribile situazione del mondo e anche della Chiesa. I vescovi hanno paura del Papa. Lui stesso ha detto che non va bene questo atteggiamento, soprattutto quando sono riuniti in Sinodo. I preti, non sempre, ma spesso hanno paura del vescovo e i fedeli del parroco. Non parliamo poi del mondo civile dove la catena dei servizi dovrebbe essere guidata dalla ricerca del bene del pubblico e invece scatta la raccomandazione, la burocrazia e poi … “tengo famiglia”, per cui prima di agire nella verità è prudente pensarci due volte. Non parliamo poi della dittatura dei mass media che, in maniera impunita, possono condannare al pubblico ludibrio chiunque. Ho conosciuto un vescovo che aveva più paura degli articoli sui giornali che del giudizio di Dio, gli dicevo maliziosamente, ma ne ero convinto.

Le dittature si reggono sulla paura. Gran parte dell’umanità è governata dalla paura che paralizza. Credo che una delle ragioni del potere della paura sia proprio l’assenza del “Timore di Dio”, non della paura di Dio, perché Dio, pur essendo Onnipotente, non vuol fare paura a nessuno.

Ecco perché Gesù rimprovera i suoi: “Perché avete paura? Non avete ancora fede?”. Certamente sono due opposti che nel Vangelo non si conciliano mai: la fede e la paura. Chi ha fede non ha paura e chi ha paura non ha fede. Nella mia lunga vita ho visto tante situazioni che mi hanno illustrato figure alla don Abbondio, per il quale “il coraggio non ci si dà!”, è diventato il modello dei fifoni, ma anche altre persone con la spina dorsale dritta e che non conoscevano la parola paura. Ricordo una lettera di De Gasperi all’Arcivescovo di Trento, suo amico, in cui lo esortava ad educare i futuri preti non soltanto a stare in ginocchio, ma anche in piedi, riferendosi a come stare davanti al fascismo.

Molte persone ho incontrato come modello di coraggio, una però rimane per me icona fondamentale, il Card. Stefano Wyszynski che la Chiesa dichiarerà beato il prossimo 12 settembre. Era il 1 dicembre e lo invitai a presiedere i vespri ed incontrare i seminaristi del Seminario Romano Maggiore. Dopo la cena ci riunimmo nell’aula magna e ci parlò della sua vita e di quella della sua Polonia sotto il comunismo. Ci raccontò come fosse stato imprigionato per tre anni senza motivo, senza che neppure sapesse dove si trovava. Ci raccontò anche quanto fosse duro vivere spiato continuamente dal regime ed essere a capo di una Chiesa come quella polacca di cui sentiva tutta la responsabilità, anzi di sentire di incarnare tutta la fede del suo popolo. Dopo il suo intervento un seminarista gli chiese come avesse fatto a resistere a tutto questo senza mai cedere in niente. Il Cardinale rispose, coinvolgendo in quello che diceva tutta la solennità della sua persona (tra l’altro, era bellissimo!): “Io nella vita non ho mai avuto paura. Mai paura! Perché? (e qui cominciò a parlare in latino) “Quia est Deus, sed non Deus tantum sed Deus Israel”, “Perché c’è Dio, ma non soltanto Dio, ma il Dio di Israele, il Dio delle vittorie, Dio che vince sempre!”. Poche parole nelle mia vita si sono scritte nel mio cuore come quelle di quell’uomo straordinario: “Non ho mai avuto paura. Quia est Deus, non Deus tantum sed Deus Israel”.

Anche noi saremo liberati dalla paura unicamente nella certezza che Dio è con noi, sempre con noi, dentro di noi. Ce lo assicura la nostra fede. Ecco perché Gesù ci chiede: “Perché avete paura? Non avete ancora fede?”

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