II Domenica del Tempo Ordinario โ Anno C
Dio si presenta come sposo dellโumanitร
Da diversi anni, come sacerdote, ho avuto la possibilitร di accompagnare coppie di fidanzati al matrimonio o gruppi di spiritualitร coniugale. Sono sempre rimasto ammirato dal coraggio della loro scelta e mi hanno aiutato a rileggere in modo nuovo quelle numerose pagine della Bibbia in cui Dio si presenta come lo sposo dellโumanitร .
Trovo coraggioso giocarsi la vita sulla parola di un altro, un altro che puรฒ cambiare, che puรฒ tradire, che puรฒ morire o decidere di andarsene. Trovo coraggiosa questa rinuncia allโintegritร del proprio spazio, lasciando che un altro ti espropri continuamente dalle tue ragioni. Ho imparato che la vita coniugale รจ un continuo essere tirati fuori dalla tentazione di pensare solo a se stessi. Cโรจ sempre un altro che ti ricorda continuamente che non ci sei solo tu. Ed ho capito, finalmente, che Dio mi ama cosรฌ, come uno sposo.
Lโimmagine del matrimonio รจ certamente la metafora piรน utilizzata nella Scrittura per descrivere lโalleanza tra Dio e il suo popolo. Anche il testo di Giovanni 2,1-11 sembra rimandare a questa relazione, sia per il riferimento temporale al โterzo giornoโ, che negli ambienti rabbinici era diventato sinonimo di โgiorno dellโAlleanzaโ, in virtรน di quanto dice anche Osea 6,2 (ยซDopo due giorni ci ridarร la vita e il terzo ci farร rialzare e noi vivremo alla sua presenzaยป), sia per le parole rivolte da Maria ai servi, parole che richiamano la risposta del popolo a Mosรจ in Es 19,8 (ยซquanto il Signore dirร , noi lo faremoยป).
Il brano delle nozze di Cana apre una serie di immagini matrimoniali che percorrono i primi capitoli del Vangelo di Gv: in Gv 3,29 il Battista si definirร come ยซlโamico dello sposoยป e in Gv 4 la Samaritana confesserร la sua inquieta ricerca di uno sposo vero.
La pericope di Gv 2,1-11 ci introduce dunque in un terzo giorno, ma seguendo la scansione delle giornate proposta di volta in volta da Giovanni, ci accorgiamo che siamo giunti al settimo giorno ovvero al termine della settimana tipo di Gesรน che Giovanni ci sta raccontando (Gv 1,29 ยซil giorno dopoโฆยป; Gv 1,35 ยซIl giorno dopoโฆยป; Gv 1,43 ยซIl giorno dopoโฆยป; Gv 2,1 ยซTre giorni dopoโฆยป). Probabilmente Giovanni vuole invitarci cosรฌ a diventare familiari di Gesรน, a conoscerlo meglio. Ed ecco perchรฉ, proprio alla fine di quella settimana, durante la quale abbiamo camminato con lui giorno dopo giorno, egli si rivela, si fa conoscere come lo sposo.
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Diventare consapevoli di quello che ci manca
Il testo delle nozze di Cana narra il primo dei segni nel Vangelo di Giovanni. Si tratta di segni ossia di โindizi rivelativiโ che suscitano in noi la domanda su chi รจ Gesรน. Giovanni, nel suo Vangelo, fa emergere lโidentitร di Gesรน a partire dalle situazioni delle persone che lo incontrano. Molto spesso, come in questo caso, sono situazioni di mancanza. Cโรจ qualcosa che manca, un desiderio sopito, una ricerca vacillante.
Nel primo capitolo di Giovanni, Gesรน risponde a un desiderio ingenuo e incipiente dei primi discepoli: che cercate? Piรน avanti la Samaritana confessa il suo desiderio di essere amata: le manca un amore vero. In questo secondo capitolo, invece, questa coppia โ come tante coppie โ manca di quello che รจ necessario per fare festa. Non hanno piรน vino. Il vino non sta finendo, proprio non ce nโรจ piรน. Sembra di rivedere quegli sposi che vivono momenti di ariditร , che non sanno piรน cosa dirsi e non riescono neanche a chiedere aiuto.
Alcuni esegeti hanno interpretato questa mancanza di vino come unโallusione alla povertร della coppia. A me piace pensare che gli sposi di oggi possano ritrovarsi senza vino perchรฉ hanno invitato troppi ospiti alla festa della loro vita. Sarebbe bello se il vino finisse perchรฉ la casa, che รจ immagine della relazione, รจ stata sconsideratamente accogliente. Solo cosรฌ infatti Gesรน verrร ancora e ripeterร per noi il miracolo di colmare la nostra povertร con la sua presenza.
Lo sguardo di Maria รจ quello di una donna che sa riconoscere quello di cui cโรจ bisogno. Nel Vangelo di Giovanni, Maria รจ presente solo allโinizio e alla fine del Vangelo, come per dire che lei รจ ovunque, sempre attenta ai bisogni dei suoi figli, sempre disponibile e pronta a chiedere a suo Figlio di entrare e cambiare la nostra vita.
Anfore vuote come i nostri cuori
Non sempre perรฒ siamo disposti ad accogliere lโopera di Dio nella nostra storia. Molte volte siamo vuoti e duri come le anfore di pietra di cui parla il testo del Vangelo. Quelle anfore erano lรฌ per le abluzioni rituali, ma sono ormai vuote: quel modo legalistico di vivere la religiositร non porta frutto. Il cuore si inaridisce. Si tratta di sei anfore come sei saranno gli uomini di cui parlerร la Samaritana, sei come lโincompletezza che il Signore viene a colmare. Alcuni Padri infatti vedono in queste sei anfore un rimando a una settima anfora: il costato di Cristo crocifisso da cui sgorgano sangue e acqua, cosรฌ come il settimo e vero sposo per la Samaritana รจ Gesรน che le parla.
Gesรน entra nei diversi tempi della nostra vita
Lโesperienza della mancanza di quel vino necessario a fare festa รจ uno dei momenti che una coppia puรฒ attraversare. La vita รจ fatta di tempi diversi, รจ fatta di momenti di entusiasmo e momenti di fatica, di momenti di condivisione e momenti di incomprensione, ma รจ sempre un tempo in cui il Signore puรฒ entrare nella nostra storia e colmare il nostro vuoto. Anche il momento che gli sposi di Cana stanno vivendo รจ un tempo della storia: sebbene non sia lโora suprema in cui il Signore manifesterร la sua gloria (quellโora che nel Vangelo di Giovanni รจ lโora della croce), รจ comunque un tempo di rivelazione.
Nella risposta di Gesรน a sua madre รจ espressa proprio questa relazione tra i momenti in cui Egli si rivela nella storia e la loro comprensione. In tutte quelle ore della vita in cui sperimentiamo la povertร , il vuoto, lโangoscia, Cristo รจ sempre pronto a rivelarsi come colui che ci tira fuori dai nostri abissi. Cosรฌ come lโora di Cana prelude allโOra della Pasqua, cosรฌ le ore in cui il Signore si rende presente nella storia ci permettono di gustare il frutto della croce.
Leggersi dentro
- Che cosa mi manca in questo tempo della mia vita? Quale desiderio voglio mettere davanti al Signore?
- Cosa vuol dire per me sentirmi amato da Dio con amore sponsale?
P. Gaetano Piccolo SJ
Compagnia di Gesรน (Societas Iesu) โ Fonte
ALTRO COMMENTO
โVenuto a mancare il vino, la madre di Gesรน gli disse: ยซNon hanno vinoยปโ.
Tutti ci cercano per quello che abbiamo, ma chi ti vuole davvero bene non tiene da conto di ciรฒ che hai, ma di ciรฒ che ti manca. Lโamore vero รจ prendere a cuore la mancanza dellโaltro, perchรจ in quella mancanza si gioca il meglio e il peggio della vita. Sono infatti le nostre mancanze la causa prima dei nostri peccati, ma sono altresรฌ proprio le mancanze i punti di svolta dei grandi santi. Ritrovare il vino che manca non serve a riempire un vuoto, ma a cambiarne la sostanza.
Gesรน non crea il vino dal nulla, ma cambia lโacqua in vino, cioรจ prende ciรฒ che cโรจ e a partire da questo opera un cambiamento radicale. Quello che fino a ieri ti faceva peccare puรฒ cominciare ad essere il punto di forza della tua santitร . Assurdo! Ma questo รจ il miracolo: il Signore รจ lโunico che puรฒ prendere sul serio la mia mancanza e trasformarla in santificazione.
Da cosa ce ne accorgiamo? Dal fatto che cominciamo a sentire unโinspiegabile letizia che non trova altra ragione se non nella Grazia di Dio.