Commento al Vangelo di domenica 20 Gennaio 2019 – p. Alessandro Cortesi op

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Il IV vangelo parla di โ€˜segniโ€™: e Cana รจ il primo tra i segni. I segni rinviano sempre ad altro, indicano, orientano e suscitano lโ€™apertura per una ricerca ed un cammino. La gioia delle nozze a Cana per il IV vangelo รจ un segno e insieme molti segni: indica una gioia che attraversa gli incontri umani e ne offre un orizzonte piรน ampio, la gioia per la presenza di Gesรน messia atteso.

Il primo segno a Cana รจ Gesรน che partecipa ad un banchetto di nozze: รจ segno di una fiducia di Gesรน verso lโ€™amore umano, nella sua concretezza e vivezza, quale luogo di comunicazione con Dio. Lโ€™amore umano, in tutte le sue molteplici forme, รจ luogo di apertura allโ€™altro, di uscita da sรฉ, di ospitalitร  ricevuta e data, di cura e tenerezza, di cammino insieme, di crescita nella scoperta del proprio limite di fronte allโ€™altro, di apertura a relazioni piรน ampie nella dimensione di un noi con confini aperti: รจ luogo di incontro con Dio.

A Cana perรฒ viene a mancare il vino. La bellezza e lโ€™abbondanza dellโ€™amore รจ esperienza fragile, sempre esposta alla mancanza. Nel racconto quando il vino viene a mancare รจ presentata la โ€˜madre di Gesรนโ€™. E sorge un dialogo che lascia interdetti: โ€œChe ho da fare con te, donnaโ€. parole di richiesta di distanza oppure un ritrarsi di fronte ad una proposta che Gesรน รจ restio ad accogliere. Anche questo รจ un segnoโ€ฆ

La chiama โ€˜donnaโ€™, termine che ritorna nel vangelo ogni volta in cui Gesรน incontra le donne, sino al momento in cui sotto la croce consegna il discepolo che egli amava alla madre: โ€˜Donna, ecco tuo figlioโ€™. La donna ai piedi della croce diviene segno della chiesa โ€“ come anche nella tunica tutta di un pezzo โ€“ a cui Gesรน affida i discepoli in un rapporto di reciproco affidamento.

Gesรน alla madre, che assume il volto di Sion, dellโ€™Israele popolo dellโ€™alleanza, dice che non รจ ancora giunta la sua โ€˜oraโ€™. Eโ€™ parola chiave โ€˜oraโ€™ nel IV vangelo. โ€˜non era ancora giunta la sua oraโ€™ รจ quasi un ritornello ripetuto in diversi momenti e indicazione insistente di unโ€™ora verso cui tutto converge (Gv 7,30; 8,20;12,23.27). Unโ€™ora di tempo ma che va oltre il tempo: รจ evento in cui si raccoglie lโ€™intero cammino di Gesรน. Lโ€™ora centrale della vita di Gesรน รจ la croce e coincide con lโ€™ora della glorificazione. La gloria di Dio, in modo paradossale, si manifesta nel volto del crocifisso. Alla vigilia della Pasqua lโ€™ultima cena รจ aperta dalle parole: โ€˜sapendo che era giunta la sua ora di passare da questo mondo al Padre, dopo aver amato i suoi che erano nel mondo li amรฒ sino alla fineโ€™ (13,1). Lโ€™ora di Gesรน รจ ora dellโ€™amore fino alla fine, punto di convergenza di tutti i segni. I suoi gesti orientano cosรฌ verso la croce: la gloria si identifica con lโ€™amore vissuto fino alla fine. Gesรน a Cana si rifiuta di compiere un gesto che susciti meraviglia perchรฉ tutto va letto in rapporto a quellโ€™ora.

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La madre risponde con lโ€™invito ai servi: โ€˜Qualsiasi cosa vi dica, fatela. Eโ€™ il medesimo invito rivolto dal faraone di Egitto al popolo dโ€™Israele nel racconto di Giuseppe: โ€œAndate da Giuseppe e qualunque cosa vi dica, fatela!โ€ (Gn 41,55). Giuseppe sarร  colui che procura il pane nel tempo della carestia, Gesรน porta il vino. E di Giuseppe si offre questa descrizione nel racconto: โ€œPotremo trovare un uomo come costui in cui vi sia lo spirito di Dio?โ€ (Gn 41,38). Quello che sembra un rifiuto da parte di Gesรน apre invece ad un percorso nuovo in cui entrare. Si tratta di accogliere il segno.

Lโ€™acqua contenuta in sei pesanti giare per la purificazione nellโ€™essere distribuita diviene vino. Sono giare per compiere le osservanze prescritte dalla legge. Anchโ€™esse sono un segno: indicano il limite della legge per condurre allโ€™incontro con Dio. Sono rinvio ad una inadeguatezza: sono sei infatti e non sette numero del compimento. Ma sono estremamente capienti. E quellโ€™acqua di cui vengono riempite diviene vino. La legge trova il suo senso profondo nel portare vita e speranza di incontro nuovo. La parola e la presenza di Gesรน portano una abbondanza non calcolabile di vita, di gioia. Un vino cosรฌ buono suscita lo stupore di chi dirigeva il banchetto. Il segno di Cana รจ cosรฌ segno di un incontro, la gioia dellโ€™amore ricambiato, e la gioia che non viene meno perchรฉ portata da quel vino che rallegra il banchetto.

ย โ€œOra prendetene e portatene a colui che dirige il banchettoโ€: un piccolo particolare presenta una variazione nella narrazione. Proprio โ€˜oraโ€™ comincia ad attuarsi il momento di una alleanza degli ultimi tempi, la promessa di incontro con Dio. Lo sposo nel racconto non รจ nominato e in questo silenzio cโ€™รจ un velato riferimento al volto nascosto di Dio, presenza silenziosa e da scorgere come la gloria stava racchiusa nella nube.

Il โ€˜banchetto di grasse vivande, di vini eccellenti, di cibi succulenti, di vini raffinatiโ€™ sta al cuore dellโ€™annuncio dei profeti (Is 25,6). Il vino buono e raffinato รจ anche traccia che alimenta la speranza nel venire del messia. โ€œRitorneranno a sedersi alla mia ombra, faranno rivivere il grano, coltiveranno le vigne, famose come il vino del Libanoโ€ (Os 14,7) : โ€œEcco verranno giorni โ€“ dice il Signore โ€“ in cui chi ara sโ€™incontrerร  con chi miete e chi pigia lโ€™uva con chi getta il seme; dai monti stillerร  il vino nuovo e colerร  giรน per le colline. Farรฒ tornare gli esuli del mio popolo Israele, e ricostruiranno le cittร  devastate e vi abiteranno; pianteranno vigne e ne berranno il vino e ricostruiranno le cittร  devastate e vi abiteranno; pianteranno vigne e ne berranno il vino, coltiveranno giardini e ne mangeranno il frutto. Li pianterรฒ nella loro terra e non saranno mai divelti da quel suolo che io ho concesso loro, dice il Signore tuo Dioโ€ (Am 9,13-15; cfr. Ger 31,12).

Il segno di Cana parla di tutte queste speranze รจ anche segno di gioia. I profeti parlavano dellโ€™incontro di Dio che prova gioia per il suo popolo come sposo davanti alla sposa: โ€œCome un giovane sposa una vergine, cosรฌ ti sposerร  il tuo creatore; come gioisce lo sposo per la sposa, cosรฌ il tuo Dio gioirร  per teโ€ (Is 62,4-5). Eโ€™ questa la gioia cantata dal terzo Isaia: โ€œNessuno ti chiamerร  piรน Abbandonata, nรฉ la tua terra sarร  piรน detta Devastata, ma sarai chiamata Mia Gioia e la tua terra Sposata, perchรฉ il Signore troverร  in te la sua delizia e la tua terra avrร  uno sposoโ€ (Is 62,1-5)

Eโ€™ un segno che pone in cammino per accogliere lโ€™amore di Dio nel volto di Gesรน. Il suo primo segno porta una gioia nuova, la gioia del tempo del messia, รจ lui il vino nuovo e buono che โ€œrallegra il cuore dellโ€™uomoโ€ (Sal 104,15).

Il segno di Cana รจ cosรฌ una epifania / manifestazione che invita ad un cammino di fede, a leggere i segni, ad accogliere la gioia. โ€œQuesto, a Cana di Galilea, fu lโ€™inizio dei segni compiuti da Gesรน; egli manifestรฒ la sua gloria e i suoi discepoli credettero in luiโ€. La sua gloria รจ presente nella gioia dellโ€™amore, nel servizio alla gioia di un incontro, nellโ€™offrire vita in abbondanza.

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ALTRO COMMENTO

“Venuto a mancare il vino, la madre di Gesรน gli disse: ยซNon hanno vinoยป”.

Tutti ci cercano per quello che abbiamo, ma chi ti vuole davvero bene non tiene da conto di ciรฒ che hai, ma di ciรฒ che ti manca. L’amore vero รจ prendere a cuore la mancanza dell’altro, perchรจ in quella mancanza si gioca il meglio e il peggio della vita. Sono infatti le nostre mancanze la causa prima dei nostri peccati, ma sono altresรฌ proprio le mancanze i punti di svolta dei grandi santi. Ritrovare il vino che manca non serve a riempire un vuoto, ma a cambiarne la sostanza.

Gesรน non crea il vino dal nulla, ma cambia l’acqua in vino, cioรจ prende ciรฒ che c’รจ e a partire da questo opera un cambiamento radicale. Quello che fino a ieri ti faceva peccare puรฒ cominciare ad essere il punto di forza della tua santitร . Assurdo! Ma questo รจ il miracolo: il Signore รจ l’unico che puรฒ prendere sul serio la mia mancanza e trasformarla in santificazione.

Da cosa ce ne accorgiamo? Dal fatto che cominciamo a sentire un’inspiegabile letizia che non trova altra ragione se non nella Grazia di Dio.

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