Dopo l’Epifania e il Battesimo, la liturgia ci fa soffermare ancora sulle manifestazioni di Gesù. Il vangelo di oggi ci presenta la testimonianza del Battista che rivela l’identità di Gesù e la sua missione.
Il IV evangelo si apre con la testimonianza del Battista: l’evangelista omette di narrare le vicende della nascita e dell’infanzia di Gesù per immetterci immediatamente in un processo di ricerca della verità che, attraverso numerose altre testimonianze (Gv 5,37.39; 8,18; 15,26; 19,35; 21,24) e le parole e le opere di Gesù, ci faccia giungere a credere che Gesù è il Cristo, il Figlio di Dio (Gv 20, 30-31).
L’evangelista avvia la narrazione inserendo una notazione temporale (Gv 1, 29: il giorno dopo) che cadenza all’interno di una settimana la presentazione di Gesù, la chiamata dei discepoli con l’inizio del suo ministero (Gv 1, 35.43) e il primo dei segni che manifesta la sua gloria (Gv 2,1: Le nozze di Cana). Se si considera poi che la prima parola dell’inno del prologo è “In principio” (Gv 1,1), con un chiaro richiamo alla Genesi, comprendiamo che l’intento è mostrare che in Gesù avviene una nuova creazione, l’intervento di Gesù nella storia rifonda e rinnova l’umanità. In questo modo, è segnato il passaggio dall’antica alla nuova alleanza e Giovanni Battista, facendosi raggiungere dalla grazia della conoscenza (Gv 1,31.33) è l’anello di congiunzione che introduce alla novità della speranza cristiana (le cose di prima sono passate. Ecco, io faccio nuove tutte le cose: Ap 21,4-5).
Due volte il Battista ammette “Io non lo conoscevo” rivelando come l’incontro col Signore sia dono di grazia, dono da scorgere nell’umiltà del silenzio e dell’ascolto, per aprirsi all’accoglienza del nuovo che Dio prepara per l’uomo. È sempre Dio che va all’uomo, è lui che ci viene incontro, con semplicità e discrezione, spesso in modo inatteso e sorprendente, e la comunità dei credenti insieme al Battista deve farsi indice che orienta e guida la capacità di riconoscere la presenza viva del Signore in mezzo a noi.
Egli lo presenta con il titolo messianico “agnello di Dio”, espressione ripresa dai canti del Servo sofferente del profeta Isaia, in cui viene preannunciato un Messia mite e indifeso, che senza opporre resistenza (Is 40,5) si lascia maltrattare e umiliare come pecora muta di fronte ai tosatori, come agnello condotto al macello (Is 53,7) e spoglia se stesso fino alla morte (Is 53,12), caricandosi le nostre sofferenze (Is 53,4) addossandosi le nostre iniquità (Is 53,11) perché per tutti, non solo per Israele, ma fino all’estremità della terra, egli possa essere luce delle nazioni (Is 49,6).
“Ecco” chi è Gesù e ciò che farà: Il Figlio di Dio (Gv 1,34), accompagnato dallo Spirito del Padre (Gv 1,33), toglie e porta su di sé il peccato del mondo, ossia la fragilità umana all’origine dell’incredulità e dell’ingiustizia che tutti commettiamo e sperimentiamo. Donando se stesso, proponendo e non imponendo, non chiedendo sacrifici, ma sacrificandosi, non chiedendo offerte, ma offrendosi, Gesù si fa prossimo all’uomo e al suo bisogno e ci mostra la via che conduce al Padre. Egli si rivela quale dono d’amore, che affronta la morte perché non ci sia più la morte, che si fa sacrificio perché non ci siano più sacrifici, ma nell’amore fraterno si compia la vita (Mt 25,34-46). La scena al Giordano ci porta direttamente alla croce, in cui Gesù, vero agnello della pasqua ultima e definitiva, manifesta la sua gloria e ci fa dono del suo Spirito perché in esso possiamo immergerci e rinascere a nuova vita, una vita sotto il segno dell’amore e del dono di sé, una vita che non finisce.
La pagina odierna ci invita a farci testimoni con umiltà, fede e stupore. Divenendo testimoni del Figlio, siamo accolti nel seno paterno per amare i fratelli, come siamo amati.
Commento a cura di Monica
Fonte: Comunità Kairos (Palermo)
Letture della Domenica
II DOMENICA DEL TEMPO ORDINARIO – ANNO A
Colore liturgico: VERDE
Prima Lettura
Ti renderò luce delle nazioni, perché porti la mia salvezza.
Dal libro del profeta Isaìa
Is 49,3.5-6
Il Signore mi ha detto: «Mio servo tu sei, Israele, sul quale manifesterò la mia gloria». Ora ha parlato il Signore, che mi ha plasmato suo servo dal seno materno per ricondurre a lui Giacobbe e a lui riunire Israele – poiché ero stato onorato dal Signore e Dio era stato la mia forza – e ha detto: «È troppo poco che tu sia mio servo per restaurare le tribù di Giacobbe e ricondurre i superstiti d’Israele. Io ti renderò luce delle nazioni, perché porti la mia salvezza fino all’estremità della terra».
Parola di Dio
Salmo Responsoriale
Dal Sal 39 (40)
R. Ecco, Signore, io vengo per fare la tua volontà.
Ho sperato, ho sperato nel Signore,
ed egli su di me si è chinato,
ha dato ascolto al mio grido.
Mi ha messo sulla bocca un canto nuovo,
una lode al nostro Dio. R.
Sacrificio e offerta non gradisci,
gli orecchi mi hai aperto,
non hai chiesto olocausto né sacrificio per il peccato.
Allora ho detto: «Ecco, io vengo». R.
«Nel rotolo del libro su di me è scritto
di fare la tua volontà:
mio Dio, questo io desidero;
la tua legge è nel mio intimo». R.
Ho annunciato la tua giustizia
nella grande assemblea;
vedi: non tengo chiuse le labbra,
Signore, tu lo sai. R.
Seconda Lettura
Grazia a voi e pace da Dio Padre nostro e dal Signore Gesù Cristo.
Dalla prima lettera di san Paolo apostolo ai Corìnzi
1 Cor 1,1-3
Paolo, chiamato a essere apostolo di Cristo Gesù per volontà di Dio, e il fratello Sòstene, alla Chiesa di Dio che è a Corinto, a coloro che sono stati santificati in Cristo Gesù, santi per chiamata, insieme a tutti quelli che in ogni luogo invocano il nome del Signore nostro Gesù Cristo, Signore nostro e loro: grazia a voi e pace da Dio Padre nostro e dal Signore Gesù Cristo!
Parola di Dio
Vangelo
Ecco l’agnello di Dio, colui che toglie il peccato del mondo!
Dal Vangelo secondo Giovanni
Gv 1, 29-34
In quel tempo, Giovanni, vedendo Gesù venire verso di lui, disse: «Ecco l’agnello di Dio, colui che toglie il peccato del mondo! Egli è colui del quale ho detto: Dopo di me viene un uomo che è avanti a me, perché era prima di me. Io non lo conoscevo, ma sono venuto a battezzare nell’acqua, perché egli fosse manifestato a Israele». Giovanni testimoniò dicendo: «Ho contemplato lo Spirito discendere come una colomba dal cielo e rimanere su di lui. Io non lo conoscevo, ma proprio colui che mi ha inviato a battezzare nell’acqua mi disse: Colui sul quale vedrai discendere e rimanere lo Spirito, è lui che battezza nello Spirito Santo. E io ho visto e ho testimoniato che questi è il Figlio di Dio».
Parola del Signore