Un rimanere reciproco per dar frutto
Il Signore torna sul “rimanere in lui” , e ci dice: “La vita cristiana è rimanere in me”. Rimanere. E usa qui l’immagine della vite, come i tralci rimangono nella vite (cf. Gv 15,1-8). E questo rimanere non è un rimanere passivo, un addormentarsi nel Signore: questo sarebbe forse un “sonno beatifico”, ma non è questo.
Questo rimanere è un rimanere attivo, e anche è un rimanere reciproco. Perché Lui dice: <<Rimanete in me e io in voi>> (v. 4). Anche Lui rimane in noi, non solo noi in lui. È un rimanere reciproco.
Anche con l’esempio dei tralci: è vero, i tralci senza la vite non possono fare nulla perché non arriva la linfa, hanno bisogno della linfa per crescere e per dar frutto; ma anche l’albero, la vite ha bisogno dei tralci, perché i frutti non vengono attaccati all’ albero, alla vite. È un bisogno reciproco, è un rimanere reciproco per dar frutto.
Fonte: Amen di Maggio 2021
Foto di Günther Simmermacher da Pixabay