โRiceverete la forza dallo Spirito santoโ
Se nella liturgia festiva il primo brano biblico รจ sempre collegato al vangelo, nella festa dellโAscensione le due letture sono visibilmente complementari lโuna allโaltra e andrebbero viste in sinossi. Esse descrivono lo stesso momento della vicenda di Gesรน, ma con evidenti differenze o addirittura contraddizioni. Ad esempio, come mai nel vangelo Luca pone lโascensione di Gesรน alla sera di Pasqua e in Atti invece quaranta giorni dopo? La risposta a questa domanda ci permette di cogliere quello che รจ il contributo piรน originale del terzo evangelista alla formazione del Nuovo Testamento.
Anzitutto รจ solo lui che parla diffusamente dellโascensione di Gesรน, come รจ solo lui che ha avvertito la necessitร di non fermarsi al racconto della vita e delle opere del Nazareno, ma di proseguire con quello dei primi tempi della Chiesa. Erano gli anni 80-85 e nella sua comunitร (probabilmente ad Antiochia di Siria) si riproponeva e diventava sempre piรน angoscioso un interrogativo: come mai la promessa seconda venuta di Cristo nella gloria (detta โparusiaโ) tarda tanto? Che fare nel frattempo?
Eโ proprio questo stesso interrogativo che il redattore ha posto in bocca agli apostoli in Atti 1,6: โSignore, รจ questo il tempo nel quale ricostituirai il regno di Israele?โ e nel seguito dellโepisodio vediamo quella che era stata la risposta trovata da Luca al preoccupato interrogarsi suo e della sua comunitร .
โNon spetta a voi conoscere tempi o momenti che il Padre ha riservato al suo potere, ma riceverete la forza dallo Spirito Santo che scenderร su di voi, e di me sarete testimoni a Gerusalemme, in tutta la Giudea e la Samaria e fino ai confini della terraโ, dice Gesรน in Atti e piรน brevemente nel vangelo.
La prima parte della risposta รจ negativa: non puรฒ essere data alcuna soddisfazione alla pruriginosa curiositร (dei discepoli allora, ma di molti altri anche dopo e ovviamente pure oggi!) circa il momento preciso della fine del mondo e del conseguente ritorno glorioso del Cristo. Inutile pretendere di saperlo (neppure il Figlio dellโuomo lo sa! โ cfr. Marco 13,32) e tanto meno almanaccarci sopra.
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La seconda parte โ positiva โ parla invece del dono dello Spirito; questo dono, spesso promesso da Gesรน nel corso della sua vita terrena, renderร possibile la testimonianza degli apostoli e la realizzazione delle profezie che parlavano di una estensione universale della salvezza. Ma allora non si deve neppure piรน attendere il giorno della restaurazione nazionale. Il momento decisivo รจ giร arrivato e il compito dei discepoli รจ testimoniare la venuta del Messia predetto dai profeti, e nel suo nome annunciare la Buona Novella a tutte le genti.
โIo ti renderรฒ luce delle nazioni โ aveva detto lโoracolo del Servo di Jahvรจ in Isaia 49 โ perchรฉ tu porti la mia salvezza fino allโestremitร della terraโ. Questa profezia si realizzerร proprio grazie a coloro che sono inviati da Gesรน. Il racconto degli Atti terminerร infatti con lโarrivo e la predicazione di Paolo a Roma, centro del mondo di allora, e dunque garanzia di una diffusione davvero universale della Buona Novella. Luca ha colto ed espresso la perfetta continuitร tra la missione di Gesรน e quella degli apostoli; e questโultima rientra a pieno titolo nel provvidenziale disegno del Padre.
Eโ proprio sul crinale di queste due fasi della storia della salvezza che si colloca lโascensione di Gesรน, riportata solo dal terzo evangelista (in Marco venne aggiunta allโinizio del IIยฐ sec.d.Cr. con tutto il โbloccoโ di 16,9-20).
Al tempo di Luca giร circolava nelle comunitร apostoliche un antico kerygma dellโesaltazione celeste del Cristo (cfr. Fil.2,9-11 e Rom.8,34) e la tradizione biblica annoverava alcuni casi di importanti personaggi assunti in cielo come Enoch, Elia ed Eliseo. Cosรฌ Luca pensรฒ di costruire uno, anzi due racconti che in qualche modo esprimessero in termini visibili il mistero della dipartita di Gesรน.
Nel vangelo egli vuole mostrare come lโascensione รจ la realizzazione piena e definitiva della pasqua di Cristo (risorgendo, Gesรน รจ tornato al Padre che lo ha esaltato e glorificato) e dunque la pone la sera stessa del giorno della resurrezione. Allโinizio degli Atti, invece, egli introduce il periodo dei 40 giorni per sottolineare la necessitร di una prolungata permanenza di Gesรน tra i suoi (ed esclusivamente con i suoi!), che egli stesso prepara alla missione. Il numero 40 รจ evidentemente simbolico e si ritrova sia nellโAntico che nel Nuovo Testamento (Mosรจ rimane sul Sinai 40 giorni e 40 notti, Gesรน resta 40 giorni nel deserto prima di iniziare la sua predicazione): รจ il tempo classico di unโesperienza religiosa forte, che precede ogni missione importante.
In conclusione, che cosa ci dice la lettura comparata dei due testi? Un annuncio molto consolante: non ha senso stare fermi a guardare in alto in attesa della parusia (cfr. Atti 1,11), ma con la certezza che il Signore, non piรน visibile agli occhi, รจ ugualmente presente in mezzo a noi e in noi grazie al dono dello Spirito, siamo chiamati a testimoniarLo nel mondo, soprattutto con una vita di amore. E tutto questo porta con sรจ una grande, grandissima gioia!