Ci risiamo! Arrivano le ultime settimane dell’anno liturgico e tutto inizia apparentemente a imbrunire, a portare con sé sfumature che rimandano più al tramonto che all’alba, più alla fine che all’inizio. Le letture della domenica, Vangelo incluso, ci invitano a guardare ai segni dei tempi, alle cose che passano, ai tempi ultimi, al venire definitivo di Dio tra noi per fare il resoconto alla storia… alla storia del mondo e alla nostra storia personale.
Tutto sembra avere il retrogusto dell’eternità o, per dirla più precisamente, dell’eskaton. Spontaneamente, ma anche erroneamente, ci verrebbe di pensare alla fine e invece l’invito è esattamente opposto: ci è chiesto di pensare al fine. Il fine verso cui il mondo procede. Il fine verso cui la nostra stessa vita va. Il fine di tutto lo scorrere del tempo e del cosmo. Un fine che non ci è noto, ma che non per questo non c’è. O meglio, il fine ci è noto; quello che ignoriamo è il come si compirà.
«Il sole si oscurerà, la luna non darà più la sua luce, le stelle cadranno»: così inizia il brano del Vangelo secondo Marco. Ma accadrà davvero questo? Marco non crede di essere un chiaroveggente né vuole descrivere un come assolutamente imprevedibile. Una, ed una cosa sola conta: quando tutto ciò che sembrava tenerci in vita – il sole, la luna, il cielo e le sue leggi – cederà, Dio, il creatore della vita, non verrà meno: la vita continuerà a scorrere da lui a noi.
Allora, leggere: «Le mie parole non passeranno» ci dice che Lui ci sarà da meno a più infinito. Cioè: per sempre! Ci conferma che la creazione continuerà a sgorgare da Lui come l’acqua fresca da una sorgente. Tutto di ciò su cui ci appoggiamo, passerà! Ma proprio una verità così lapidaria ci costringe a chiederci chi e cosa vogliamo mettere al centro delle nostre scelte e della nostra vita.
UNA PREGHIERA COME SOSTEGNO
Tu, Signore, non passerai
Quanto è fragile la nostra vita, Signore:
come erba che secca, come fiore che sfiorisce,
come frutto che appassisce.
Tutto passa, tutto scorre
tra le nostre mani e avrà una fine.
Ma questo non ci rende tristi.Il mondo che passa ci insegna a guardare il cielo.
La vita che passa ci insegna a guardare te,
a desiderare te, a mettere te al centro di tutto.Signore Gesù, Signore del tempo,
liberaci da tutto per ritrovarci in te. Amen.
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LEGGI IL BRANO DEL VANGELO
XXXIII DOMENICA DEL TEMPO ORDINARIO – Anno B
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- Colore liturgico: Verde
- Dn 12, 1-3; Sal.15; Eb 10, 11-14. 18; Mc 13, 24-32
Mc 13, 24-32
Dal Vangelo secondo Marco
24In quei giorni, dopo quella tribolazione,
il sole si oscurerà,
la luna non darà più la sua luce,
25le stelle cadranno dal cielo
e le potenze che sono nei cieli saranno sconvolte.
26Allora vedranno il Figlio dell’uomo venire sulle nubi con grande potenza e gloria. 27Egli manderà gli angeli e radunerà i suoi eletti dai quattro venti, dall’estremità della terra fino all’estremità del cielo.
28Dalla pianta di fico imparate la parabola: quando ormai il suo ramo diventa tenero e spuntano le foglie, sapete che l’estate è vicina. 29Così anche voi: quando vedrete accadere queste cose, sappiate che egli è vicino, è alle porte.
30In verità io vi dico: non passerà questa generazione prima che tutto questo avvenga. 31Il cielo e la terra passeranno, ma le mie parole non passeranno.
32Quanto però a quel giorno o a quell’ora, nessuno lo sa, né gli angeli nel cielo né il Figlio, eccetto il Padre.
C: Parola del Signore.
A: Lode a Te o Cristo.
- 18 – 24 Novembre 2018
- Tempo Ordinario XXXIII
- Colore Verde
- Lezionario: Ciclo B
- Anno: II
- Salterio: sett. 1
Fonte: LaSacraBibbia.net
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