Commento al Vangelo di domenica 2 Giugno 2019 โ€“ Enzo Bianchi

โ€œDi questo voi siete testimoniโ€

Enzo Bianchi

La soppressione, in Italia, della festa dellโ€™Ascensione (giovedรฌ della VI settimana, quaranta giorni dopo Pasqua) e il suo conseguente spostamento alla domenica successiva non ci permettono purtroppo di contemplare il mistero dellโ€™intercessione del Risorto presso il Padre (VII domenica di Pasqua). Oggi dunque nella chiesa italiana si celebra lโ€™Ascensione, evento pasquale che Luca racconta nel suo vangelo (il brano odierno) come evento finale della vita di Gesรน di Nazaret e negli Atti degli apostoli come evento iniziale della vita della chiesa (cf. At 1,1-11, anchโ€™esso proclamato oggi nella liturgia).

รˆ significativo che i due racconti non siano pienamente armonizzabili tra loro, in quanto leggono il medesimo evento da due diverse prospettive. Negli Atti lโ€™ascensione di Gesรน al cielo avviene quaranta giorni dopo la sua resurrezione da morte (cf. At 1,3), mentre nel vangelo รจ collocato nella tarda sera di quel โ€œgiorno senza fineโ€, โ€œil primo della settimanaโ€ (Lc 24,1), giorno della scoperta della tomba vuota e dellโ€™apparizione del Risorto alle donne (cf. Lc 24,1-12), ai due discepoli sulla strada verso Emmaus (cf. Lc 24,13-35), infine a tutti i discepoli riuniti in una casa a Gerusalemme (cf. Lc 24,36-49). Due modi diversi per narrare lโ€™unico evento della resurrezione, che Luca cerca di illuminare in tutta la sua ampiezza: la resurrezione significa infatti entrata di Gesรน quale Kรฝrios nella vita eterna alla destra di Dio Padre (Ascensione) e anche discesa dello Spirito (Pentecoste: cf. At 2,1-11).

Nella pagina conclusiva del suo vangelo Luca racconta come Gesรน si รจ separato dai suoi non per abbandonarli ma per essere con loro sempre, lโ€™โ€˜Immanuel, il Dio-con-noi (cf. Mt 1,23; 28,20), in una nuova forma di vita. La sua esistenza umana รจ terminata con la morte, e ora, dopo la resurrezione del suo corpo, la vita di Gesรน รจ altra, รจ quella del Signore vivente, รจ la vita divina di colui che รจ nellโ€™intima vita di Dio, alla sua destra, il posto del Figlio eletto e amato (cf. Sal 110,1bc; Lc 3,22; 9,35). Eccoci dunque nella casa dei discepoli a Gerusalemme: sono tornati i due da Emmaus e hanno raccontato la loro esperienza, mentre gli Undici e gli altri testimoniavano anchโ€™essi che Cristo era risorto ed era stato visto da Simon Pietro (cf. Lc 24,33-35). Mentre tutti insieme parlano di Gesรน, egli in persona sta in mezzo a loro, dona lo shalom, la pace (cf. Lc 24,36), poi consegna parole che risuonano in unโ€™assoluta novitร : โ€œSono queste le parole che vi dicevo quando ero ancora con voiโ€ (Lc 24,44a). Sรฌ, perchรฉ Gesรน non รจ piรน con loro come prima, quale uomo, maestro e profeta; ora รจ il Signore vivente che non parla piรน in aramaico, con il suono della sua voce umana da loro a lungo ascoltata, ma in modo nuovo, un modo piรน efficace, persuasivo, perchรฉ la sua voce รจ dotata della forza dello Spirito di Dio pienamente allโ€™opera nel Risorto.

Nella potenza dello Spirito il Signore Gesรน mostra ai discepoli il compimento delle Scritture e il compimento delle sue parole negli eventi che hanno preceduto quel giorno (cf. Lc 24,44b-47). Il Risorto spiega le Scritture in modo che i discepoli comprendano la conformitร  tra lo โ€œsta scrittoโ€ e ciรฒ che hanno vissuto: ora i discepoli possono finalmente comprendere ciรฒ che prima non riuscivano a capire. Avevano certamente letto tante volte la Torah, i Profeti e i Salmi, ma ora che i fatti si sono compiuti possono comprenderli credendo, alla luce della fede. Gesรน aveva annunciato loro piรน volte la necessitas della sua passione e morte (cf. Lc 9,22.43b-44), ma questi discorsi erano parsi loro scandalosi, enigmatici (cf. Lc 9,45). Ora perรฒ che si sono compiuti, non per destino o fatalitร , ma per la necessitร  mondana secondo cui โ€œil giustoโ€ (Lc 23,47) in un mondo ingiusto deve morire (cf. Sap 1,26-2,22) e per la necessitร  divina per la quale Gesรน in obbedienza alla volontร  del Padre non si difende ma accoglie lโ€™odio su di sรฉ amando fino alla fine, ora sรฌ che รจ possibile credere alle sante Scritture. E credendo รจ possibile diventare โ€œtestimoniโ€, fino ad annunciare la morte e resurrezione di Cristo come evento che chiede conversione e dona la remissione dei peccati: il perdono da parte di Dio a tutta lโ€™umanitร , in attesa della buona notizia della salvezza. Tutti sono testimoni โ€“ sottolinea Luca โ€“, tutti annunciatori del Vangelo, non solo gli Undici, gli apostoli, ma anche gli altri presenti nello stesso luogo.

Sรฌ, Gesรน, questโ€™uomo di Nazaret, figlio di Maria e di Dio, che solo Dio poteva darci, era venuto soprattutto come Parola fatta carne (cf. Gv 1,14), come Visita da parte di Dio (cf. Lc 1,68), una Visita non per la punizione, per il castigo dei peccati commessi dal popolo di Dio e dallโ€™intera umanitร , ma una Visita che annunciava il perdono dei peccati (cf. Lc 1,77). Con quella morte da โ€œuomo giustoโ€ che accoglieva su di sรฉ lโ€™odio, la violenza e la menzogna dei malvagi, e vi rispondeva non con la violenza ma con lโ€™amore, Gesรน consegnava al Padre la vera immagine di Dio, lโ€™Adamo come Dio lโ€™aveva voluto (cf. Col 1,15). E proprio come giusto che sta dalla parte dei peccatori, solidale con pubblicani, impuri, prostitute, ladri e malfattori, Gesรน saliva al Padre rivolgendogli la preghiera incessante che invoca perdono e misericordia. Tra le sue ultime parole prima della morte non aveva forse detto: โ€œPadre, perdona loro perchรฉ non sanno quello che fannoโ€ (Lc 23,34)? E la sua ultima promessa non era forse stata rivolta a un malfattore: โ€œOggi con me sarai nel paradisoโ€ (Lc 23,43)?

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Dunque i discepoli, testimoni di questa misericordia vissuta, insegnata e raccontata da Gesรน, devono annunciarla a tutte le genti. Questa รจ la predicazione della chiesa, la quale invece a volte รจ tentata di attribuirsi compiti che il Signore non le ha dato: lโ€™unico compito evangelico รจ annunciare e fare misericordia, che significherร  annuncio del Regno, della salvifica morte e resurrezione di Cristo, e quindi servizio ai poveri, ai malati, ai sofferenti, vicinanza e solidarietร  con i peccatori. โ€œCominciando da Gerusalemmeโ€ e fino ai confini del mondo i testimoni, quali viandanti e pellegrini, ovunque annunceranno il perdono dei peccati, quindi perdoneranno e inviteranno tutti a perdonare: questo il Vangelo, la buona notizia. Essere testimoni di tale annuncio (e non di altro!) รจ unโ€™impresa ardua, perchรฉ sembra poco credibile, quasi impossibile da realizzare, eppure quei poveri discepoli e quelle povere discepole la sera di Pasqua hanno ascoltato, capito e da allora hanno tentato di mettere in pratica nientโ€™altro che questo: il perdono, la remissione dei peccati. Ci vorrร  โ€œla potenza venuta dallโ€™altoโ€, la discesa dello Spirito santo da Dio, per essere abilitati ad adempiere questo mandato, ma nessuna paura: quando Gesรน, il Figlio di Dio, sale al cielo, ecco che dal cielo discende lo Spirito di Dio, che รจ anche e sempre Spirito di Gesรน Cristo, forza che sempre ci accompagna e ci ispira in questa missione.

Come raccontare lโ€™ascensione di Gesรน con parole umane? Luca tenta di narrarla, ricordando come il profeta Elia aveva lasciato questa terra per andare presso Dio (cf. 2Re 2,1-14), e cosรฌ scrive che Gesรน, dopo aver condotto a Betania quei discepoli ormai resi testimoni, lasciรฒ loro la benedizione e, โ€œmentre li benediceva, si staccรฒ da loro e veniva portato su, in cieloโ€. Questo lโ€™esodo di Gesรน dalla terra al regno di Dio. Lโ€™evangelista non attenua in alcun modo la separazione di Gesรน dai suoi: egli non รจ piรน presente come prima, ma la benedizione che dona รจ una benedizione continua, รจ lโ€™immersione dei suoi nello Spirito santo (cf. Lc 3,16). Essa รจ anche lโ€™ultimo atto del Risorto: egli dona la benedizione sacerdotale che era stata sospesa, non data allโ€™inizio del vangelo dal sacerdote Zaccaria, dopo lโ€™apparizione dellโ€™angelo e lโ€™annuncio della venuta del Messia (cf. Lc 1,21-22). Questa benedizione rende gioiosa la comunitร  di Gesรน proprio mentre egli si separa da lei, ma la rende anche sacerdotale (cf. 1Pt 2,9): i credenti in Gesรน Cristo sono di fatto il nuovo tempio, โ€œsacerdotiโ€ e adoratori del Risorto, capaci di rispondere con la preghiera di benedizione alla benedizione di Gesรน. Lโ€™incredulitร  รจ finalmente vinta e la fede in Gesรน vivente, Signore e Dio, รจ tale che permette ai discepoli di sentire Gesรน presente in mezzo a loro anche dopo la separazione del suo corpo glorioso, ormai nellโ€™intimitร  del Padre, Dio.

p. Enzo Bianchi โ€“ Qui tutti i precedenti commenti al Vangelo della domenica

Fonte: Monastero di bose

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