Commento al Vangelo di domenica 20 Gennaio 2019 – don Fabio Rosini

Il biblista don Fabio Rosini commenta il Vangelo di domenica 20 Gennaio 2019 – Anno C, dai microfoni di Radio Vaticana e dalle pagine di Famiglia Cristiana.

VALE LA PENA DI FARE QUELLO CHE CRISTO DICE

Le nozze di Cana sono una festa che prende una brutta piega, in cui inizia a mancare il colore, il sapore, il profumo e l’allegria del vino. È un banchetto che sta diventando scialbo, privo di sostanza e di qualità.

Tale è spesso la gioia dell’uomo: labile, fragile. Queste nozze diventate insipide sono un’immagine dell’intera condizione umana, ed è qui che Cristo può iniziare i suoi segni, come dice l’evangelista Giovanni, proprio in questo matrimonio vulnerabile e compromesso.

Questo sposalizio in realtà è analogo alle prime nozze della creazione, quelle di Adamo ed Eva, che, iniziate splendidamente, diventano amare per il peccato. È questa l’eredità che i progenitori ci lasciano. L’uomo si è spesso adattato a questa incompletezza e ha imparato a tirare a campare scimmiottando la felicità con ebbrezze fittizie e senza durata. Ma il vino che l’umanità si procura da sé stessa continua a finire, generazione dopo generazione, illusione dopo illusione, moda dopo moda.

Quando finisce questa condanna? Quando compare una Donna che ha il coraggio di chiamare per nome le cose e dire: il vino non c’è! Maria, sede della sapienza, legge bene la situazione e manifesta, con la sua prima frase, quella verità che apre le porte alla grazia se viene accettata: non abbiamo vino, ci manca qualcosa.

In genere a un uomo si può annunziare Cristo solo quando ammette di non avere più sapore, di aver perso il vino. Molti preferiscono scoppiare piuttosto che ammettere di essere arrivati al capolinea e di non avere più carte da giocare… Ma se qualcuno vuole ascoltare la sapienza di questa Donna meravigliosa, ecco che Lei si prepara a dire la sua seconda frase – e va notato che in queste due frasi si giocano tutte le parole che Lei pronuncerà nel Vangelo di Giovanni, ma quello che portano con sé basta e avanza.

LA SAPIENZA DI MARIA.

Se quindi accettiamo le sue prime parole, possiamo lasciarci dire le altre: «Qualsiasi cosa vi dica, fatela!». Questa è la sapienza che Costei ha da regalare. È quel che ha fatto Lei: ha detto “sì” a quel che gli diceva Dio. Ci sarà qualcuno così semplice e umile da seguire il suo consiglio? Sì, c’è! Ci sono i servi, e dopo di loro ci sarà la Chiesa, e in essa tanti cristiani che, generazione dopo generazione, hanno provato a fare quel che Cristo diceva loro.

Tanti uomini e donne hanno accolto quel che il Signore chiedeva loro, e hanno visto l’acqua diventare vino. Hanno mostrato che la nostra povera natura umana può essere trasfigurata nella vita dei figli di Dio.

È impressionante vedere il potere di Cristo di dare sapore a quell’acqua, ma è quasi più emozionante vedere che il segno non lo fa Lui direttamente ma lo fa fare ai servi. Sono infatti loro che versano acqua e poi la portano mentre diventa vino. Le mani degli uomini, così impotenti, possono operare i segni di Cristo.

Ma perché questo accada bisogna ricordare le due affermazioni di Maria: noi non abbiamo vino, e vale la pena di fare quel che Cristo ci dice. È così che la nostra festa diventa senza fine.

Qui tutti i commenti al Vangelo della domenica
di don Fabio Rosini

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ALTRO COMMENTO

“Venuto a mancare il vino, la madre di Gesù gli disse: «Non hanno vino»”.

Tutti ci cercano per quello che abbiamo, ma chi ti vuole davvero bene non tiene da conto di ciò che hai, ma di ciò che ti manca. L’amore vero è prendere a cuore la mancanza dell’altro, perchè in quella mancanza si gioca il meglio e il peggio della vita. Sono infatti le nostre mancanze la causa prima dei nostri peccati, ma sono altresì proprio le mancanze i punti di svolta dei grandi santi. Ritrovare il vino che manca non serve a riempire un vuoto, ma a cambiarne la sostanza.

Gesù non crea il vino dal nulla, ma cambia l’acqua in vino, cioè prende ciò che c’è e a partire da questo opera un cambiamento radicale. Quello che fino a ieri ti faceva peccare può cominciare ad essere il punto di forza della tua santità. Assurdo! Ma questo è il miracolo: il Signore è l’unico che può prendere sul serio la mia mancanza e trasformarla in santificazione.

Da cosa ce ne accorgiamo? Dal fatto che cominciamo a sentire un’inspiegabile letizia che non trova altra ragione se non nella Grazia di Dio.

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