Commento al Vangelo di domenica 2 Maggio 2021 – Azione Cattolica

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Gesù si paragona alla vite. Questa produce uva buona da cui si ottiene il vino. Tutto ciò simboleggia la grazia, la vita nuova che scaturisce da Gesù e passa nella nostra vita. Noi siamo infatti i tralci innestati in Lui e, mediante l’adozione a figli, partecipiamo della sua linfa vitale. Dio è l’agricoltore che si prende cura della vigna, si prende cura di noi.

Quanta pazienza occorre avere per una vigna in attesa del raccolto e quanto impegno lavorativo per condurla bene! Dio attende sempre ed è paziente con noi. Certo, ogni tralcio che non porta frutto in Gesù viene tagliato perché possa portare più frutto. L’azione della potatura in noi è data dalla sua Parola che ci forgia, togliendo tutto ciò che non serve, che ci danneggia e ci impedisce di crescere. La parola di Dio pota tutte quelle fronde egoistiche e spinose che impediscono di maturare nell’amore, nella vita nuova.

Ogni taglio naturalmente produce dolore: come il medico che, se non opera togliendo la parte infetta, non potrà mai farla guarire, così l’agricoltore se non pota non avrà un buon raccolto. L’invito è a restare uniti a Lui. Da soli non possiamo pretendere di portare frutti d’amore: cadremo sempre nella logica dell’interesse che pretende, che dà per avere, che è incapace di generosità. Gesù è la vite, noi siamo i tralci, senza di Lui non possiamo nulla.

Staccati dal suo amore siamo votati alla morte, a portare marciume: invidia, gelosia, maldicenza, tutte opere del male. Se rimaniamo in Lui e le sue parole diventeranno nostra carne, potremo manifestare la sua presenza come discepoli e far assaggiare il buon vino delle opere di amore: concordia, pace, bontà, magnanimità, condivisione, vita.

(A cura dell’Associazione cattolica operatori sanitari)

Innesti fecondi.
Signore Gesù, tu sei la vite vera. Il Padre tuo è il vignaiolo. La tua Parola in me ha un’azione di potatura, toglie tutto ciò che non è grazia, non è vita. Aiutami ad ascoltarla, facendola penetrare nelle pieghe più nascoste della mia anima perché possa sgorgare il vino nuovo. Fammi restare unito a te perché, senza di te, non posso nulla. Lontano da te la mia vita è destinata a seccarsi e a null’altro serve. Prenditi cura di me, anche quando non sarò in grado di capire il dolore per l’azione di potatura del Padre tuo, e donami la capacità di saper attendere il buon frutto senza la pretesa di raggiungere il risultato immediato.


Fonte | Per gentile concessione dell’Editrice AVE