«Vi do un comandamento nuovo: che vi amiate gli uni gli altri. Come io ho amato voi, così amatevi anche voi gli uni gli altri». L’Amore non può che comandare amore.
Nuovo perché? In ragione della persona che lo porge – la novità Gesù – e in ragione del suo concreto articolarsi, alla maniera di Gesù, il quale traduce l’amore con il quale il Padre lo ama in termini di precedenza, di inclusione, di totalità e di libertà. Ama per primo e senza condizioni, indipendentemente cioè dal merito e dalla risposta dell’uomo.
«Da questo tutti sapranno che siete miei discepoli: se avete amore gli uni per gli altri». Il mistero della chiesa nella storia è posto, essa è l’insieme degli amati da Dio in Gesù, inviati ad amare come Dio in Gesù, a partire dai fratelli e dalle sorelle di fede e, per estensione, ogni creatura sotto il sole.
È l’unico segno lasciato attraverso cui la storia può pervenire al riconoscimento di Gesù e in lui di Dio, suo Padre, come esagerazione di amore. Amati per amare.
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